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venerdì 9 luglio 2021

Homunculus


Titolo: Homunculus
Regia: Takashi Shimizu
Anno: 2021
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Susumu Nakoshi, un uomo sulla trentina che vive sostanzialmente nella sua macchina, in qualche modo viene convinto a lasciare che Manabu Ito, uno studente di medicina con strane aspirazioni e modi misteriosi, lo sottoponga a trapanazione. Tale operazione consiste nel praticare un foro nel cranio del paziente per “alleviare la pressione cerebrale”, nella speranza che questi possa aprire il proprio terzo occhio spirituale. All’inizio Nakoshi è riluttante, ma poi accetta ingolosito dal premio di 700.000 yen. Dopo l’intervento, si rende conto che quando chiude l’occhio destro può vedere le persone attraverso un prisma distorto, che di solito ha qualcosa a che fare con i loro pensieri e i ricordi interiori. Nokoshi inizia allora a comunicare con le persone, per provare a ‘salvarle’. O qualcosa di simile. Un grande successo insomma, che spinge Ito a chiedergli di iniziare a documentare queste esperienze.
 
Takashi Shimizu è un regista abbastanza prolifico salito sull'olimpo dei registi horror nipponici con la saga di GRUDGE ma che aveva stupito con un horror malsano e davvero atipico girato con due soldi, un piccolo cult di nome MAREBITO, una delle cose più belle dell'horror giapponese di sempre e interpretato da Shin'ya Tsukamoto. Abbandonando i ghost-movie e quindi i j-horror, Shimizu ritorna in cattedra con un'opera complessa e ambiziosa, un esperimento particolare che vede un senzatetto mettersi alla mercè di un ricco figlio di un medico per un'operazione assolutamente fuori di testa.
L'idea del film è la più coraggiosa in assoluto, gli effetti che questo dono comporta sono visivamente molto interessanti e ricchi di fantasia e immaginazione.
Eppure Homunculus ad un certo punto prende una pista complessa in grado di seppellire quanto di buono per una sorta di vendetta e redenzione. Un riappropriarsi di una parte di memoria scomparsa che lascia il protagonista in un limbo per cui diventa un barbone, come se qualcosa nel suo passato fosse responsabile di questo cambiamento.
L'homunculus poi è una strada interessante, l'idea di poter vedere ciò che gli altri non possono riuscendo a trasformarsi in una sorta di psicoterapeuta intuendo i segreti nascosti degli altri è un altro elemento di spicco che però ad un certo punto il film perde anche se alcune parentesi come quella del boss della yakuza sono grottesche e divertenti al punto giusto.
E'un film davvero anomalo e originale per certi versi l'ultima opera di Shimizu, il quale cerca di andare controcorrente misurandosi con un'opera diversa dopo che la sua filmografia ruotata per buona parte intorno ai j-horror e ai remake voluti dagli americani dei suoi stessi film.