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lunedì 4 gennaio 2021

Zombie(2020)


Titolo: Zombie(2020)
Regia: Giorgio Diritti
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Venezia, Capri, Hollywood
Giudizio: 4/5

È il giorno di Halloween. Camilla è fuori da scuola. Cerca con gli occhi il padre, ma ad aspettarla è la madre, Paola, che la porta in pasticceria e le dice di prendere quello che vuole: è un giorno speciale. Una volta a casa, Paola traveste la figlia da zombie: sta arrivando l'atteso momento del 'dolcetto o scherzetto'. Un cappuccio con due fori sugli occhi le copre il volto, Camilla osserva il paese animarsi per la festa dei morti, passeggia per le vie del paese mano nella mano con la madre che però...

Zombie è un altro dei corti più importanti di questa rassegna passato anche lui, come molti altri per festival come Venezia, il TFF o Cannes.
L'alienazione che porta genitori e famiglie disfunzionali e un distacco parentale ha fare le scelte più dolorose e indecorose nei confronti dei poveri e innocenti figli. In questo caso una madre che non riesce ad accettare la fine di una storia sapendo che il marito ha scelto una ragazza più giovane e affascinante di lei, usa la figlia per avere la sua vendetta o meglio per far vedere a Camilla quanto suo padre sia in realtà una vera merda. Non si salva nessuno, così la metafora di Diritti che sceglie abilmente Halloween, il trucco, la maschera e infine gli zombie


Tecnica


Titolo: Tecnica
Regia: Clemente De Muro e Davide Mardegan
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Torino Film Festival, Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Un racconto di iniziazione: la storia di Leonardo, figlio di un pastore, e di Cesare, un turista appena arrivato in paese, che gli insegnerà le migliori strategie per approcciarsi con le ragazze.

Clemente De Muro e Davide Mardegan (Italia) sono un duo di registi che lavorano con il nome CRIC. Nati e cresciuti in Italia hanno costruito la loro carriera all’estero girando film pubblicitari. La loro collaborazione è iniziata durante gli anni universitari nella facoltà di Lettere e filosofia. Si sono fatti notare con il loro primo spot autoprodotto, patrocinato da Poste Italiane, grazie al quale hanno vinto vari premi in festival nazionali ed internazionali. La tecnica è il loro primo lavoro non pubblicitario è si potrebbe riassumere in una semplice log-line come a volte un po di cultura possa servire per fare colpo su una ragazza, in questo caso l'apnea di Leonardo, una ventina di secondi, e quella delle balene, riuscendo proprio con questa semplice informazione a suscitare interesse nei confronti di una ragazzina.



Strumento della fama


Titolo: Strumento della fama
Regia: Jacopo Testone
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Ludovico Nenni è un attore trentenne che vive nello stesso teatro in cui lavora. Stanco di una situazione così instabile, accetta di fare un'audizione particolare in un luogo nascosto con persone eccentriche. L'audizione consiste in un “test di fama” in cui il candidato deve proiettarsi su una realtà virtuale e affrontare lo stress di essere una superstar. L'audizione lascerà a Ludovico un segno particolare anche a distanza di diversi mesi dalla sua fine, tanto che dovrà decidere quali valori deve abbandonare per diventare quello che vuole essere: un vero attore o solo una superstar?

Testone ci porta in un viaggio underground allucinato con una metafora interessante e giocata in maniera originale e funzionale. Cosa si è disposti a fare per la fama. Strizzando l'occhio a la Bigelow e uno dei suoi tanti capolavori STRANGE DAYS, bisogna superare una prova e se non si riesce si può ritentare senza contare che gli effetti sulla psiche e sui neuroni vengono messi a dura prova. Ludovico cerca così di provare e riprovare, indossando un caschetto dopo aver bussato alla porta di una strana Red Room con tanti e doverosi richiami. Simpatico e astuto il corto dell'autore che in quindici minuti riesce a portare a casa qualcosa di diverso dalla programmazione del festival.


Sottosuolo


Titolo: Sottosuolo
Regia: Antonio Abbate
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Cannes, Capri, Hollywood
Giudizio: 4/5

Antonio è un padre solo che vive con sua figlia adolescente. Il suo lavoro da giardiniere non basta più a sostenerli. Così inizia a lavorare come corriere per un caporale della zona, trasportando i braccianti ai campi. Quando uno di questi ragazzi scompare Antonio dovrà scegliere da che parte schierarsi.

Abbate parla di mafia, caporalato, sfruttamento dell'immigrazione e come abolire i sensi di colpa.
Con una metafora su cosa si cela dietro una porta, Antonio rappresenta perfettamente un uomo disilluso che nonostante una figlia educata e attenta che studia e si pone delle domande, ormai per lui la quotidianità e fatta di monotonia e accordi con un potere che non vuole combattere per paura e perchè in fondo ha scelto semplicemente di voltarsi dall'altra parte sapendo bene come gli interessi possano portare ad azioni terribili come sbarazzarsi di braccianti malaticci di cui nessuno in fondo sa niente, fantasmi senza identità.


Slow


Titolo: Slow
Regia: Giovanni Boscolo e Daniele Nozzi
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Da quando Marisa è andata in pensione la sua vita è profondamente cambiata: si sente inutile, abbandonata, senza uno scopo. Anche suo figlio la trascura e va a trovarla molto raramente. L'incontro con un'organizzazione segreta di pensionati le svela uno dei più grandi misteri della storia dell'umanità: il traffico stradale

Quando si è visti come fantasmi, senza ricevere attenzione dopo una vita di sacrifici, allora si viene scelti per questa sorta di organizzazione della terza età, dove l'obbiettivo è rallentare la vita di tutti i giorni, scegliendo la macchina simbolo del traffico e della fretta quotidiana per dare un segno anti violento ma figlio di una richiesta di attenzione. E' così tra toni scanzonati, teatrini molto simpatici si può finire con l'innamorarsi e presentare il futuro "padre" ad un figlio che sembra frastornato dopo questa sorta di rinascita della madre. Mi ha ricordato per alcuni aspetti COCOON.


Silence(2020)


Titolo: Silence(2020)
Regia: Sean Lionadh
Anno: 2020
Paese: Gran Bretagna
Festival: Torino Film Festival, Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Nell’isolamento del lockdown, un giovane uomo decide di restare in contatto con il mondo esterno attraverso i messaggi vocali dei suoi amici e dei suoi amanti. Quelle voci, però, che inizialmente sembrano riempire il silenzio e fargli compagnia, diventano sempre di più e sempre più cariche di sofferenza. L’uomo si trova così abitato da una moltitudine di solitudini. L’unica soluzione per placare quelle voci è trovare la propria attraverso la musica, e così ristabilire il silenzio.

11' in cui Lionadh ha filmato a Glasgow ciò che gli è successo, provando a dare una voce o meglio un silenzio alla crescita del disagio e della sofferenza. In un appartamento disordinato e nel caos, Lionadh sembra la dimostrazione di un disorientamento che aumenta con la condizione umana e l'incapacità di affrontare un disagio e saper leggere oltre. Allora ognuno trova un suo confinamento, Lionadh spegnendo i vocali e accendendo la musica.

SC 4


Titolo: SC 4
Regia: Eros D'Antona
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Una donna si risveglia all’interno dell’abitacolo della propria auto, cappottata. Cosa è successo? Chi è il colpevole? E soprattutto: chi è disposto a pagare il prezzo di raccontare la verità dietro le apparenze?

Eros D'Antona come i suoi fratelli, vivono di cinema con risultati tutto sommato seppur discutibili figli in fondo di una grande passione e amore per la settima arte.
Dopo CLOWNERY e DIE IN ONE DAY, il regista e sceneggiatore gira questo corto decisamente con una marcia in più per quanto concerne il ritmo e la sua inclinazione action.
Un incidente con tanti scomodi e inaspettati colpi di scena. Tre drammi, prima di arrivare a quella consapevolezza e ammissione che come spesso capita in questi frangenti porta ad una complicità di fatto perversa e con effetti micidiali. Ottimo il compartimento tecnico e convincente la prova attoriale.


Quaranta cavalli


Titolo: Quaranta cavalli
Regia: Luca Ciriello
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Venezia, Capri, Hollywood
Giudizio: 4/5

Le scorribande estive di un gruppo di ragazzini di Chioggia, i loro sogni sull’acqua e le loro aspettative. Stefanin, il protagonista, è un tuttofare, un piccolo uomo che a 16 anni ripara motori e va a pescare vongole. Durante le sere d’estate, per divertirsi va in giro con tutti i suoi amici su barchini con motori da 40 cavalli, musica reggaeton ad alto volume e luci led decorative. Alle volte vanno in laguna a corteggiare le ragazze che li aspettano sulla banchina, altre volte fanno un ponte di barche in mezzo alla laguna e scommettono su chi pescherà di più il giorno seguente. Un mondo fatto di illusioni, ironia ed energia, ma anche di sogni e speranze per il proprio futuro.

Quaranta cavalli è un altro dei corti italiani più belli e significativi di questo festival streaming donatoci da Mymovie. Stefanin è semplicemente il volto giusto, l'adolescente perfetto che anzichè pensare a studiare o a mille altre passioni dei suoi contemporanei, ragiona e si comporta da adulto, con la passione dei barchini, dei motori e delle ragazze imparando ed essendo a suo modo molto precoce. Dialetto veneto, ironia, sapersi destreggiare e uno spirito iperattivo che lo porta a rendersi protagonista quando è con gli amici, in famiglia e sapendo a 16 anni il fatto suo relegandosi una sua autonomia e indipendenza.


Playita


Titolo: Playita
Regia: Sonia Bertotti
Anno: 2020
Paese: Argentina
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

La cittadina di Corrientes, in estate. Sulle rive del Paraná, migliaia di famiglie competono per lo spazio, l’ombrellone e la sdraio. Priscila, una bambina di 7 anni a cui nessuno presta attenzione, parte alla ricerca di uno sfuggente venditore di giocattoli, allontanandosi dalla sua famiglia e avvicinandosi all'avventura.

Priscilla intraprende il suo viaggio dell'eroe sul litorale marino, senza ricevere attenzioni dal fratello impegnato a giocare a calcio sulla spiaggia con gli amici, della sorella alle prese con il cellulare e varie app e una madre intenta a riposarsi al sole. E così assistendo ad una piccola rapina ai danni di un bagnante, accarezzando un cavallo e sorridendo a tutto ciò che incontra, con pochi soldi alla mano, la piccola protagonista insegue l'uomo dei palloncini in un finale quasi onirico dove sembra nascondersi un'altra verità.

Patisserie de Jeunesse


Titolo: Patisserie de Jeunesse
Regia: Gianmarco di Traglia
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Antonio è un romantico. Non ha del tutto metabolizzato la fine della sua storia con Greta e la segue ovunque, anche solo per contemplarla da lontano. Finora lei si è limitata a urlargli contro non appena se ne accorge, ma una sera se lo ritrova dietro perfino mentre porta il cane a passeggio ed è la fine. Resistere alla tentazione di correrle sempre dietro è, tuttavia, difficile. Antonio somatizza, non trova pace. Cerca di riempire il vuoto della perdita tormentandosi, non riuscendo a stare fermo; Alfredo, il suo coinquilino, d'altro canto, terrorizzato dalla perdita dei capelli è sempre intento a nascondersi dallo sguardo altrui, fermo sul posto ad autocommiserarsi. Antonio non sa più dove sbattere la testa quando, un giorno, inaspettatamente il suo cellulare squilla: è Lei. Risponde cauto, preparandosi a un veleno che non arriva. Greta, nel frattempo, sta vivendo un momento drammatico e Antonio è l'unico che possa starle accanto. Imparare ad attendere è la prova più ardua della giovinezza.

Per avere una breve durata di cinque minuti il corto Di Traglia riesce in alcuni momenti ad essere addirittura soporifero. Una storia d'amore in b/n dove quando si è giovani semplicemente non si riesce a farsene una ragione e così nella depressione e la presa di coscienza che una storia è finita si cerca di consolare il proprio coinquilino alle prese con un problema di molti giovani ovvero la caduta dei capelli. Antonio Bannò è un attore che negli ultimi anni è emerso abbastanza, qui come in una commedia alla Garrell, sembra scimmiottare proprio Louis, senza averne il fascino e la grazia così come la regia che già dal nome cerca di citare un certo tipo di cinema, riuscendoci con i suoi pregi e difetti. Finale per fortuna non così scontato.


Nets


Titolo: Nets
Regia: Martina Aloia
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Sam, originario del Ghana, racconta la realtà disillusa promessa dal nonno. La sua storia e la sua vasca ricordano quella di mio padre, uomo calabrese del 1962, ma l’unica cosa che condividono è il Sud Italia

Nemmeno quattro minuti con una tecnica e una pulizia dell'immagine precisa ed elegante, sfruttando droni e tutto il necessario per raccontare una parte di storia di Sam, voce off, ricordi e flash back con una scena in un appartamento dove diversi fratelli chiedono alla sorella di uscire dal bagno mentre questa sembra voler sprofondare dentro la vasca. Chi entra e chi, come Sam, esce per ritrovare la vita dopo tutto ciò che ha dovuto lasciare prima di partire come gli amici e i fratelli. Un altro corto sul sociale, sul tema dei migranti, sull'abbandono e la solitudine.



Munhasir


Titolo: Munhasir
Regia: Yesim Tonbaz
Anno: 2020
Paese: Turchia
Festival: Torino Film Festival, Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Rimasta sola dopo la morte della figlia per una lunga malattia, mentre cerca di accettare il dolore, Fazilet trova un pacco destinato alla figlia. In cerca di informazioni, busserà di porta in porta fino a trasformare il pacco nella cosa più importante della sua vita.

Fazilet incarna perfettamente la perdita, una tragedia che come madre incarna un trauma senza parole che la nostra protagonista decide di affrontare in una lunga peregrinazione cercando e ottenendo informazioni che possano almeno darle un barlume di speranza e il sollievo fino al climax finale. Un corto scandito da un montaggio preciso, un volto perfettamente segnato dal dolore e un'ambiente che risulta una metafora perfetta su come spesso la società attorno a noi dimentichi facilmente alcune ferite che semplicemente non scompariranno mai.



Mosche


Titolo: Mosche
Regia: Edgardo Pistone
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Venezia, Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Le vicissitudini e le avventure di un gruppo di ragazzi, abbandonati a sé stessi mentre la vita, placida e sonnacchiosa in apparenza, scorre indisturbata. In balia dei demoni della crescita, della loro fantasia e della loro tracotanza, i ragazzi, come mosche che ronzano dal marciume alla seta, si trascineranno verso un epilogo tragico e irreparabile...

In un quarto d'ora, Pistone prende un manipolo di ragazzi di strada e li segue nella loro quotidianità fatta di abbandono, incontri con un gruppetto di ragazze e l'amicizia con gli outsider della società che come nelle regole del branco, sono le prime vittime sacrificali o i capri espiatori preferiti.
E' così pur citando tra le righe quell'omicidio in parte involontario che ha portato i protagonisti di Sleepers a finire in riformatorio, qui si calca lo stesso dramma con un b/n e una mdp che sembra incollata al gruppo di ragazzi. Finale con una sorta di ammissione, di dolorosa testimonianza su quanto una vita di stenti e senza regole possa portare a un destino immutabile.


Last Men


Titolo: Last Men
Regia: Adrien Jeannot
Anno: 2020
Paese: Francia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

In un paesaggio desertico, quasi apocalittico, un giovane uomo fugge inseguito da uno zombie. Una corse incessante, continua, che non accenna a fermarsi. Fino a quando l’unico sopravvissuto delle razza umana prende una decisione e costringe il suo inseguitore a interrompere la corsa.

Jeannot prende in prestito l'idea di It stainds at the sands red, con uno zombie che insegue la protagonista per tutto il film, per ribaltare il concetto e farci scoprire (l'elemento nascosto inizialmente è la parte più bella del corto) un protagonista che deve al suo inseguitore la vita dal momento che è stato salvato grazie a lui. Un sacrificio involontario che ha portato il nostro protagonista a tenersi accollato il suo salvatore/predatore fino al colpo di scena finale.



Italia chiamò

 

Titolo: Italia chiamò
Regia: Alessio di Cosimo
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 4/5

Aldo è un uomo di 78 anni che durante la quarantena ha perso sua moglie che si è ammalata di Coronavirus. Da quel momento, è rimasto chiuso in casa continuando il lockdown anche dopo la fine delle restrizioni imposte dal Governo. Una parte di sé è morta in quei giorni difficili, le sue emozioni, i suoi ricordi, la gioia di vivere; l’amore della sua vita se ne è andato e lui non ha potuto nemmeno darle l’ultimo saluto. La normalità per Aldo non potrà più tornare, anche se sua figlia Francesca, cercherà con tutte le sue forze di spronare il padre per metabolizzare il lutto e la sofferenza e continuare a vivere. Purtroppo si renderà conto che le ferite che quel nemico invisibile ha inferto nella mente del padre saranno irreversibili.

L'Italia chiamò è forse tra i cortometraggi italiani più interessanti in questo vastissimo programma del Capri, Hollywood in streaming su Mymovies.
Enigmatico, doloroso, drammatico, triste, attuale e decisamente contemporaneo, lo sguardo con cui Di Cosimo riflette sugli effetti del Covid su un anziano e la sua recente perdita. Tanti stereotipi come cantare l'inno di Mameli dal balcone, la paura di poter contagiare gli altri e un dolore difficile da accettare. Come per Aldo la vera sofferenza è quella a danno della figlia Francesca che senza la possibilità di elaborare un lutto si trova a dover sanare delle ferite che non le appartengono.

Colpevoli


Titolo: Colpevoli
Regia: Edoardo Paoli
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Un giovane uomo elegantemente vestito bussa alla porta. Chi lo apre sembra accoglierlo gentilmente, ma con il passare dei minuti un piano diabolico si affaccia nella sua mente. Un segreto che esige una vendetta

Pur senza lesinare clichè e una tematica molto attuale, il giovane Paoli ha la fortuna di avere due attori interessanti, Marescotti e Parisi, per questa sorta di disputa su un presunto tradimento e una finta richiesta di aiuto come detective quando invece la verità è un'altra.
Con un climax finale che non cerca di affondare nel vero dramma da cronaca, Colpevoli indaga su noi stessi e su come i media cerchino sempre di additare un colpevole anche quando la realtà è ben più complessa.


Branco


Titolo: Branco
Regia: Antonio Corsini
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

William è un adolescente ricco e problematico, che per passatempo organizza combattimenti tra cani insieme ad un gruppo di delinquenti che lui chiama amici. Quando mostrerà le sue vere origini alla ragazza di cui è innamorato, tutto cambierà.

Giovani allo sbaraglio, combattimenti tra cani come nel fantastico AMORES PERROS e una leggerezza nel vivere la quotidianità tra edifici abbandonati e corse in motorino.
Al centro un ragazzo che nasconde un segreto circa il suo benessere economico e un amore per l'unica del gruppo a cui non permette di avvicinarsi.
In nemmeno un quarto d'ora Corsini, crea di fatto una storia interessante, senza triangoli amorosi ma buttandola sulla consumazione di corpi (umani e animali), della spensieratezza e dell'impossibilità in una sotto cultura di avere dei segreti.
E allora quando si viene rifiutati, le conseguenze possono essere davvero drammatiche..

Arturo e il gabbiano


Titolo: Arturo e il gabbiano
Regia: Luca di Cecca
Anno: 2019
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Arturo ha quasi novant'anni. Vedovo da tempo, è abituato a stare da solo e le sue giornate le passa da pensionato, senza far nulla di particolare: passeggiando, sedendo in riva al mare, fingendo di ascoltare la radio. Poi un giorno gli capita tra le mani un giornale che pubblicizza macchine fotografiche e per un momento la possibilità di dedicarsi a un hobby è un colore diverso tra i vicoli di un paese vuoto e vecchio come lui. Il gabbiano che si è scelto come soggetto, però, sembra avere un'idea tutta diversa sulla fotografia perfetta e, quello che era nato come gioco per ingannare l'attesa, si trasforma ben presto in una piccola impresa che ha il passo lento dell'età, ma la stessa urgenza di libertà e fantasia del volo di un uccello.

Carpe Diem. Cogliere l'attimo. Uno scatto, una sfida con se stessi per un anziano che senza far ricorso alle moderne tecnologie digitali, compra una macchina fotografica vecchio stile per riuscire a fotografare un gabbiano che ogni giorno torna sempre nello stesso posto di fronte alla panchina dove è solito appostarsi il vecchio.
Un corto veloce e simpatico con una buona tecnica d'animazione in digitale.



Apollo 18


Titolo: Apollo 18
Regia: Marco Renda
Anno: 2019
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Un bambino vestito da astronauta è intento a giocare sulla spiaggia. La sua bicicletta trasformata in un razzo da qualche decorazione, si trova ai piedi di una pedana da cui inizierà un viaggio che copre distanze incalcolabili, tra le stelle. Nel bel mezzo della sua avventura nello spazio, però, il bambino fa un incontro a cui non è preparato, con quella che, volendo restare coerenti con la sua fantasia, è una creatura aliena.

Renda e la sua Gotham Productions. Non parliamo di un esordiente ma del regista del semi sconosciuto indie italico Edhel del 2017, una commedia drammatica che affronta ancora una volta temi sociali come la diversità e la solitudine, tema portante di questo cortometraggio. In 8' di storia c'è l'incontro e l'impatto tra diverse culture, un bambino e un naufrago, entrambi alla deriva, entrambi che si nascondono, come emarginati senza ancore di salvezza. Mentre il bambino sogna di decollare per raggiungere un altro pianeta, il naufrago viene portato dalle onde su una nuova terra che spera tanto possa garantirgli una vita migliore.