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venerdì 9 luglio 2021

Caveat


Titolo: Caveat
Regia: Damian Mc Carthy
Anno: 2020
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Un vagabondo solitario, saltuariamente vittima di temporanei attacchi di amnesia, accetta un lavoro per prendersi cura di una donna psicologicamente problematica, finendo per essere ospitato in un'antica e decadente abitazione sperduta su un'isola.
 
E di nuovo ci pensa il Regno Unito a tirar fuori gli assi dalla manica. E direi che assieme a Censor quest'anno siamo davvero a ottimi livelli. Caveat è l'esordio di un autore che ha visto tanto cinema. Conosce o meglio intuisce cosa piace ai fan del genere e cerca di stupire con un film silenzioso e isolato, ambientato quasi tutto in un'unica location, con tre attori e un piccolo pupazzo.
Caveat riesce a creare vera suspance intersecando uno strano miscuglio di schizofrenia, terrore e spietatezza (oltre il solito revenge movie) che permea le personalità disturbate dei personaggi, giocando con archetipi in fondo basilari, mischiando dramma sociale, malattia mentale, isolamento, stupore e un ambiente molto claustrofobico e atmosferico. Un film molto indie e low budget che sfiora la perfezione per quanto concerne i dialoghi e la messa in scena. Tuttavia bisogna anche ammettere qualche licenza di troppo che la sceneggiatura sembra prendersi come quando Isaac accetta troppo repentinamente di attaccarsi la catena in casa oppure il suo passato, reso attraverso dei flash back che vogliono dire troppo nascondendo l'intrigo della trama. Però diciamocelo, l'occhio della madre, in quelle due o tre scene porta a casa il film riuscendo veramente a creare ansia e paura come tanti non sono mai riusciti a fare.