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martedì 20 febbraio 2018

Brutti e cattivi


Titolo: Brutti e cattivi
Regia: Cosimo Gomez
Anno: 2017
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Periferia di Roma. Un mendicante paraplegico soprannominato il Papero, con la complicità di sua moglie, una bellissima donna senza braccia detta la Ballerina, del suo accompagnatore, un tossico rastaman detto il Merda e di un nano rapper il cui nome d'arte è Plissé, mette a segno una rapina nella banca dove il boss di un potente clan mafioso cinese nasconde i proventi delle sue attività illecite. Dopo il colpo però le cose si complicano.

Brutti e cattivi voleva fare il verso a Scola e a tanti generi purtroppo non riuscendoci del tutto.
Mi ha fatto venire anche tanto in mente quel film malatissimo sempre del 2017 spagnolo Pieles
forse perchè anche quel film parla di freaks e di come sbarcare il lunario.
I quattro protagonisti sono tagliati con l'accetta, esauriscono presto un potenziale che c'era senza essere sfruttato fino in fondo e regalando alla fine un paio di slapstick simpatiche e qualche risata contando che il film anche se in pochissimi momenti diventa pure violento.
Il tradimento è il sentimento alla base del film aggiungendo anche la diffidenza che soprattutto in alcuni contesti può sfociare in vera paranoia.
Quando si parla di rinascita del cinema italiano (parolone che ormai infesta critica,blog e qualunquisti qualsiasi) spero non si faccia menzione di questo film nonostante sia stato presentato a Venezia. Il perchè è semplice, l'esordio di Gomez è un esperimento stucchevole e pretenzioso che attraverso tanto colore e tantissimo "fumo" spegne lentamente i neuroni dello spettatore facendolo diventare "Il Merda" a tutti gli effetti.
E poi la rapina si era già vista in Smetto quando voglio- Ad Honorem. Il cast cerca di mettercela tutta ma attori come Marco D'amore (appunto "Il Merda") sono assolutamente fuori parte.
Il film vuole insegnare riuscendo almeno a vincere due sfide a non mettere in campo il politically correct (i disabili sanno essere anche stronzi, punto) oppure il rendere tutti i personaggi cinici e negativi senza la redenzione, ma comunque strizzando l'occhio a un happy ending che stona di brutto con quanto messo insieme prima.