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venerdì 9 gennaio 2015

Due giorni, una notte

Titolo: Due giorni, una notte
Regia: Dardenne
Anno: 2014
Paese: Belgio
Giudizio: 4/5

Sandra ha un marito Manu, due figli e un lavoro presso una piccolo azienda che realizza pannelli solari. Sandra 'aveva' un lavoro perché i colleghi sono stati messi di fronte a una scelta: se votano per il suo licenziamento (è considerata l'anello debole della catena produttiva perché ha sofferto di depressione anche se ora la situazione è migliorata) riceveranno un bonus di 1000 euro. In caso contrario non spetterà loro l'emolumento aggiuntivo. Grazie al sostegno di Manu, Sandra chiede una ripetizione della votazione in cui sia tutelata la segretezza. La ottiene ma ha un tempo limitatissimo per convincere chi le ha votato contro a cambiare parere.

Semplice e paradossale, ancora una volta lo sguardo neo-realista e contemporaneo della coppia di registi belgi, torna doverosamente a parlare di lavoro in una post-contemporaneità mai così precaria e preoccupante.
Ciò che lascia basiti ancora una volta in questa sorprendente commedia recitata con molta naturalezza e fisicità dalla Cotillard (per l'occasione smunta, un po' depressa e un po' sbattuta) è la cura del dettaglio e la caratterizzazione dei personaggi.
Con dialoghi taglienti e astuti nel mostrare fin dove può spingersi la sensibilità e la crudeltà umana, di fronte ad una madre sofferente ma in fondo coraggiosa, ancora una volta sorprende la volontà di sopravvivenza degli uomini, per cui non è necessario usare la scontata e abusata metafora della violenza ma basta "semplicemente" mostrare il mondo di oggi, così com'è senza particolari forzature.
Il tal senso, il neorealismo può essere molto più agghiacciante di qualsiasi horror o pseudo horror di sorta.
Senza stare a enfatizzare niente e nessuno, i Dardenne scelgono nel calderone di 16 persone che dovranno scegliere il destino di Sandra (di sesso ed età differenti) e in cui da una parte all'altra captiamo quasi tutti i mali della società, degli obbiettivi, c'è chi si nega, chi ha paura, chi ricorda un suo gesto di generosità del passato. Le etnie di provenienza sono le più diverse ma il senso di insicurezza profonda accomuna tutti e anche con questa presa di posizione i registi marcano ancora di più la loro assoluta trasparenza a trattare l'argomento.
La fragilità e l'umanità, sotto punti di vista diversi, sono ancora alla base della ricerca di un certo tipo di cinema autoriale dei registi.
Con un finale commovente in cui Sandra confida al marito di essere felice per aver fatto una scelta che di fatto la pone come vincitrice, anche se lavorativamente ha perso, Sandra vince infine la sua battaglia contro la depressione e con l'impeto e la forza di chi ha saputo rialzarsi.