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domenica 13 dicembre 2015

We are fine

Titolo: We are fine
Regia: Henri Steinmetz
Anno: 2015
Paese: Germania
Festival: TFF 33°
Giudizio: 2/5

In un tempo storico misterioso, la vita di Tubbie, Tim, Jojo, Birdie e Marie ha preso una piega imprevedibile, come se le vacanze estive non fossero mai terminate. Stretti in un gruppo molto coeso, i cinque ragazzi si aggirano apparentemente senza uno scopo, come cani randagi, in una città anonima che non si cura di loro; nel caldo soffocante di una estate interminabile, vivono momenti di inattesa beatitudine. Ma ben presto questo gioco a nascondino con la realtà, questa fuga dal mondo mostrerà le sue conseguenze e le prime crepe inizieranno a minare l’unità del clan.

«Il film non spiega perché esista un gruppo come quello di cui fanno parte i cinque protagonisti. Mi sembrava più interessante studiare e osservare cosa succede proprio a causa della sua esistenza.
Che effetti ha l’appartenenza a questa vera e propria costellazione, sia per il gruppo nella sua totalità sia per il singolo? A quali cambiamenti vanno incontro i suoi membri? Come si comportano l’uno con l’altro, fino a dove riescono a spingersi e in quale momento l’unione si sfalderà?» dice il regista presentando la sua opera prima.
We are fine è un film sull'alienazione giovanile.
Minimale, barocco, con pochissimi dialoghi e composto per lo più di sguardi.
Alcuni hanno provato ad azzardare un paragone con il film manifesto di Kubrick sulla violenza, anche se completamente diverso, soprattuto negli intenti, mentre invece per la questione legata al branco, la divisione e la scansione in capitoli, la musica classica e per finire un' estetica elegantissima e mai volgare, forse qualche paragone può esserci ma qui di violenza ce n'è veramente poca.
Le scene di violenza sono sporadiche e quasi sempre esterne al branco.
L'assalto alle ville borghesi, i rallenty nella piscina, l'aggressività che emerge quando viene messo alla prova il leader Tubbie e un diverbio con un cameriere in un ristorrante.
Romantico, come nella scena in cui Tubbie osserva da dietro uno specchio, durante una festa, l'avvicinamento e le pulsioni sessuali di Marie e Tim. Dovrebbe arrabbiarsi, ma non ci riesce. Alla fine con un accendino apre una finestra per mostrarsi a loro. Però non basta e piccole soluzioni estetiche e visive non bastano a portare a galla una sommaria lenta routine che sembra non prendere mai una direzione.
We are fine si apre con una scena nel bosco catartica e davvero poetica, continua in un appartamento scarno composto per lo più da foglie e da strani passaggi segreti che conducono nelle altre stanze, con scatole di cartone.
Purtroppo però il film cade vittima del suo stesso esasperato estetismo che finisce con il diventare noioso e senza un vero obbiettivo.
Mostrare l'appartenenza è importante e si può farlo usando svariati stili di linguaggio.
Steinmetz sa sicuramente girare molto bene, fotografia e stile tecnico sono impeccabili.

Purtroppo però non riesce a costruire un'analisi vera e propria, bloccandosi su troppi elementi futili e bloccato infine da implosioni di cui spesso non si colgono i sensi.