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mercoledì 20 febbraio 2019

Suntan


Titolo: Suntan
Regia: Argyris Papadimitropoulos
Anno: 2016
Paese: Grecia
Giudizio: 4/5

Un medico quarantenne sviluppa un'ossessione per una ventenne scatenata che gli capita in ambulatorio e che non perde occasione di stuzzicarlo.

Con una storia semplice e di immediata empatia, il secondo film del regista greco fa centro a pieno in una cinematografia sempre più complessa e stratificata.
Il risultato è pazzesco quanto assolutamente magnetico. Sultan ha un ritmo devastante che seppur inflazionato, come molti critici sostengono, da uno stile spesso troppo intimista, lento e con una incredibile legge del dettaglio su particolari poco interessanti, diventa il Coming of middle age che vi darà un pugno allo stomaco importante con un dolore difficile da dimenticare.
Ecco se qualcuno ci era rimasto male o si era fatto qualche esame intrapsichico con AMERICAN BEAUTY qui ci si fa male sul serio per quanto le strategie e le dinamiche tra i personaggi sono davvero realistiche e memorabili nella loro grazie e stando coi piedi a terra senza dover esagerare con le psicologie o inventandosi scenari poco plausibili.
Qui rimangono aderenti ad una visione di fondo che è limitata nella sua micro descrizione e come la manda avanti con Kostis e Anna è importante per inquadrare fenomeni e comportamenti che ormai generano subito incomprensioni.
Un film intelligente con un finale amaro su cui non mi sono ritrovato del tutto ma regalandoci ancora una volta la dimostrazione di come un'opera importante venga sviluppata mettendo da parte l'ambizione personale e lavorando tanto con gli attori e con i pochi strumenti che si hanno a disposizione.