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venerdì 6 settembre 2024

Tutti i nomi di Dio


Titolo: Tutti i nomi di Dio
Regia: Daniel Carparsoro
Anno: 2023
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Le avventure di un tassista, preso in ostaggio dopo un attacco terroristico da parte di uno dei sopravvissuti.

Con una nutrita filmografia Carparsoro è uno dei mestieranti dell'action spagnolo. Film di guerra, di mafia, di criminalità in generale e come in questo caso di attentati e socio-politica.
Luis Tosar attore immenso di nuovo con serenità e umiltà porta l'intero film sulle spalle, disegnando un personaggio molto realistico e attuale. L'incidente scatenante come in molti casi in film di questo tipo nasce dal fallimento di uno dei kamikaze all'aereoporto. E da qui il nostro pur di salvare una vita, carica sul taxi l'unico ragazzo che non doveva ma che a differenza di altri terroristi molto giovani, non sembra così sicuro dei propri intenti e infatti il personaggio è attentamente caratterizzato con tutti i rimorsi e le colpe che sembrano tormentarlo. Anche quando supererà questo ostacolo arriverà un'altra gogna sulla testa di Santi. Ad affiancarla nella fase di negoziazione abbiamo un'intensa e bravissima Inma Cuesta nel ruolo di Pilar Montero che non poteva iniziare il suo lavoro se non con un caso così delicato e che in un qualche modo mette in risalto anche il forte potere mediatico della stampa e delle tv.

venerdì 9 agosto 2024

Mesita del comedor


Titolo: Mesita del comedor
Regia: Caye Casas
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 5/5

Un incidente domestico apparentemente banale si trasforma inspiegabilmente in un dramma che trascina un'intera famiglia in un allegorico inferno.
 
Uno dei più bei thriller degli ultimi tempi. Avvincente con un'idea semplice ma sviluppata nel migliore dei modi. Attori in stato di grazia. Un piccolo congegno dove tutto funziona alla perfezione. Tempi. Ritmo. Montaggio. Mdp. Scelta dei tempi. Dialoghi. Novanta minuti senza una minima battuta d'arresto. Un film che sfrutta così bene il suo unico incidente scatenante da farlo succedere assieme al colpo di scena e da lì e solo e soltanto suspance e atmosfera giocata all'interno di quattro mura domestiche. Uno dei film più violenti e dolorosi dell'anno sappiatelo ma con una forza e una politica d'autore così clamorosa da far svettare nell'olimpo dei registi di cinema di genere Casas dopo l'ottimo MATAR A DIOS. Uno dei film più belli e devastanti degli ultimi anni e uno dei film più belli di tutta la stagione. Si aggiunge un altro valido feudo ad una ricca schiera di importanti nomi spagnoli

martedì 23 luglio 2024

Asedio


Titolo: Asedio
Regia: Miguel Ángel Vivas
Anno: 2023
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Durante uno sfratto in un quartiere problematico di Madrid, la poliziotta Dani si imbatte in denaro nascosto, in un piano di corruzione poliziesco, e in un crimine che la costringerà a fuggire per salvarsi la vita in un territorio ostile.
 
Asedio è un film coinvolgente e con un ritmo incredibile. Film a tratti sul sociale, parla di diseguaglianze, di polizia corrotta, di tranelli e magheggi vari, tutto in poco tempo e all'interno di una palazzina dove dentro tra dissidenti e stranieri senza documenti sembra esserci un mercato allucinante il tutto condito da buchi nelle pareti e passaggi che nascondono una galleria importante di collegamenti. E' un film dove alla povera Dani capiterà di tutto cercando di scappare dai colleghi ma dall'altra cercando rifugio proprio dalla gente che è stata chiamata a sfollare.
Vivas gira con tanta mdp a mano, rifuggendo solo a volte in qualche sensazionalismo esagerato ma in fondo facendo un altro esempio di cinema di denuncia come accadeva poco in Spagna su questo genere e di cui Asedio è sicuramente importante per dire la sua.

giovedì 16 maggio 2024

Unicorn Wars


Titolo: Unicorn Wars
Regia: Alberto Vazquez
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

La storia di due fratelli orsacchiotti addestrati a combattere i loro più grandi nemici: gli unicorni. Una guerra che dura dalla notte dei tempi, e se Bluet vede questa missione come la sua ragione di vita, perché il sangue degli unicorni fa restare per sempre giovani, Tubby è invece più dolce e interessato più che altro a mangiare. Una volta entrati nella magica foresta degli unicorni, entrambi si accorgeranno che la loro missione sarà in realtà assai differente.
 
Posso tranquillamente dire che Unicorn Wars è uno dei film più violenti e cruenti dell'anno.
Tutt'altro che una favola per bambini infatti lo metterei vm 18 anni, il film di Vazquez nonostante l'esaltazione di un certo tipo di estetica violenta, è puro talento visionario strutturando un dramma come pochi che parla di tantissime cose cambiando i piani narrativi con un film rouge interessantissimo nonostante non sia poi così originale. Un film di formazione, un survivor movie, un viaggio dell'eroe, la caduta e poi la rinascita chi come difensore del male e chi come paladino del "nemico". C'è questa postilla che spiega quasi in tono biblico come si sia creata la faida tra orsacchiotti e unicorni, esiste un male interno al bosco molto simile a quella massa tumorale che compare nell'universo di Miyazaki. C'è una natura che non risparmia difficoltà mettendo alla prova i suoi soldati contro creature che danno allucinazioni e insetti che portano il corpo in cancrena.
Ci sono accenni biblici un'altra volta nel rapporto tra due fratelli in eterna competizione come una sorta di Caino e Abele dove ancora una volta l'invidia è il male maggiore. E poi c'è quel climax finale che sembra sottolineare come quando avviene un genocidio si decida di riplasmare il mondo a propria immagine e somiglianza ma bisogna capire di chi...

venerdì 26 aprile 2024

Veneciafrenia


Titolo: Veneciafrenia
Regia: Álex De la Iglesia
Anno: 2021
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Un gruppo di turisti spagnoli a Venezia si ritroverà a lottare per la propria vita contro gente del posto che non ama troppo gli stranieri.
 
Anche Veneciafrenia si unisce a quel ciclo di film che per veder arrivare i sottotitoli bisogna aspettare anni sperando di non doverci rinunciare e sapendo che forse sarà solo questione di tempo.
Alex De La Iglesia è uno dei miei registi preferiti. Semplicemente lo adoro per il suo coraggio e perchè in un modo o nell'altro sforna sempre delle adorabili sorprese. Dal '95 in avanti non ha mai smesso di tirare fuori preziose perle di cui alcune sono dei veri e propri cult e altri dei bellissimi film. Anche quando il nostro sembra zoppicare e vacillare leggermente come in questo caso il risultato è sempre sontuoso. Alex ha vissuto una via crucis produttiva tra problematiche e gestione dei mezzi e della produzione. Non a caso gli elementi sui cui il film inceppa sono le parti "italiane" legate alla laguna, al problema del transito delle imponenti navi da crociera fra le secolari acque lagunari, alle forze dell'ordine e a questo strano nuovo ordine dal basso, una strana società segreta, che vuole ottenere un controllo e creare il caos tramando per risolvere nel sangue una volta per tutte il gravoso problema del turismo selvaggio senza però mai di fatto risultare esaustivo nelle sue risposte.
Venezia al di là del capolavoro di Roeg appare ormai lugubre, caotica più che mai, stanca di dover essere la succursale di turisti in preda solo dalla luce della Serenissima. Turisti che non sembrano vedere la difficoltà dei paesanotti sempre più incattiviti con se stessi arrivando a voler sfogare la propria rabbia sui giovani.


domenica 19 novembre 2023

Sorella morte


Titolo: Sorella morte
Regia: Paco Plaza
Anno: 2023
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Nella Spagna del dopoguerra, Narcisa - giovane novizia dotata di poteri soprannaturali - arriva in un vecchio convento trasformato in scuola femminile per lavorare come insegnante. Con il passare dei giorni, gli strani eventi e le situazioni sempre più inquietanti che tormentano Narcisa finiranno per portarla a dipanare una terribile matassa di segreti che avvolgono il convento e ne perseguitano gli occupanti.
 
Ogni paese europeo per fortuna ha i suoi outsider. Plaza e uno di questi. Porta a casa un'altra firma elegante e inquietante prendendo uno stilema abbastanza abusato dimostrando come quando si ha la classe si è in grado di fare ciò che si vuole. Qui ci troviamo di nuovo di fronte ad un'opera mistica, goticheggiante, assolutamente reale nel suo racconto del passato e come sempre alle prese con un male difficile da identificare e decifrare. La clausura come scelta e condizione dove sembra comunque impossibile poter nascondere certi misfatti e violenze sessuali. Plaza dimostra ancora nella sua maniera artigianale di fare cinema come si possa far paura con i vecchi strumenti avvalendosi di una ricostruzione storica e con scenografie e attori sempre di altissimo livello

domenica 3 settembre 2023

30 Coins


Titolo: 30 Coins
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Spagna
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Padre Vergara è un esorcista che, dopo la morte di un ragazzo, si è esiliato in una curia remota, quella di Pedraza, borgo medievale spagnolo, arroccato su una collina e con una esigua popolazione. Il sindaco Paco cerca di rilanciare le sorti della città puntando sul turismo, ma una incredibile sequela di fatti di sangue e sovrannaturali si abbatte sul borgo. Qui infatti Padre Vergara ha portato con sé una misteriosa moneta, una delle 30 ricevute da Giuda per il tradimento di Gesù, che finisce in possesso della veterinaria Elena. Forze oscure e mostruose, che hanno corrotto la Santa Sede, faranno di tutto per entrarne in possesso...
 
Alex de la Iglesia è uno dei miei registi di genere preferiti. Un autore prolifico che ha saputo esplorare e danzare nel cinema come pochi eletti sanno fare. Sempre con budget misurati, ha confezionato film straordinari che non verranno mai dimenticati. Anche lui ha avuto la possibilità di avvicinarsi ad un progetto seriale tredici anni dopo la comedy-sci-fi e in questo caso ha scelto di partire da un tema religioso per creare un rete di complotti e temi soprannaturali con mostri e sette senza farsi mancare tutti i suoi ingredienti preferiti qui portati al paradosso come l'esoterismo, l'occulto, la città misteriosa che ricorda Dagon e il finale della nebbia carpenteriana.
La materia narrativa alla base è il vangelo di Giuda, l'ultimo scoperto e il più nuovo per certi aspetti. Mantiene ancora ad oggi un'aura di mistero, non è facilissimo da trovare e diventa lo spunto per alcune sotto storie cristiane davvero particolari. Così come la setta dei Cainiti i quali vogliono distruggere il Cristianesimo.
30 Coins ha tantissimi pregi e come tutti i lavori del maestro non è esente da difetti. I meriti superano i difetti questo è certo ma importanti limiti di budget in un'idea da approfondire e da condire con elementi soprannaturali rischia come spesso accade di diventare quasi un b-movie trash come nella scena finale quando la colossale creatura emerge e prende vita. Il bambino nato da un vitello che cresce diventando una creatura quasi lovecraftiana funziona anche se con dovuti limiti.
La storia d'amore, il triangolo, alle volte è stucchevole, manicheo e ripetitivo ma riesce a rafforzarsi grazie al merito di un buon battaglione di attori dove secondo me è stata però poco sfruttata Macarena Gomez. Funziona la parte della setta, non convince il personaggio di Vergara (troppo stereotipato), utili alcuni dei soliti innesti ironici e soprattutto grotteschi, i bifolchi dove Antonio interpretato da Javier Bodalo diventa a dir poco iconico.
La fallibilità dei personaggi, l'orrore che trasuda senza esondare mai mi ha veramente lasciando sul palato un divertissement pieno di idee e travolgimenti ma spesso poco sfruttate e alcuni colpi di scena e qualche scena memorabile.

venerdì 11 agosto 2023

Matar a Dios


Titolo: Matar a Dios
Regia: Caye Casas, Albert Pintó
Anno: 2017
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Una famiglia si prepara a festeggiare il Capodanno in una isolata casa in mezzo ai boschi quando alla loro porta si presenta un misterioso senzatetto. Si tratta di un nano che sostiene di essere Dio e minaccia di sterminare la razza umana all'alba, salvando solo due persone appartenenti alla famiglia. Da quel momento in poi il destino dell'umanità poggia sui quattro ingenui componenti del nucleo familiare, che vogliono tutti salvarsi.
 
Quando le idee non mancano e la settima arte dimostra di avere ancora freschezza e originalità.
La coppia di registi con un film low budget, prendono una casa, quattro attori e un nano che dice di essere Dio. Dramma, commedia, horror, comicità, splatter, thriller, echi di un'apocalisse che sta per imperversare e infine un sacrificio. Ci sono riusciti e alla grande giocando su un elemento abusato quanto in realtà sempre utile se usato con maestria e coraggio. Far crescere nello spettatore e negli stessi protagonisti il seme del dubbio con chi hanno davanti se un essere soprannaturale (Dio o anche Gesù come qualcuno prova a dire) oppure un semplice barbone che si infila nelle case per scroccare e scardinare l'ordine sociale. Tutto questo con un ritmo e dei dialoghi sempre sul pezzo e in grado di regalare un mix di emozioni. Sono questi assieme ad altri i pezzi forti di questa commedia grottesca davvero sensazionale nell'essere moderna, ben strutturata, anarchica ed eretica ma allo stesso tempo semplice e scoppiettante dove in mezzo a questa sfida lanciata dal presunto Dio ogni membro della casa è alle prese con un grattacapo da risolvere.

sabato 13 maggio 2023

As Bestas


Titolo: As Bestas
Regia: Rodrigo Sorogoyen
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

In un villaggio rurale in Spagna una coppia di francesi decide di riattare dei ruderi con la prospettiva di realizzare un agriturismo. La popolazione locale però non vede di buon occhio la loro presenza. In particolare due fratelli, proprietari di una piccola fattoria confinante con la loro, non sopportano il fatto che i due non votino a favore dell'installazione di impianti eolici nell'area circostante. Le irrisioni prima e le minacce esplicite poi si fanno sempre più temibili.
 
Come per Vento fa il suo giro, anche qui si parla di nuovo di forestieri francesi.
Che finiscano in Italia o in Spagna il risultato è evidente, nel momento in cui si fanno delle scelte se queste non vengono viste bene dalla comunità locale o dai contadini, i risultati possono essere molto pericolosi. Anche qui si cerca di evitare il più possibile la violenza. Ci sono le differenze culturali, si affronta il tema del lutto, dell'attaccamento alla terra, dei valori della famiglia.
As Bestiae è un dramma forte e potente che riesce ad evitare alcuni facili sensazionalismi per promuovere una politica d'autore meno ovvia e più sofisticata. Viene escluso il revenge movie quando invece si lavora proprio, soprattutto nel secondo atto, sul concetto di convivenza assieme al proprio nemico vicino di casa, aspettando il momento giusto e continuando a credere in un'ideale di giustizia.

Fenomenas-Indagini occulte


Titolo: Fenomenas-Indagini occulte
Regia: Carlos Theron
Anno: 2023
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Tre donne di mezza età che indagano su eventi paranormali sono messe alla prova quando il loro leader spirituale padre Giròn scompare. Aiutate da un giovanissimo studente di fisica, saranno chiamate a risolvere il mistero della casa dove l’uomo è stato assalito da una figura sconosciuta, incontrando una coppia che sembra perseguitata da fantasmatiche presenze. Ispirato al gruppo Hepta realmente esistito.
 
Se non altro agli spagnoli non manca il coraggio. Mi aspettavo di trovare tra i produttori esecutivi del film un nome come quello di De la Iglesia è invece così non è stato. Simpatico e con tanta ironia il thriller soprannaturale di Theron ma allo stesso tempo senza farsi mancare l'atmosfera e i canoni dell'horror classico. Un film con un certo ritmo e sostenuto da buone interpretazioni che riesce a crearsi un suo mood impattante mischiando ritmo, ironia, colpi di scena, dialoghi ben scritti e qualche scena decente di spavento. Costruisce e distrugge in continuazione e a farlo per prime sono proprio le protagoniste da chi sembra aver perso colpi, chi non credendoci più, chi seguendo la via, ma alla fine tutte vengono rimesse nel calderone per aiutare il loro mentore. Devo dire che la prima parte è sicuramente la migliore. Nel finale il soprannaturale straborda lesinando quasi in alcune scene il trash, con troppi rimandi a questo spirito inquieto (l'inquisitore) e troppi momenti quasi action che minano tutto ciò di buono che si è costruito precedentemente. E'un film di genere pimpante e con brio. Un'opera simpatica in grado di intrattenere, dare adito ad una storia buona e sostenuta da un trio incredibile che riescono a dare ottime prove senza mai scavalcarsi a vicenda.

venerdì 3 marzo 2023

Venus


Titolo: Venus
Regia: Jaume Balaguero
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Lucía è la ballerina di un nightclub che una notte decide di rubare un grosso carico di droga ai proprietari mafiosi del locale dove lavora. Tuttavia viene scoperta e, dopo una violenta collutazione – dove viene accoltellata a una gamba-, riesce a scappare. Non sapendo dove nascondersi, Lucía decide di rifugiarsi dalla sorella Rocío con cui non ha rapporti da anni e dove non è sicura di non essere cercata. Così approda al Venus, grattacielo popolare circondato da sinistre leggende metropolitane che si erige nei sobborghi di Madrid.
 
Venere è un mix di generi pazzesco che ancora una volta sottolinea il peso specifico di alcuni autori spagnoli davvero in grado di sorprendere con pillole sul cinema di genere originali e piene di forza.
Gangster movie, dramma, esoterismo, maledizioni, splatter, gore, torture, freaks e mostri, creature dell'orrore cosmico, Barker e quella sotto traccia che sembra riportare ai Cenobiti, lo stesso racconto di Lovecraft attualizzato e molto altro ancora.
Lucia è un'altra importantissima final girl forse tra le più affascinanti e cazzute con un dono che non sa di avere in una location che ricorda REC per certi aspetti dove cominciano a succedere cose pazzesche, dove le vecchie sembrano di nuovo come in diversi film dello stesso Iglesia, un mix tra streghe ed Erinni, dove ciò che entra nel palazzo quasi sempre è destinato a non uscire più e dove il ritmo è forsennato senza lasciare buchi o far sì che la struttura del film, più complessa di quello che si creda, possa avere sbilanciamenti o passaggi macchinosi. Il cast poi è stupendo riuscendo a dare quel tocco in più come sempre con l'aggiunta di alcuni personaggi vedi Magui Mira devastante, la stessa Ester Exposito e infine la ragazzina davvero sorprendente.
Uno dei migliori horror del 2022 senza alcun dubbio.

domenica 27 novembre 2022

Piggy (2022)


Titolo: Piggy (2022)
Regia: Carlota Pereda
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Spagna. Sara vive in un piccolo paese, alternando lo studio con il lavoro, dato che temporaneamente supporta i genitori nel negozio di macelleria. Soprannominata "Piggy", per il suo sovrappeso, è costretta a subire ripetuti atti di bullismo, che culminano un pomeriggio in piscina. Tre coetanee la maltrattato duramente, quasi affogandola e costringendola poi a tornare a casa senza vestiti. Dopo l'orribile esperienza, sconvolta e piangente, Sara scappa, disperata, fino a quando, lungo la strada, s'imbatte in uno sconosciuto: ha aggredito e rapito le tre ragazze e, nonostante sia stato visto in faccia, la risparmia. Apprende poi che è avvenuto un duplice delitto in piscina ma, per timore e per paura, evita di raccontare quel che ha visto.
 
Piggy è un film stronzetto e furbo. Inizialmente ti viene da pensare che tutta la trama verterà in un crescendo di bullismo (bully movie e body shaming) per poi svoltare verso il cinema di genere più avvezzo soprattutto nell'ambito del thriller, torture, horror e un finale clamorosamente splatter.
Una vicenda reale quanto indecifrabile nel modus operandi del serial killer e in quanto il sodalizio tra due disagi che si incontrano o meglio due diversità non propriamente accettate dalla comunità si uniscano come parti unite emotivamente da una sofferenza interna.
Quando assistiamo al body shaming tutti in un modo o nell'altro simpatizziamo ed enfatizziamo per la protagonista soprattutto quando anche in casa il rapporto ossessivo con una madre che la controlla per ogni cosa diventa il culmine di un ansia e un disagio che Sara cerca di sfogare come può. Allora questa sorta di complicità non meglio definita con il carnefice delle sue antagoniste diventa l'unica ancora di salvezza e passaggio verso una scoperta del piacere e del desiderio ma allo stesso la paura di poter amare e dover affrontare un serial killer.

sabato 18 giugno 2022

Abuela


Titolo: Abuela
Regia: Paco Plaza
Anno: 2021
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Susana, una modella spagnola di 24 anni, vive da sei a Parigi. A una festa ha appena conosciuto un celebre fotografo che le potrebbe far fare il definitivo salto di qualità. All'improvviso però riceve una telefonata. Sua nonna Pilar, a cui è molto legata e che si è presa cura di lei fin da bambina dopo che i genitori sono morti in un incidente d'auto, ha appena avuto un ictus. La ragazza deve così tornare di corsa a Madrid per prendersi cura di lei e trovare qualcuno che possa assisterla. Arrivata a casa la nonna non la riconosce. In più, vorrebbe rientrare a Parigi per lavorare ma ogni volta succede qualcosa che la costringe a rimandare e le sue giornate si trasformano in un incubo.
 
Plaza in straordinaria forma complice la penna di Carlos Vermut firma una delle sue opere migliori. Se la trama e il soggetto di Abuela risultano abbastanza convenzionali, è la messa in scena di questa favola horror e le trovate tra nipote e nonna soprattutto all'interno della casa che lasciano momenti di pura suspance e tensione. Un horror puro come quest'anno se ne sono visti pochi dove attraverso giochi di specchi, rituali, possessioni e ancora una volta la vecchiaia, il vero terrore è rappresentato dalla perdita della bellezza e lucidità che essa comporta, vista attraverso una nipote modella che dove gira per la città trova i poster pubblicitari di se stessa e la nonna costretta a vagare da una casa di riposo ad un altra conservando le sue arti esoteriche e il momento esatto per fare i conti e ridare lustro alla sua personalità da strega.
Abuela rispetto ad altre opere precedenti conserva e sciorina tanti temi nel corso della sua durata, dalla tirannia della bellezza, condannate all'invisibilità quando il loro fascino comincia a svanire, all'ossessione per il successo, l'insignificanza dei legami familiari rispetto alle esigenze del mercato capitalista, o la solitudine e l'isolamento delle persone nelle grandi città e infine crudele oltre misura...la vendetta.

venerdì 9 luglio 2021

Crumbs


Titolo: Crumbs
Regia: Miguel Llanso
Anno: 2015
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Un supereroe s'imbarca in un epico viaggio surreale che gli farà attraversare il paesaggio post-apocalittico etiope in cerca di un modo per ottenere il veicolo spaziale che da anni è diventato un punto di riferimento nei cieli.
 
Un viaggio dell'eroe in Etiopia in un mondo post-apocalittico condito da una cultura nerd del passato vista come lungimirante dove un collezionista porta alla scoperta cimeli trash appartenenti al passato che in una bella metafora sul consumismo, ora seppur deprezzati, hanno un valore altissimo. Partendo dalla miniatura della tartaruga ninja Donatello, al quadro di Michael Jordan, al disco di Michael Jackson, alla spada di He-Man, Llanso in suggestive location, crea questo viaggio sperimentale e surreale dove un freak vero e proprio, interpretato da Daniel Tadesse, per garantire un futuro alla sua bellissima compagna deve recarsi nei luoghi più remoti per ottenere un veicolo spaziale. Incontrerà streghe, demiurghi vestiti da Babbo Natale, soldati con cimeli nazisti in cui la particolarità è che nessuno di loro sembra nè buono e neppure cattivo.
Il film è un corollario di quadretti molto interessanti esteticamente, dove il linguaggio sperimentale cerca di rendere ancora più inusuale un film con una durata di 68' e un messaggio storico politico su cosa rischiamo in termini di valori di lasciare ai nostri successori. Il paradosso dunque di un modello culturale occidentale, che invece di esportare la sua alta cultura, decide di proposito di esportare solo la sua superficialità capitalistica vista dal collezionista e dagli altri gregari come elementi simbolici dotati di senso. Se ci mettiamo pure una nave spaziale disattivata, che è stata sospesa nel cielo per decenni, mostrando segni di riattivazione e una squisita connotazione romantica per cui il protagonista non conosce odio e sentimenti ostici, l'opera di Llanso riesce come una fiaba post contemporanea a interpretare tante cose senza dover inserire troppi dialoghi ma lasciando una sua personale e fedele impronta autoriale.

domenica 18 aprile 2021

Buco


Titolo: Buco
Regia: Galder Gaztelu-Urrutia
Anno: 2019
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

In un futuro non così improbabile, Goreng si fa rinchiudere volontariamente in una sorta di prigione tecnologica a livelli verticali. Quello che distingue i vari detenuti è l’abbondanza di cibo, che arriva ogni giorno su una piattaforma mobile ferma a ogni piano per pochissimo tempo. Ci sono più di 100 livelli e più si scende meno resta per chi è sotto. In ogni cella ci sono due persone che non si sono mai conosciute prima.
 
El Hoyo è il tipico film furbetto e ambizioso che con una struttura atipica e una complessa geometria di scenografie cattura subito l'interesse dello spettatore portandolo a farsi mille domande per avere solo in parte alcune risposte. Un film costipato di simbologie e dettagli a cui fare estrema attenzione come poteva essere per un altro film giocato su un discorso simile, il semi capolavoro Snowpiercer. Una struttura atipica, un ritmo vertiginoso, un'atmosfera solida e gelida come la fotografia e le pareti della prigione. Una metafora sul consumismo, su dove si è disposti ad arrivare pur di rincorrere la propria ambizione oppure sfogare i sentimenti più beceri o squallidi oppure giocare all'esperimento sociale per curiosità. Un film sicuramente non esente da difetti, preciso però nell'affondare la critica e le bestialità umane, in un continuo sali scendi voluto per spiazzare lo spettatore e renderlo vittima inconsapevole di cosa realmente sta succedendo o quali siano gli intenti, dall'altro per un gioco o un progetto del quale non si arriva mai a capire il significato ( a differenza invece del film di Bong Joon-ho dove Ed Harris alla fine spiegava a Curtis l'obbiettivo). Sicuramente impreziosito da una cura maniacale per i dettagli, da inquadrature perfette e interpretazioni molto intense, El hoyo non sarà il film dell'anno ma almeno si mette in gioco con uno scopo davvero apprezzabile.

lunedì 20 aprile 2020

Arachnid


Titolo: Arachnid
Regia: Jack Sholder
Anno: 2001
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Un'astronave aliena impegnata a prelevare specie animali dal mare si scontra con un aereo Stealth e precipita su un'isola. Un enorme ragno alieno riesce così a fuggire dal velivolo e inizia a proliferare, causando la mutazione di tutti gli aracnidi presenti nell'atollo in letali predatori. Preoccupato per la vita dei nativi dell'isola, che vengono decimati apparentemente senza motivo, un medico e la sua assistente decidono di organizzare una spedizione sull'isola, assoldando uno specialista in ragni, un pugno di mercenari e una pilota di aerei.

Arachnid è un b movie con un incidente scatenante che definirlo trash non rende l'idea.
Il tornado che preleva gli animali dall'oceano dove si va a schiantare l'aereo è di una bruttezza cosmica, ma il peggio arriva il minuto successivo quando il pilota si salva finendo sull'isola dove vede questa sorta di alieno (fatto col culo) venir ucciso dal ragno gigante. Davvero sono rimasto basito. Forse nemmeno la Asylum poteva fare peggio.
Poi il film è il classico survival movie di una banda di personaggi che devono andare sull'isola per trovare l'incognita legata al siero dei nativi x e troveranno la madre di tutti i ragni y che gli uccide uno per uno.
In mano a qualcun altro, il film avrebbe fatto ancora più schifo ma io Sholder lo ammirerò sempre anche quando gira film a basso budget come questo che sembra una parodia di Alien, Predator e Tarantula come tante altre cose, mettendo insieme tutto e male, ma il timoniere è il regista dell'Alieno e Nightmare 2-La rivincita.
Alcune scene d'azione poi non sfigurano nemmeno così tanto, la parte horror a causa di un ironia nell'impianto narrativo e di alcuni non attori, non riesce a mordere quando deve e il ragno nei limiti di budget non è nemmeno così brutto ma fa il suo dovere sterminando tutti a parte i bellocci di turno e spalmando una ragnatela che imprigionerà ogni umano sull'isola.

sabato 14 marzo 2020

Occhio per occhio


Titolo: Occhio per occhio
Regia: Paco Plaza
Anno: 2019
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Il leggendario spacciatore gallicano Antonio Padín viene graziato dal carcere per motivi umanitari, dato che ha contratto una malattia terminale. Invecchiato, debole e malato, Antonio entra di sua spontanea volontà in una residenza per anziani invece di andare a casa sua dai due figli, Toño e Kiko che lui disprezza apertamente e sospetta che saranno la rovina dell'azienda di famiglia

Plaza è uno dei miei registi spagnoli preferiti che nell’arco di vent’anni prediligendo l’horror, ha saputo confrontarsi con altri generi rimanendo nel cinema di genere puro. Occhio per occhio è il suo primo thriller e lo fa scegliendo uno degli attori più malleabili sulla piazza Luis Tozar. C’è qualcosa nella struttura e nel mostrare il personaggio che mi ha fatto ricordare l’eccellente BED TIME, vuoi la semplicità del soggetto oppure il modus operandi del protagonista.
Qui c’è un rapporto che deve reggersi sulla fiducia e non sull’interesse (come invece capita per i figli delinquenti di Padin), cercare da parte di Mario di mantenere una sorta di normalità garantendo la sua professionalità millantata dai colleghi e infine iniziare la sua lenta vendetta fatta di iniezioni, la droga per inibire i sensi della vittima e un ascolto costante per cercare di avere la sua massima fiducia.
Se la struttura mostra per certi versi la lunga operazione di Mario per cercare di evitare di destare sospetti e facendo in modo che la morte arrivi senza che lui possa essere dichiarato colpevole, i gregari di Antonio comprenderanno presto l’interesse morboso di Mario. Tutto il film sembra puntare su un climax finale sempre drammatico dove il destino inevitabile e la mancanza di redenzione dei personaggi porta verso un destino segnato ma allo stesso tempo reale e mai con il dovere di regalare quello che il pubblico si aspetta. Pagherà caro Mario (o meglio ciò che ama di più), pagheranno i figli di Antonio, soprattutto uno in carcere.
Plaza senza Balaguerò, ma i tratti comuni dopo anni di complicità si vedono, conferma dando prova di sapersi cimentare perfettamente con un genere che sembra aver esaurito le idee peraltro senza scene d’azione ma studiando lentamente la mossa dei personaggi caratterizzati in maniera complessa e articolata. L’imprevedibilità di trovarsi la propria vittima tra le mani ha contorni di kinghiana memoria (MISERY) ma qui i co-protagonisti sono fondamentali anche se ancora una volta tutto è sulle spalle del semplice quanto immenso Tozar


martedì 7 gennaio 2020

Vampyres (2015)


Titolo: Vampyres (2015)
Regia: Victor Matellano
Anno: 2015
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Due vampire molto affascinanti seducono dei turisti in una villa nella campagna inglese, costringendoli ad orge di sesso e sangue. Ma l'arrivo di tre giovani turisti scombussolerà la routine delle vampire e una di loro si innamorerà di un visitatore.

Quanto sesso, quante scene di nudo e saffiche in questo cruento horror che dona di nuovo il prestigio alle creature della notte. Non siamo di certo di fronte ad un capolavoro e il film più volte deraglia sull'autocompiacimento e un esercizio di stile nel mettere in scena due vampire davvero sexy. Ringraziando ora e per sempre la Midnight Factory di portarci film che senza ombra di dubbio sarebbero finiti nel dimenticatoio, Vampyres altro non è che un remake di un vecchio cult del 1974, OSSESSIONE CARNALE (in originale proprio Vampyres) dello spagnolo José Ramón Larraz.
Il film di fatto non ha una trama così squisitamente conturbante. E'una piccola macelleria la villa in cui vivono e godono dal mattino alla sera per non annoiarsi le due protagoniste, aspettando che qualcuno arrivi a bussare alla porta, qualcuno con cui divertirsi, una vittima sacrificale.
Matellano dispone di un budget risicato ma nonostante tutto concentra tutta la vicenda sulle torture, sui macabri rituali delle due donne, sul cercare di conoscere l'ospite senza farlo finire subito troppo male. Un film che nei suoi difetti di forma e tecnica concentra, e fa bene, tutto sulle scene di sesso e sangue, le quali oltre ad essere girate molto bene, risultano anche in termini di recitazione le più convincenti e per finire un climax finale che richiama i perversi rituali della contessa sanguinaria, Erzsébet Báthory. E poi bisogna riconoscere al regista che nonostante la trama che sembra più uno spunto per farsi i fatti suoi nella villa, tra orgie di eros e sangue, il regista di fatto rievoca tutto un immaginario legato alle pellicole del terrore spagnole di quegli anni (e ne uscirono davvero molte) basti pensare a Jesus Franco che Matellano avendolo già trattato, non smette di citare e provare a fare quasi una comparazione tra i due modi di fare cinema e di saper trattare le sanguinolente avventure delle sue vampire come d'altronde avevano fatto i suoi colleghi a quei tempi.

lunedì 21 ottobre 2019

Dolor y gloria

Titolo: Dolor y gloria
Regia: Pedro Almodovar
Anno: 2019
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Il regista Salvador Mallo si trova in una crisi sia fisica che creativa. Tornano quindi nella sua memoria i giorni dell'infanzia povera in un paesino nella zona di Valencia, un film da cui aveva finito per dissociarsi una volta terminato e tanti altri momenti fondamentali della sua vita.

L'ultima opera del maestro spagnolo è un film fortemente autobiografico.
Una galleria di passaggi personali, nostalgici, un film sul ricordo e sull'importanza della memoria. Un puzzle molto ben bilanciato di situazioni vissute ai limiti, dall'esperienza acquisita nel bene e nel male da tante situazioni e nel dare forma ad un identità precisa che il peso degli anni e degli eccessi finiscono per attecchire.
La bellezza del film e la forma con cui Almodovar descrive e narra le situazioni vanno verso una direzione precisa, riuscendo ad essere poetiche e romantiche come un saggio sulla bellezza. Si unisce a questo straordinario scenario ottimamente fotografato, un manipolo di attori che entrano con sostanza dentro i personaggi riuscendo a fargli loro e mettendo un pathos e una voglia di vivere che riesce a dare quella carica maggiore e quell'elemento in più ad un film che non ha bisogno di molte descrizioni. E' un'esperienza come tutto il cinema dell'autore e in quanto esperienza và vissuta fino in fondo nel bene e nel male.
Per Pedro come per altri registi che decidono di concedersi alla settima arte, la stessa vita è stata il cinema, un'esperienza cinematografica vissuta sui set e a dar vita ai racconti e lavorare con gli attori.
L'autore passa dall'altra parte come se la sua esperienza, dopo una carriera tra le più coinvolgenti del cinema spagnolo, abbia deciso di concedersi esplicitando una sua complessa forma di tormento.
Diari, madri, geografia, malattia, tempo perduto, il suo stesso cinema del passato che era migliore del presente, auto citazionismo, auto manierismo. La simbologia e l'eterna mutazione di Sabor si collega e ricollega con tutti i tasselli del cinema unito alle esperienze di vita del regista. Il risultato è unico.

giovedì 18 luglio 2019

Loreak


Titolo: Loreak
Regia: Jon Garano, Jose Maria Goenaga
Anno: 2014
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

La vita di Ane cambia completamente quando, settimana dopo settimana, riceve un mazzo di fiori a casa. Sempre alla stessa ora e sempre senza mittente.

E'vero fin da subito Loreak (Flowers) ci porta all'interno di una storia che non sembra avere molti elementi d'intrattenimento, con uno stile molto lento, quasi minimale, che si prende i suoi tempi per poi arrivare ad alcuni passaggi districati in maniera geometricamente perfetta e portando a galla uno schema corale fatto di indizi e particolari che nel climax finale troveranno tutte le loro collocazioni.
In parte sembra di vedere Almodovar meno spigliato e meno preso da quella smania di dover comunicare e colpire lo spettatore. Il primo atto è sicuramente delizioso per come la coppia di registi indaga e osserva le dinamiche di una coppia che vive un rapporto passivo dove lei scopre nella scena iniziale di aver raggiunto la menopausa e di un marito che sembra preso da tutt'altro senza darle stimoli e apprezzamenti, se non la tipica gelosia di qualcosa (i fiori) che rompono l'abitudinarietà della monotonia di coppia.
Ed è proprio quel salto fuori dalla normalità, quell'apprezzamento da parte di uno sconosciuto che ogni giovedì le manda un mazzo di fiori, a farle riaccendere la voglia di vivere, la passione di essere desiderata, di una cinquantenne ancora molto bella che necessita di essere vista, amata e apprezzata (se non dal marito, allora dallo sconosciuto dei fiori). Il tutto però senza mai arrivare di fatto a nulla, senza mai far ricorso a scene di sesso o di violenza.
Questi indizi o questo giallo iniziale, sempre con toni da commedia senza mai intraprendere altri percorsi, o inserire un certo cinema di genere, si dipana incontrando altre storie in uno schema quasi corale, dove le traiettorie dei personaggi dovranno scontrarsi e avvicinarsi, senza però mai danneggiarsi come a confermare il bisogno del film di rimanere un dramma moderno complesso e stratificato.
Il punto di forza del film è di rendere interessante una storia che dalle prime scene potrebbe sembrare persino insignificante, mostrando con molta profondità e attenzione cosa può succedere quando ci mancano le parole per esprimere i nostri sentimenti.