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lunedì 20 aprile 2020

Vivarium


Titolo: Vivarium
Regia: Lorcan Finnegan
Anno: 2019
Paese: Irlanda
Giudizio: 4/5

Una coppia rimane intrappolata in un surreale labirinto.

Negli ultimi anni la sci fi sta regalando e alternando opere colte e prodotti d’intrattenimento.
Vivarium è una riflessione profonda sugli obblighi morali che la società (ma di che tipo) sembra metterci davanti alla porta di casa come un figlio che non è nostro di cui prenderci cura, un’idea di felicità vaga ed effimera, una vita da gregari fino alla morte dove saremo sostituiti da altri non umani che come cloni di noi stessi, o provando ad esserlo, porteranno avanti una burocrazia umana grigia e senza forme e colori.
In un modello ideale dove le nuvole sono tutte uguali così come le case, i colori, ciò che si mangia, ciò che si deve pensare e fare, Eisenberg e la Poots, insieme già visti nel divertentissimo quanto malato Art of self defence, sono pedine di un quadro di intenti spaventoso e atroce. Alieni travestiti da umani impongono le loro regole per creare una specie che tra varchi e portali su altri mondi o realtà sembra sbarazzarsi di noi e prediligere una natura monotona senza danni e vivendo privi di una morale un futuro che sembra un limbo di psicosi.
E’strano apostrofare l’opera seconda di Finnegan se non con qualcosa che ci passa attraverso, una nebbia composta da un’atmosfera anomala, malsana e grottesca, perturbante, qualcosa che ci mette di fronte a diritti e doveri come un potare avanti un esistenza ripetitiva e monotona.
Un figlio che spia, urla, si nutre del vuoto e cresce spasmodicamente per trovare il suo spazio seppellendo la natura umana e clonandola per modellarla a suo piacimento.
Vivarium è un incubo dove le tenebre non si vedono mai perchè sono nascoste maledette bene.