Titolo: Arma letale 3
Regia: Richard Donner
Anno: 1992
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
A Los Angeles il poliziotto di colore
Roger Murtaugh (Danny Glover), padre di famiglia posato e rispettato,
sta per andare felicemente in pensione. L'agente con cui fa coppia,
Martin Riggs (Mel Gibson), è invece bianco, scatenato e con qualcosa
che non va nella testa (per colpa del Vietnam), tanto da essersi
meritato il soprannome di "Arma letale". Oltre a questo
Martin è anche piuttosto convincente, quando insiste con Roger per
indagare su un furto di armi illegali destinate ad essere distrutte.
A loro si aggiunge anche Lorna Cole, una detective più furba e
aggressiva di quanto Martin e Roger siano disposti a credere, almeno
all'inizio. Dopo una serie di inseguimenti, sparatorie ed esplosioni,
i colpevoli vengono incastrati, Martin s'innamora di Lorna e Roger
rinuncia ad andare in pensione.
Leggermente meglio del secondo, il
terzo sequel della saga che ha dato ancora più celebrità e fama
internazionale a Donner, Gibson e Glover, si prende meno sul serio,
parte con una roboante scena di deflagrazione, introduce quella che
poi sarà la compagna di Riggs e altre cosucce tutte niente male che
vedono anche protagonisti alcuni pezzi della famiglia, così come il
fatto che di film in film i nostri due protagonisti retrocedano o
aumentino di grado passando da un ruolo all'altro con una facilità
esagerata. Ci sono alcune scene diventate abbastanza cult come lo
scambio di battute tra Riggs e Cole prima di innamorarsi dove fanno a
gara per chi ha più ferite d'arma da fuoco e non solo sul corpo,
arrivando praticamente a spogliarsi per mostrare le cicatrici. Gli
elementi che fanno prendere il timone e deviare tutto verso una
parodia auto celebrativa rimangono comunque uno dei grossi limiti del
film, d'altronde l'obbiettivo è sempre stato ancora più che
rispetto ai due capitoli precedenti, quello di portare il fortunato
franchise action-poliziesco negli anni ’90 accentuandone l’elemento
comedy, mostrando come la coppia cominci ad invecchiare e soprattutto
Riggs ad essere meno folle e spietato, mantenendo per sempre al
centro della narrazione l’elemento che ha decretato il successo
internazionale della serie, ovvero quello della buddy-comedy con
digressione poliziesca in seguito molte volte imitata, ma mai
eguagliata.