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sabato 23 novembre 2019

Meat Grinder


Titolo: Meat Grinder
Regia: Tiwa Moeithaisong
Anno: 2009
Paese: Thailandia
Giudizio: 3/5

Buss è una signora ridotta al lastrico e tormentata di continuo da un passato difficile: in seguito a una manifestazione poi sedata dalla polizia, la donna trova in un angolo nascosto del suo locale un uomo morto. Una volta fatto a pezzi il cadavere e macinato, Buss lo cucina e lo serve ai suoi clienti, con risultati sorprendenti che però la obbligano a cercare vittime fresche per portare avanti il suo nuovo business culinario.

Meat Grinder come Dumplings e altri film orientali ci ricordano come i nostri parenti lontani sappiano essere cruenti in maniere a volte a noi sconosciute, infrangendo tabù, sovvertendo le regole, distruggendo il lecito e approfondendo il proibito, annegando bimbi in bacinelle d'acqua, torture come non si vedevano da tempo e tanta carne umana da sfondo e da usare come portate per i commensali ovviamente all'oscuro di tutto in un tripudio di sangue e violenza davvero d'effetto.
Senza essere mai eccessivamente forzato come invece altri film e registi sanno essere, Meat Grinder cerca la sua vena salvifica nel dramma famigliare, nella povertà, negli stratagemmi per sopravvivere, nell'isolamento e nella solitudine, nei silenzi e nella quotidianità degli orrori ormai divenuti una componente della vita reale e perciò accettati.
La Thailandia ha vissuto un suo piccolo momento idilliaco nel cinema, sapendo giostrarsi alcuni film interessanti per poi abbandonare la nave mettendo da parte la settima arte se non con horror adolescenziali abbastanza avvilenti.
Qui non c'è humour ma il livello di gore è furibondo come la maschera della sua protagonista sempre sull'orlo dell'esasperazione è costretta a vivere a stretto contatto con gli incubi dell'infanzia, l'incesto, le molestie, gli abusi e poi un rapporto strano, perverso e complesso con la figura maschile.
Buss è perfino più violenta di Dae-su Oh, ormai sembra aver abbandonato la vita reale destinata a portare a termine una vita di orrori indicibili dove ormai sembra aver azzerato ogni emozione e sentimento, diventando una sorta di automa che tortura, uccide e sacrifica per sopravvivere senza stare a dare altri sensi come l'orgoglio, la vendetta, il piacere personale.
Buss uccide e basta, guardando le vittime dopo avergli mozzato gli arti, vedendoli sanguinare appesi ad una corda senza battere ciglio per poi forse provare un minimo senso di orgoglio nelle facce dei commensali quando si cibano dei resti umani.
Meat Grinder è viscerale, pieno di sangue, di frattaglie, pieno di liquidi e di sangue, mostrando crudeltà senza fronzoli e soprattutto riesce nel difficilissimo compito di farci provare empatia per Buss giustificando le orribili mattanze dopo quello che le è stato inflitto.