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giovedì 16 luglio 2015

Backcountry

Titolo: Backcountry
Regia: Adam MacDonald
Anno: 2014
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Alex e Jenn due ragazzi di città si prendono qualche giorno per trascorrere una vacanza all'insegna del camping estremo in un parco nei pressi di un lago nella regione canadese dell'Ontario.
La natura incontaminata la fa da padrona e anche qualche incontro occasionale ( quello con una guida irlandese che dialoga con Alex sul filo di una tensione palpabile) non fa altro che vivacizzare il tutto.
Finché i due perdono ogni riferimento, non hanno il telefonino , il GPS e neanche una semplice cartina.
A questo punto sono in balia degli eventi e un gigantesco orso è sulle loro tracce.
La loro vacanza in mezzo alla natura si trasforma in una selvaggia lotta per la sopravvivenza.

Backcountry è un film viscerale e a tratti estremamente reale.
La natura incontaminata, le difficoltà di coppia, la perdita d'occhio legata all'enormità del paesaggio canadese e infine il campeggio estremo e la sopravvivenza. E per finire l'orso, non quello buono che si scoraggia facilmente, ma quello che sta morendo di fame, costretto a correre dietro ai due protagonisti per sopravvivere.
L'esordio dell'attore MacDonald prima di tutto è un concentrato d'ansia.
Ha una prima parte che ci porta dentro la profondità della natura, diventando a tratti un pò pedante ma lasciando lo spiraglio per qualcosa che presto dovrà succedere e che non porterà a nulla di buono. Prova una falsa pista con la guida di turno che sembra piuttosto bizzarra per poi metterti a stretto contatto con l'istinto animale e qui purtroppo non rimane ai protagonisti che far leva sui loro istinti per cercare di salvarsi.
Backcountry non è originalissimo ma ha un paio di elementi di grande spessore facendo parte di quel filone di genere che mette a contatto l'uomo con la parte più selvaggia della natura "wilderness" e quindi un contesto che il più delle volte diventa emblematico di uno spaesamento interiore ed esteriore dei protagonisti.

Mi è venuta l'idea di fare "Open Water" nel bosco quando ero in campeggio con mia moglie. Ho sentito qualcosa che si aggirava vicino alla tenda al mattino presto, così mi è venuta l'idea di Open Water nel bosco e poi ho iniziato a scrivere la sceneggiatura e ho iniziato a fare ricerche e mi sono imbattuto in questa storia di una coppia che ha incontrato un orso nero predatore nel nord dell'Ontario circa 10 anni fa. Ho usato gli stessi elementi, la stessa cosa che è successo a loro la vediamo nel film, ma poi nel pezzo c'è un enorme scintilla nata dalla mia creatività. La storia è romanzata la storia anche perché non è un documentario. Nella storia vera la coppia è stata attaccata in un remoto campeggio, lui si è battuto con l'orso con un coltello cercando di difendersi meglio che poteva, mentre l'orso dilaniava la sua ragazza. L'ha messa in una canoa, ma ci volevano tre ore per raggiungere una zona abitata e lei è morta nella canoa lungo la strada. La canoa è un grande simbolo per me alla fine del film. Questo è quello su cui si basa il film. Si basa su un tragico evento, ma la parte triste è che questo accade ancora e ancora. Questo è successo molte volte. C'è una coppia di anziani in Algonquin che sono stati uccisi nel sonno, mangiati nel sonno da un orso nero all'Algonquin Park. Questa è roba vera. (Adam MacDonald)