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domenica 3 gennaio 2016

Mr Holmes

Titolo: Mr Holmes
Regia: Bill Condon
Anno: 2015
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Ritiratosi da tempo in una casa di campagna e abbandonata ormai la professione, Sherlock Holmes è un anziano che lotta con la perdita di memoria e le difficoltà di una vita senile. C'è però ancora qualcosa che deve scoprire, un dettaglio nella sua memoria che non riesce a mettere a fuoco, relativo alla maniera in cui ha chiuso la sua carriera. Un disastro con le api della sua coltivazione, un non ben chiaro viaggio in Giappone e il rapporto con la donna che bada alla casa e il suo bambino, condiscono questa ricerca privata.

Mr Holmes è un film che non eccelle proprio dove dovrebbe ovvero nell'indagine.
Crea diverse sottotrame, forse troppe, perdendosi a volte nei meandri e nella perdita della memoria del suo protagonista.
Condon inoltre è un regista che non ammiro soprattutto per le scelte e per essersi inchinato di fronte alle major e alle grandi produzioni cinematografiche.
Però la descrizione sull'investigatore tra i più famosi della storia, smarcandosi da tutte le stronzate che hanno descritto Holmes nei modi più disparati, ne da forse il quadro più veritiero o meglio crea quel pathos con il personaggio che in tanti film mancava.
Una critica di cinema ha scritto una grande verità sul film.
"Sherlock Holmes può non avere mai camminato sulla terra, ma il film lo umanizza a tal punto che esci dal cinema praticamente convinto di aver appena visto un film biografico"
D'altro canto chi se non un mostro di bravura che più british non si può, poteva fare suo un personaggio come questo. Ian Mc Kellen si supera, complice l'età e le rughe che lo trasformano continuamente.
La parte poi del confronto con il ragazzino Roger e tutti i dialoghi e la loro complicità è semplicemente meravigliosa.

Inoltre lo Sherlock Holmes di Bill Condon viene dal romanzo "A slight trick of the mind" di Mitch Cullin, che ne da una descrizione profondamente diversa dal momento che non ha mai portato il caratteristico berretto che conosciamo, non fuma la pipa ma preferisce le sigarette e, ormai anziano, non sopporta di vedere se stesso nelle molte versioni per il cinema, piene di bugie; non è insomma lo Sherlock dei racconti di Watson ma uno più terra terra e questo è un elemento che rafforza lo spirito della narrazione, con alcune pecche ma almeno originale.