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domenica 24 aprile 2016

Baskin


Titolo: Baskin
Regia: Can Evrenol
Anno: 2015
Paese: Turchia
Giudizio: 4/5

Un gruppo di poliziotti turchi, chiamati in una desolata area urbana, si ritrovano faccia a faccia con la squallida e insanguinata tana di un rituale satanico in un edificio abbandonato.

Mi ero sbagliato. La prima volta che vidi Baskin, appena uscito, ero rimasto tra i moderati, ovvero quelli che si erano esaltati ma avevano messo un po in croce la storia misera e il finale davvero enigmatico e filosofico ma soprattutto archetipico, psicanalitico e onirico, prendendo in prestito e attingendo dalle religioni orientali ma di fatto lasciando il seme del dubbio che sia stato chiaro o no almeno per chi la scritto.
Un film che però assieme a Void ha decretato due grand guignol dello splatter, due filmoni in cui sette da una parte e orrore cosmico dall'altra ci hanno regalato momenti di pura estasi.
Se togliamo davvero il finale, la trama, la caratterizzazione dei personaggi (quasi tutto insomma) il film rimane comunque sporco e grezzo e vive di luce propria pur senza preoccuparsi del resto.
Un buddy movie tra poliziotti corrotti che abusano per tutto il tempo del loro potere fino a che non arrivano in questa sorta di mausoleo abbandonato dove sta succedendo il finimondo.
Anche quando entriamo nel clou della storia ovvero il punto dove convoglia tutta l'azione, di per sè quello che capita all'interno avviene in maniera piuttosto affrettata e senza metterci troppo tempo ci troviamo già nelle cantine alle prese con la tortura e il rituale.
Per non parlare poi di Mehmet Cerrahoglu che davvero risulta spaventoso, il perfetto leader freak della setta, aderendo perfettamente ad un personaggio inquietante. Qui un grandissimo merito bisogna anche darlo alla XYZ films, ovvero niente di meno che la casa di produzione creata nel 2008 con l’intento di scovare talenti registici in giro per l’Orbe terraqueo con risultati come Raid 2, Spring, Frankenstein's Army, Invitation.
Evrenol è un regista ebreo turco, sconosciuto ma che qui al suo esordio se ne esce con un film assolutamente indimenticabile e sorprendente per come sia stato intessuto di elementi squisitamente aderenti e funzionali al genere. Uno dei quei film in cui la messa in scena supera tutto il resto e la trama pur striminzita rimane comunque il collante giusto per far tornare quasi tutto fino al climax finale. Un film davvero grondante sangue e frattaglie, con famiglie di bifolchi che vivono in mezzo ad una strada raccogliendo rane, a incubi feroci, sogni dentro al sogno e un'aldilà a cui ognuno di noi sembra dare una spiegazione e un'importanza diversa chi aspettandolo e andandoci incontro sacrificando la vittima prescelta o chi ne ha solamente una paura fottuta e prega sperando che il suo aldilà possa essere celestiale e meraviglioso.