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venerdì 26 aprile 2024

Anything for Jackson


Titolo: Anything for Jackson
Regia: Justin G. Dyck
Anno: 2020
Paese: Canada
Giudizio: 4/5

Ognuno ha qualcuno per cui sarebbe disposto a far qualsiasi cosa. Per Audrey ed Henry Walsh questo qualcuno è Jackson, il nipotino di due anni che viene loro strappato da un incidente d'auto in cui muore anche la loro amata figlia. I principi della loro religione suggeriscono che la figlia abbia raggiunto oramai la pace eterna e che invece il nipotino, per via della sua tenera età, potrebbe ritornare in vita qualora vi sia un corpo disposto a ospitarlo. Henry, che di lavoro è un ostetrico, individua la persona adatta a tale scopo in Becker, una futura madre single alle prese con i dubbi sulla sua inaspettata gravidanza. Qualcosa però non andrà per il verso giusto.
 
Wtf. Il flm si apre in un modo che lascia pensare al classico schema ormai abusato nel genere ovvero una coppia di anziani che tortura una giovane per qualche strano motivo.
Quindi alla base una vecchia coppia di psicopatici che stanno provando ad elaborare un lutto importante come quello del nipote e nel loro diabolico piano c'è di mezzo una ragazza.
Eppure poi il film come gli horror interessanti, devia, cerca strade assurde e alcuni momenti davvero bizzarri dove vediamo riti satanici, demoni, creature in bilico tra la vita e la morte ma soprattutto il cambio drastico di prospettive dove se all'inizio cercavamo di trovare tutti i possibili modi per odiare i Walsh alla fine visto quello che succederà verrà quasi da compatirli.
Un film che osa e mescola mischiando le carte e tenendo sempre la suspance su un buon livello.
Superiore, di molto, alla bassa media dei recenti titoli di genere, Anything for Jackson è un film raffinato, elegante, affascinante e soprattutto in grado di trasmettere, attraverso lo schermo, quelle emozioni (inquietudine, paura, delusione, angoscia, mistero) che hanno da sempre contraddistinto il miglior cinema horror.

Aberrance


Titolo: Aberrance
Regia: Baatar Batsukh
Anno: 2022
Paese: Mongolia
Giudizio: 3/5

Una coppia separata si ritira nel bosco. Vicini inquietanti, amici frivoli e forze oscure e invisibili portano a una conclusione scioccante
 
Aberrance è un thriller psicologico abbastanza coinvolgente se non altro perchè riprendendo un tema abbastanza classico come un rapporto di coppia disfunzionale riesce soprattutto nel finale a regalare alcuni interessanti colpi di scena. Il personaggio poi di Selenge è quel tipico esempio di donna molto bella e fragile ma continuamente colpita da incubi e allucinazioni e il suo rapporto con Erkhme riesce ad avere un disequilibrio tale da lasciare sempre il pubblico col dubbio di capire cosa realmente stia succedendo. Il piano diabolico della dottoressa, questo vicino atipico, le amiche di Selenge, tutto potrebbe far sembrare ad una sorta di dramma da camera quando invece nel finale ci rendiamo conto che gli interessi e le parti in causa sono molto più crudeli e spietate arrivando a chiamare in causa una setta disposta a tutto per avere il bambino di Selenge.
C'è da dire inoltre che il cinema mongolo non ha tutto questo successo da noi come in altre parti del mondo per cui è sempre interessante visionare opere di questo tipo attraverso lenti di paesi per noi così sconosciuti

mercoledì 7 giugno 2023

Huesera


Titolo: Huesera
Regia: Michelle Garza Cervera
Anno: 2022
Paese: Messico
Giudizio: 3/5

Valeria sogna da tempo di diventare madre. Dopo aver appreso di essere incinta, si aspetta di sentirsi felice, ma qualcosa non va.
 
Huesera è un indie horror semi folkloristico di quelli che trattano il tema della maternità e del sodalizio con la fede e le superstizioni. Un esordio coraggioso e importante che sigla il talento e l'attenzione ancora una volta innegabile per questo tipo di tematiche per regalare nonchè restituire pezzi di cultura locale e tradizioni del proprio paese. Huesera parte anche con un'impennata che lascia presagire una deriva da ghost stories fino a che Valeria vede questa sorta di persone sfigurate e assiste a suicidi che poi così non sono. Il film non risparmia una certa dose di violenza a profusione così come sangue e tutto il resto..d'altronde la Cervera arriva da quel Mexico Barbaro davvero grandguignolesco. E nella storia di emancipazione di Valeria scopriamo il suo passato, la sua propensione sessuale, il fatto che crescendo sembra essersi macchiata di alcune colpe che le streghe locali collegano con il fatto che non possa essere una buona madre arrivando a prendere in esame un rito oscuro e pericoloso. Lo sdoppiamento di personalità, la presenza che sembra oscurarla, il suo bambino rapito e nascosto addirittura per tutta la notte nel frigorifero, sono tutti elementi che portano ad un continuum di un'atmosfera quando mai congeniale e ispirata che riesce a creare e depositare ansia nello spettatore attraverso gli occhi spaesati della sua ottima protagonista

lunedì 20 febbraio 2023

Junji Ito Maniac


Titolo: Junji Ito Maniac
Regia: Shinobu Tagashira
Anno: 2023
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 4/5

The Strange Hikizuri Siblings segue una coppia che studia i fantasmi e partecipa alle sedute spiritiche di una famiglia disfunzionale di sei fratelli.
The Story of the Mysterious Tunnel e Ice-Cream Bus sono incentrati su un laboratorio che indaga presenza fantasmagoriche radioattive e su un camioncino dei gelati che fa letteralmente squagliare di passione
Hanging Balloon è la cronaca dell’invasione di palloncini giganti assassini
Four x Four Walls e The Sandman’s Lair registrano i dispetti del diabolico Soichi nei confronti del fratello che cerca di studiare e la discesa nella follia di un uomo perseguitato dal suo alter ego di un’altra realtà
Intruder e Long Hair in the Attic sono ambientati in case dove Oshikiri sente misteriosi passi e Chiemi si trasforma in uno spirito di vendetta
Mold e Library Vision parlano di luoghi portatori di morte – la prima è divorata dalla muffa e la seconda è arredata con una libreria i cui libri ossessionano il proprietario.
Tomb Town segue Tsuyoshi e Kaoru raggiungere una cittadina dove le tombe sono erette nel punto esatto in cui si ritrovavano i morti al momento del decesso.
Layers of Terror e The Thing that Drifted Ashore narrano di Reimi, una donna fatta di strati di sé stessa come gli anelli di un albero e di una creatura marina con strani ospiti dentro di sé
Tomie indaga l’esistenza di una studentessa con un segreto spaventoso
Unendurable Labyrinth e The Bully sono incentrati su tre ragazze ospiti di un monastero buddista e di una ragazzina che bullizza un bimbo più piccolo
Alley e Headless Statue hanno per protagonisti un giovane che va a vivere accanto a un vicolo dove si è consumato un delitto e un artista che costruisce manichini senza testa
Whispering Woman e Soichi's Beloved Pet narrano di una donna incaricata di istruire una ragazzina su ogni singola azione e sul ritrovato Soichi alla prese con un adorabile gatto maledetto.

Per chi non conoscesse le opere di Ito, questa serie antologica potrebbe essere un primo valido approccio. Nonostante si sia detto peste e corna di questa ennesima serie targata Netflix, il risultato non è affatto male. Certo alterna cose molto buone con altre meno, ma rimane una carrellata generale sulla politica d'autore e sulle suggestioni che passano nella mente dell'outsider nipponico.
Abbiamo di tutto in quella che appare spesso con un'atmosfera grottesca, macabra e disturbante.
Maledizioni con tanto di evocazioni grazie a sedute spiritiche, spettri, fenomeni paranormali, vecchi personaggi che tornano come Tomie la femme fatale immortale e Soichi che a causa della sua carenza di ferro ama tenere in bocca dei chiodi e non ultimo Uzumaki. C'è tanto body horror, orrore cosmico, case infestate, j-horror, la muffa che corrode la casa, entità mostruose, teste a palloncino che terrorizzano e impiccano la gente, la famiglia di personaggi inquietanti, in tutto questo facendo un exursus che oscilla tra il grottesco, l'horror e il folclore giapponese.
Pur avendo una gestione diversa rispetto all'impatto della storia, alle vicende narrate, ad uno sbilanciamento di ritmo per quanto concerne la narrazione e la sensazione di un cliffhanger finale non proprio ben riuscito, la serie si dimostra più che valida. Una visione onirica, un incubo di qualcuno dei protagonisti, se non dell'autore stesso che propone spessissimo narrazioni in cui l'inquietudine sale col procedere delle vicende e dove violenza e orrore seguono spesso un'escalation folle e sanguinosa in grado di tenerci con gli occhi fissi sullo schermo fino all'ultimo secondo.

sabato 28 gennaio 2023

She Will


Titolo: She Will
Regia: Charlotte Colbert
Anno: 2021
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Veronica Ghent, anziana star del cinema, dopo un invasivo intervento chirurgico decide di ritirarsi in Scozia, per riprendersi dagli effetti della delicata operazione. È seguita dall'infermiera Desi, che l'accompagna sin dall'inizio con un lungo viaggio in treno, necessario per raggiungere quello che Veronica crede essere un luogo "solitario". All'arrivo, però, l'attrice scopre che il posto è tutt'altro che solitario, essendo frequentato da un gruppo di stravaganti artisti guidati da Tirador. Una leggenda locale narra che nel terreno circostante siano ancora presenti le ceneri di alcune sventurate "streghe", giustiziate su un rogo nel 1722. Veronica è diventata celebre all'età di tredici anni, interpretando un film diretto da Eric Hathbourne, un regista con il quale pare abbia avuto, all'epoca, una relazione sessuale inappropriata. Suggestionata dal posto, dal trauma della mastectomia, dall'idea di tornare a lavorare con Hathbourne in un remake del film che l'ha resa famosa e da vaghi ricordi d'infanzia, Veronica inizia a sperimentare strani sogni, durante i quali entra in connessione con le vittime accusate di stregoneria, arse sul rogo in passato.
 
She Will è meraviglioso quanto strano e scritto in modo fin troppo particolare. Un film girato in maniera straordinaria anche se al contempo risulta macchinoso dove l'inserimento del folklore e degli elementi naturali seppur suggestivi non trovano sempre la giusta collocazione. Un film femminista che regala i momenti migliori nei suoi silenzi, nell'interrogarsi di cosa stia succedendo a Veronica, di quali suggestioni la stiano accompagnando prima della possessione a differenza invece del tentativo di stupro a danno della sua infermiera Desi da parte di un bifolco del villaggio che le offre dei funghetti allucinogeni. C'è il tema della stregoneria, della caccia alle streghe, della natura che custodisce tracce del passato oscuro è profetica della morale della favola, ma tutto rimane sullo sfondo venendo solo accuratamente messo in scena come delle visioni sfrenate simboliche e allegoriche che sebbene sembrino profetiche in realtà vengono poi messe tutte da parte. Così come tutta la critica molto retorica sull'abuso sessuale della protagonista avuta da piccola da parte del regista, dei diritti delle donne e il bisogno di vendicarsi di lui come di tutti gli uomini che commettono violenze e che servono per vendicare quelle streghe messe al rogo in passato dai loro carnefici

domenica 20 novembre 2022

V/h/s 94


Titolo: V/h/s 94
Regia: AA,VV
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un misterioso nastro VHS conduce una squadra di polizia S.W.A.T. alla scoperta di un culto sinistro, che colleziona materiale preregistrato dall'aspetto inquietante. Ogni video nasconde una storia e ne vengono visionati quattro. In Storm drain la giornalista di Channel 6 - Holly Marciano - indaga, assieme al cameraman Jeff, sulla leggenda dell'Uomo Ratto, una strana creatura metà uomo e metà topo. The empty wake racconta di una giovane donna, Hayley, sola di notte in una sala di pompe funebri, decisa a condurre una veglia funebre. Il tempo passa, senza che nessun visitatore acceda al locale, sino a quando la sua attenzione viene attratta da rumori provenire dall'interno della bara. The subject, propone un'unità di polizia che irrompe nel laboratorio di uno scienziato folle, il Dr. James Suhendra, intenzionato a trasformare le persone in cyborg. Infine, in Terror assistiamo alle attività di un gruppo di estremisti armati, denominato "First Patriots Movement Militia", che sta pianificando di assaltare un edificio federale facendo ricorso a una mostruosa creatura.

V/h/s 94 come sempre è una piccola antologia sporca e cattiva, lurida e piena di cose che nessuno vorrebbe mai vedere per questo la trovo una delle antologie horror migliori degli ultimi anni. Semplicemente è libera da ogni freno inibitore che tante altre serie per problemi di distribuzione, target da rispettare, non hanno quella presunzione e quel wtf che in questa saga invece naviga libero da ogni regola e schema. C'è anche da dire che non sono proprio tutti riusciti, ci sono i soliti alti e bassi ma qui con Storm e Subject si naviga molto in alto mentre tutti gli altri rimangono comunque ben al di sopra della sufficienza. Insomma una bella sorpresa dopo l'ultimo VIRAL del 2014 una delusione totale. Sette, bifolchi estremisti alle prese con qualcosa più grande di loro, rituali per svegliare i morti, creature che vivono nelle fogne è vengono adorati come una divinità e infine esperimenti a danno di esseri umani per i piani folli di un medico sadico e pazzo. Tutto questo poi come sempre per i mockumentary sporcando ed elaborando le riprese in formato vhs deperito con sputinature e salti di immagine disturbandola e spesso falciandola di netto per poi riprenderla.

giovedì 29 settembre 2022

Glorious (2022)


Titolo: Glorious (2022)
Regia: Rebekah McKendry
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Durante un viaggio notturno, Wes si ferma in una tranquilla area di sosta in mezzo a un bosco. La macchina è carica di effetti personali, tra i quali un orsacchiotto e una misteriosa scatola rossa. Nel corso della notte rimarrà lì, dandosi all'alcol per dimenticare la traumatica recente rottura con la sua ragazza. Quando al mattino si sveglia, con i postumi della sbornia e senza pantaloni, si precipita nel bagno per vomitare, solo per essere disturbato dal suono di una voce amichevole proveniente dal box adiacente. Appartiene a JK Simmons e dice di chiamarsi Ghat. Le loro battute all'inizio sono giocose. Simmons, che parla senza mai farsi vedere, è gentile e curioso, finché non diventa più sinistro e inquietante.

Glorious è un indie horror low budget davvero sfizioso e molto furbo nel giocarsela praticamente in un'unica location (un cesso) e mostrando le peripezie di un fallito qualsiasi alle prese con il primogenito di Cthulhu. Un buco parlante che richiama quel bel film Deep Dark, dove la voce realizzava i sogni più selvaggi mentre qui arriva niente poco di meno che come una richiesta d'aiuto per salvare l'universo in un filone che ancora una volta richiama l'orrore cosmico.
La McKendry allora edulcora tutto sposando quell'horror purpureo, schizzato e allucinato con colori sparati da neon intrusivi che servono a lacerare quelle poche certezze di Wes. Un protagonista poi che si identifica con il suo stesso carnefice divino mostrando solo verso il climax finale la sua reale personalità, multi sfaccettata e complessa staccando la spina dell'empatia e mostrando infine spogliato della presunta innocenza quello che è realmente come d'altronde Ghat.
"C'era una volta un essere di pura energia, tutto solo in un oceano di infinito nulla. Fino a quando non ha scoperto il potere di dare forma fisica ai suoi pensieri e ai sentimenti. Questo potere lo disturbò molto. Non riusciva a impedire che questi pensieri e sentimenti riempissero il vuoto assoluto. Divennero i suoi figli indesiderati. Infuriato dalla loro presenza, decise di distruggerli. Durante il conflitto il figlio maggiore gli tagliò il fianco. Il sangue che sgorgava dalla ferita riempì il nulla infinito, diventando i pianeti, le stelle e la vita. Osservò con orrore il suo prezioso vuoto, pieno di sentimenti. Pregò i suoi figli di chiudere la ferita, di impedire che si formasse altra nuova vita. I suoi figli acconsentirono, ma solo se avesse lasciato che questa nuova vita continuasse ad esistere. Accettò. Ma detestava così tanto l'umanità da creare segretamente un essere di pura distruzione, capace di eliminare tutta la vita e ritornare al nulla infinito. Creò me."

lunedì 19 settembre 2022

Hatching (2021)


Titolo: Hatching (2021)
Regia: Hanna Bergholm
Anno: 2021
Paese: Finlandia
Giudizio: 3/5

Una giovane ginnasta che cerca disperatamente di compiacere la madre esigente, scopre uno strano uovo. Lo nasconde e lo tiene al caldo, ma quando si schiude, ciò che emerge li sconvolge tutti
 
Dalla Finlandia nell'horror c'è sempre stata una profonda spaccatura. O pellicole davvero molto intense e interessanti come SaunaDogs don’t wear pantsTrasporto Eccezionale-Un racconto di NataleEuthanizer oppure semi trashate a volte davvero ridicole come Dark FloorsRendelIt cames from the desertImaginaerum.
Hatching secondo me è una perfetta via di mezzo pur essendo un body horror, un dramma sociale, un film in parte fortemente politico nel deflagrare un finto modello di famiglia patinata borghese che cova segreti nascosti.
C'è la nascita, il proibito, il doppelanger, la vendetta e la rivalsa, mistero e pathos dove la mano di una donna dietro la mdp rende bene una storia che presenta sotto testi interessanti come la maternità ed il conflitto generazionale tutto al femminile, dove gli uomini sono soltanto testimoni come viene espresso meglio che mai dal padre della protagonista, un personaggio di una passività inquietante.
Dispiace per il budget soprattutto nelle scene in cg dove l'uccello nato dall'uovo comincia a crescere e si vedono i limiti nella resa che a volte scade davvero in risultati pessimi.
Raccontando una storia a più livelli dove non sempre il ritmo è in armonia con la messa in scena e dove la recitazione gode per fortuna di intense performance, il film della Bergholm porta in scena la metafora per cui la schiusa è un orrore inquietante sul mostro che si nasconde dietro e dentro la perfezione.

martedì 23 agosto 2022

Crimes of the future


Titolo: Crimes of the future
Regia: David Cronemberg
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 5/5

Dopo aver scoperto che suo figlio ha mangiato un secchio di plastica alla stregua di cibo reale, una donna lo uccide per poi avvisare il padre del bambino e costituirsi alla polizia. Nel frattempo si snoda la vicenda personale di Saul, uomo affetto da una continua formazione di nuovi organi che rimuove con l'aiuto dell'ex chirurgo Caprice in una serie di vere e proprie performance d'arte concettuale. Avvicinati da più realtà interessate alla loro attività, i due vivono in una società in cui l'evoluzione umana ha ormai preso pieghe molto particolari, in cui una quasi totale perdita del senso del dolore ha trasformato l'esecuzione di ferite in un atto estremamente erotico. Quando Clarice e Saul sono al massimo della loro fama, i due vengono avvicinati dal padre del bambino assassinato, il quale fa parte di una setta i cui membri si sono fatti impiantare degli organi che li rendono capaci di nutrirsi di plastica. L'uomo vuole che i due pratichino un'autopsia pubblica del bambino affinché il mondo venga finalmente a conoscenza del loro credo, ma non sa che Saul fa il doppio gioco con un poliziotto il cui scopo principale è proprio arrestare lui e gli altri membri della setta.
 
- La chirurgia è il nuovo sesso -
A volte ritornano..avevamo bisogno della vecchia scuola, dei vecchi maestri, di chi ci ha educato a sconquassarci la mente. Di chi ci ha fatto provare gioia e dolore, estasi e brividi. Di quei pochi e ispirati profeti che si sono distinti nella settima arte. Cronemberg a 360° in grado di chiudere e ampliare una tematica assolutamente sua, di staccarsi dai suoi film precedenti ritornando a sposare la sua vera anima del body horror. L'autore riesce a deliziarci con scene autentiche, raccapriccianti, poetiche e romantiche, di creare ancora una volta accessori fantascientifici, di chiudere i freak in arene dove artisti perfomativi diventano fenomeni di una realtà ambigua che rifugge dal nostro concetto di modernità post contemporanea e consumista. Una società ibrida, dove la vecchia nuova carne e la transizione al post umano, viene ormai accolta con pacata rassegnazione, nella piena coscienza della sua inevitabilità. Da questo punto di vista i silenziosi protagonisti in particolare Saul rappresentano l'ineluttabilità di una nuova specie ormai esposta e portata all'esibizionismo nel rimuovere dal corpo quegli organi vestigiali che crescono naturalmente dentro di lui, a causa di una condizione nota come “sindrome di evoluzione accelerata”. Dall'altra parte una setta assurda e in parte complottista è riuscita a modificare il proprio apparato digerente al fine di assimilare materiali sintetici ( la scena della plastica come di quella nuova barretta sono di per se totalmente appaganti).
L'ambientazione asettica, il noir, la pacatezza dei toni e un'azione che non accenna mai a comparire lasciando tutto con una eleganza e leggerezza pregevole sembra però dall'altra parte accostata ad una critica del regista come emblema di una desensibilizzazione che porta all’apatia, proprio l’opposto di ciò che intende fare l’arte performativa. Gesti artistici sempre più estremi, la sparizione del dolore fisico, tutto sembra ormai una profezia celebrata da Cronemberg anche e proprio a proposito del destino del cinema autoriale dopo sette anni di inattività e la disperata difficoltà a trovare fondi per produrre la sua arte.

Alienween


Titolo: Alienween
Regia: Federico Sfascia
Anno: 2016
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Halloween, quattro amici di vecchia data, splendide ragazze e una mortale invasione aliena che li costringerà ad affrontare mostri di ogni tipo… Compresi quelli del loro passato. Alienween: una festa che è la fine del mondo

E' la prima volta che mi affaccio al cinema indie di Sfascia. Alienween è un bel b movie, low budget, schizzato, splatter e folle. Un trip lisergico dove tra sound effect, sound designer, spappolamenti e tanta tanta melma e scioglimento di budella, il regista italiano confeziona un piccolo gioiello horror/scifi/comico/demenziale/trash in cui praticamente in un'unica location cerca di non farsi mancare niente tra alieni, possessioni, trasformazioni, corpi liquidi e membri che si sciolgono.
In tutto questo cerca pure una modellata storia d'amore che cerca come può di dare un senso all'amor proprio del protagonista, al suo cercare di redimersi e avere un obbiettivo salvando la donzella/prostituta/tossica con un passato avverso. Alienween non avendo pretese con il solo obbiettivo di intrattenere è quel eighties nostalgico ripreso con tendenze e colori new age con una fotografia al neon tutta sparata di colori rossi e blu dove tra alieni gommosi con teste a forma di zucca e creature varie che tendono a sciogliersi senza contare un ritmo e un montaggio schizzato, ci troviamo di fronte ad una piccola chicca sconosciuta del panorama indie italiano.


sabato 18 giugno 2022

You wan't be alone


Titolo: You wan't be alone
Regia: Goran Stolevski
Anno: 2022
Paese: Serbia
Giudizio: 4/5

In un villaggio di montagna isolato nella Macedonia del XIX secolo, una giovane ragazza viene rapita e poi trasformata in una strega da uno spirito antico.

Pensavo di aver visto ogni sorta di film sulle streghe ma Stolevski porta un'interpretazione del tutto nuovo ed efficace sul tema. Al di là degli eccessi nei manierismi tecnici dove pur con metodo il regista non è Terrence Mallick, la storia è un folk horror atipico con delle incursioni originali sul trasformismo della strega e su come essa per la prima volta si impossessi anche di corpi maschili.
You wan't be alone è un film drammatico, triste per come renda difficile la vita per i suoi personaggi, dove nulla viene lasciato al caso ma scandito con violenza, pianti dirotti, inconsapevolezza, sguardi e silenzi nella totale assenza di azione o di scene particolarmente concitate.
E' una fiaba molto nera che solo nel climax finale cerca di riappropriarsi di qualcosa che sembrava non conoscere, la dolcezza. La "mangiatrice di lupi" è una strega che c'è da sempre, come nel folklore e nella mitologia locale, passando da fattoria in fattoria per nutrirsi di sangue che le serve per le sue trasformazioni e chiedendo ogni tanto un tributo (una bambina).
La "vecchia zitella Maria" ha una storia molto triste, voleva solo essere amata, ma le hanno regalato solo violenza prima di bruciarla viva. La sua non è propriamente una vendetta ma l'aver bisogno di crescere un'adepta secondo le sue rigide regole tutte votate alla ricerca di sangue.
Un film molto intenso, teso e duro come il marmo per come nulla venga mai sdolcinato e dove le scene emotivamente "romantiche" seppur con il contagocce quando ci sono riescono ad essere empaticamente meravigliose.


giovedì 12 maggio 2022

Seed (2021)


Titolo: Seed (2021)
Regia: Sam Walker
Anno: 2021
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5

Quello che inizia come un weekend di ragazze nel deserto del Mojave diventa una storia di orrore, morte e invasione aliena.
 
A volte non mi spiego il pubblico. Seed è una figata totale detto da uno che mastica gli horror come gli smanettoni masticano i porno. E qui nell'opera prima di Walker c'è tanta carica erotica. Un alieno che penetra le protagoniste in un gioco di carne cronemberghiano e che in parte mi ha ricordato Yuzna. Un alieno che sembra essere l'alter ego del male di ET. Un film che parla di destini, di fine dell'umanità, del non poter combattere alcuni poteri telepatici che rischiano di far sopperire chiunque non sia disposto a farsi ingravidare dalla creatura. Con un finale in parte prevedibile ma che distrugge ogni sorta di happy ending, Seed è un perla di cattiveria, dove sembra di vedere anche i Visitors, tanta scifi anni 50' e 60', dove l'orrore cosmico straborda e dove quando finalmente capiamo cosa sta per succedere è ormai troppo tardi e il film esplode con la sua malvagità.
Sembra la metafora che a voler salvare una specie di un altro pianeta si finisca col fare una gigantesca cazzata e dare così il pianeta in pasto agli alieni. Soprattutto se l'alieno in questione fa tutto dal letto dove viene lasciato senza nemmeno muoversi ma agendo in maniera telepatica e sorridendo mentre ingravida e devasta le menti delle tre amiche.
Seed prova ad essere il più disgustoso e rivoltante possibile riuscendoci molto bene e regalando un altro film sull'invasione aliena che sembra quasi un home invasion di un piccolo e tenero cucciolo di tartaruga.

martedì 12 aprile 2022

My heart cant beat unless you tell it to


Titolo: My heart cant beat unless you tell it to
Regia: Jonathan Cuartas
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dwight e Jessie faticano per mantenere in vita il loro malato fratello minore. Per riuscire nel loro scopo, devono dargli da mangiare sangue umano.
 
Un altro indie low budget americano che parla di malattia. Quella malattia che diventa il male da cui ci si deve allontanare oppure curarlo e nasconderlo semplicemente perchè non si può fare altrimenti. Cuartas crea un film molto minimale, deprimente, quasi esclusivamente un'unica location all'interno di una casa e un trio di personaggi emotivamente molto distanti dallo spettatore. Lo stesso non si può dire per alcune vittime le quali provocano una certa comprensione soprattutto perchè non vedono in Dwight il classico maniaco o assassino ma qualcuno che sta facendo qualcosa per una causa di cui non sembra poi così sicuro.
Un horror sociale permeato di disagio che tratta il vampirismo (qui pur non essendo mai citato è doveroso ribadirlo) come emarginazione sociale già visto negli ultimi anni in film come Blood Red Sky, LASCIAMI ENTRARE o soprattutto Transfiguration. Un film triste negli intenti che muove ma per alcuni aspetti molto realistico seppur Cuartas sembra fregarsene a priori di darci almeno un paio di informazioni utili ad esempio del come nessuna indagine venga mossa per cercare gli scomparsi (perlopiù messicani irregolari) o del perchè non venga spiegato il nucleo come è arrivato lì e che cosa realmente è la malattia di Thomas.
My heart cant beat unless you tell it to è una metafora tetra e disarmante su dove si è disposti ad arrivare per aiutare qualcuno che si ama, a che livelli possa arrivare la povertà e delle conseguenze legate al gesto di uccidere una persona.





venerdì 4 febbraio 2022

Superdeep


Titolo: Superdeep
Regia: Arseny Syuhin
Anno: 2020
Paese: Russia
Giudizio: 4/5

Nel 1984, al Circolo polare artico, il Kola Superdeep Borehole è il più grande laboratorio segreto dell'URSS, situato a 12 mila metri sotto terra. Pochi mesi dopo l'apertura del sito, gli scienziati registrano voci e urla di origine sconosciuta. Il laboratorio viene allora chiuso e un team di ricerca d'emergenza, guidato da Anna, viene inviato per scoprire cosa si nasconda nel buco più profondo del mondo.
 
Dopo Sputnik un altro imperdibile horror russo di tutto rispetto. La COSA ritrasformato aggiungendo pochi elementi ma rendendoli funzionali più che mai alla narrazione. Ciò che stupisce di questi horror russi è l'ambizione di cimentarsi con lo spazio e l'orrore cosmico mentre qui si deraglia verso un laboratorio segreto nascosto nelle cavità della terra al circolo polare, il pozzo super profondo di Kola.
Tanta scifi quindi correlata da horror, body horror, thriller psicologico, dramma e tanto altro ancora. Capace di prendere alcuni topoi di genere e trasformarli al meglio anche se spesso e volentieri, esagerando e rischiando di trasformare quanto di meglio in alcune virate ridicole e troppo inverosimili. Nonostante la durata, il regista parte subito all'attacco spedendo la nostra epidemiologa nell'inferno sotto terra dove leggenda narra che da quel buco di 14 km sia stato piazzato un microfono registrando voci umane appartenenti, secondo la credenza popolare, alle anime dell’inferno. Senza però trattare la materia sulla base della suspance, Syuhin mostra trasformazioni fisiche, abnormità, body horror appunto con creature artigianali simili a quelle di Carpenter e dove un enorme polmone gigante e alieno sembra attirare a sè tutto ciò che lo circonda (la scena finale nel ponte sotterraneo a parte qualche limite di c.g è perfetta nel creare tale sensazione e quale orrore possa scaturire dal sangue nero della terra). Superdeep è imperfetto e commette qualche stupidaggine e lungaggine di troppo ma di sicuro ha un ritmo formidabile, i personaggi c'è la mettono tutta e la protagonista serba è così affasciante da creare un effetto calamita per lo spettatore.

domenica 23 gennaio 2022

Son


Titolo: Son
Regia: Ivan Kavanagh
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dopo che un misterioso gruppo di individui irrompe nella casa di Laura e tenta di rapire suo figlio David di otto anni, i due fuggono dalla città in cerca di un posto sicuro. Ma subito dopo il fallito rapimento, David si ammala gravemente, soffrendo di psicosi e convulsioni sempre più frequenti. Seguendo il suo istinto materno per salvarlo, Laura compie atti indicibili per mantenerlo in vita, ma presto dovrà decidere fino a che punto è disposta a spingersi per salvare suo figlio.
 
Son è un horror robusto e potente con tanti topoi di genere visti e stravisti ma mischiati assieme con una buona scrittura e diretti dalla mano abile di Kavanagh. CanalNever grow old, erano lavori molto interessanti e intensi dove l'atmosfera la faceva da padrona come nel suo ultimo film.
L'autore mette insieme il tema del figlio del male assieme a quello della setta, del cannibalismo, della gravidanza, dell'istinto materno, della malattia e molto altro ancora.
Si urla parecchio nel film, prima dalla nascita di David e poi nella malattia sempre dello stesso.
Son è una fuga continua, una lotta incessante tra Laura e il resto della società di cui ha paura, da cui fugge e si ripara. Dove non sembrano esserci complici e amici, dove si è in continua e perenne crisi identitaria e dove il passato è un trauma senza parole.
Un film a tratti eccessivo come il finale che non vuole regalare nulla, anzi, restando memorabile per chi non ama gli happy ending e soprattutto per un disegno e un piano diabolico che sembrava già delineato in partenza. Una fuga da un orrore da cui non si può fuggire.

Antlers


Titolo: Antlers
Regia: Scott Cooper
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Julia Meadows è tornata ad abitare nella cittadina dell'Oregon di cui è originaria dopo la morte del padre, dai cui abusi era fuggita. Vive nella casa di famiglia assieme al fratello Paul, che è diventato lo sceriffo locale e la accoglie con sentimenti contrastanti. Julia insegna nella scuola della cittadina ed è colpita dalla situazione del piccolo Lucas, un suo alunno, vessato dai bulli della classe e segnato da una condizione familiare precaria. Lucas infatti, orfano di madre, vive con il fratellino Aiden e con il padre Frank, tossicodipendente e spacciatore. Quello che Julia non sa è che la situazione di Lucas è assai più complicata: il padre si è trasformato in qualcosa di mostruoso e vive confinato in una stanza chiusa dall'esterno insieme ad Aiden, anche lui colpito da una strana malattia.
 
Film sul Wendigo non mancano di certo. Dalla Troma con Frostbiter-Wrath of the Wendigo fino a King che lo ricorda in parte con a Pet Sematary(2019), fino a Dark was the night e WENDIGO. Insomma il mito e il folklore locale viene di nuovo tirato in ballo nel film che forse meglio di tutti riesce a palesare il mostro e a parlare di drammi sociali, disuguaglianze, malessere, dipendenza e tanto altro ancora.
Antlers tradotto da noi beceramente Spirito insaziabile ha dalla sua uno straordinario piccolo co-protagonista capace in poche espressioni e gesti (come quello di procurare, tagliuzzare e spolpare il cibo per la famiglia) di dare pathos e carattere nonchè emotività ad un film che segue diverse sotto trame non per ultima quella dell'abuso.
Scott Cooper è conosciutissimo. HOSTILES, Out of FornaceBlack MassCrazy Heart e poi dal nulla un horror. Un autore capace di caratterizzare molto bene i personaggi, di dare atmosfera alla storia, di rendere significativo ogni silenzio e di riuscire con delle inquadrature pulite e spesso inquietanti a rendere con le immagini più di quanto possa fare un dialogo.
Sporco, a tratti brutale (più nell'uccisione del bambino che della preside) a dare lustro e sostanza con un finale che rifugge ad un happy ending, magari non così originale ma sicuramente funzionale alla narrazione.

venerdì 24 dicembre 2021

Feast (2021)


Titolo: Feast (2021)
Regia: Lee Haven Jones
Anno: 2021
Paese: Galles
Giudizio: 4/5

Una giovane donna serve un gruppo di ospiti privilegiati a una cena in una casa isolata nelle zone rurali del Galles. Gli ospiti riuniti non si rendono conto che stanno per consumare la loro ultima cena.
 
La natura può vendicarsi in diverse maniere e fattezze. Ad esempio prendendo le sembianze di una donna, di qualcosa scampato ad un incidente o forse deceduta in esso ma riplasmata dagli elementi naturali, uno Swamp Think al femminile molto seducente. In questo clima, l'atmosfera di Feast è incredibile per quanto sia patinata e minimale.
Una casa hi tech, una famiglia disfunzionale dove ognuno sogna la fine dell'altro, destini segnati e una corruzione che serpeggia tra i membri per cercare di salvaguardare i propri interessi con gli ospiti o benefattori che prenderanno parte al banchetto e alla tragedia.
Cadi, la protagonista, rappresenta l'elemento che destabilizzerà mano a mano ogni membro portandolo alla follia e alla disperazione, andando a logorare le proprie paure, lasciando dietro di se una voragine di violenza e crudeltà e facendo mano a mano venir fuori la componente folkloristica e ambientalista nonchè la lotta sociale per le classi meno abbienti come quella di Cadi.
Un thriller sottotono che fino alla fine del secondo atto rimane misterioso, un giallo ambientalista patinato da una fiaba nera folkloristica e post contemporanea. Un film con una galleria di scene assolutamente ed esteticamente scioccanti e cruente senza contare un bel climax che riesce a dare enfasi ad un finale scoppiettante.

Toxic Man


Titolo: Toxic Man
Regia: Cadmus Rimbeaux
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Afflitto da una malattia debilitante, l’Uomo Tossico si propone di fermare la cabala di scienziati e burocrati responsabili della sua metamorfosi putrescente con un tentativo di vendetta intensamente surreale e contorto.
 
Toxic Man è stato girato con due lire come il finale in cui per mancanza di budget il ragazzo tossico dovrebbe colpire i leader di una multinazionale e viene tutto ricondotto allo stile del fumetto.
Per il resto in un quarto d'ora ascoltiamo le digressioni del protagonista che racconta la sua lenta metamorfosi, vediamo il corpo trasformato cascare a pezzi e infine la sua lunga marcia per la vendetta. Un revenge movie post apocalittico e vagamente distopico dove ormai per povertà e altri bisogni, pur di sopravvivere si diventa cavie a tutti gli effetti dando la possibilità alle aziende di usare i corpi dei malcapitati per i loro esperimenti e testare così new drugs da laboratorio.

mercoledì 15 dicembre 2021

Ai city-La notte dei cloni


Titolo: Ai city-La notte dei cloni
Regia: Koichi Mashimo
Anno: 1986
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Il futuro non sarà poi così diverso dal presente. Anche New York non è molto cambiata, tranne che per la Fraud Tower a dominare il paesaggio. Come sempre, nelle strade si combatte per la vita e la morte. Questa volta la battaglia è fra Kei, un esperimento bionico non del tutto riuscito, ed uno invece di maggiore successo, per il controllo di una misteriosa bambina che potrebbe avere il potere di distruggere il mondo come noi lo conosciamo.
 
Ai city è un connubio di generi riuscendo a fondere scifi, splatter, dramma, trash, violenza, erotismo, mutazioni e molto altro ancora in un film capo stipite di tante opere a venire di matrice nipponica. Un poliziesco, un thriller, in parte un horror, Mashimo riesce a inserire tante di quelle variabili e incognite nella sua opera da renderla persino precursore di opere come quella cult di Otomo almeno per quanto concerne il tema delle mutazioni. Robot, attacchi psichici, varianti surreali tipici del genere nel mischiare viaggio interiore e deflagrazione mentale del protagonista.
In Ai city ci sono due super cattivi che si combattono mentre la nostra squadra atipica cerca rifugio in una metropoli ormai semi sepolta, distrutta e scossa da continue esplosioni, metamorfosi organiche, scienziati pazzi che sperimentano qualsiasi cosa e molto altro ancora.
Un'opera con un ritmo furibondo nel cercare di descrivere ogni trama e sotto trama, dando spazio e colpi di scena alla narrazione e regalando a livello estetico scenari mozzafiato. Ci troviamo di fronte ad una delle opere d'animazione per adulti più interessanti in assoluto sul genere e non solo in grado di regalare moltissimi elementi originali.

domenica 21 novembre 2021

Cyst


Titolo: Cyst
Regia: Tyler Russell
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Siamo negli anni 60, tempo di sperimentazioni tecniche e soprattutto mediche. Un folle dottore ha inventato un assurdo macchinario per rimuovere le cisti. I finanziatori gli stanno col fiato sul collo pretendendo risultati, ma il marchingegno non funziona come dovrebbe. Una volta azionato infatti, il raggio dà vita a un'enorme cisti mutante.
 
Cyst fatta eccezione per una tavola calda, è ambientato tutto in un ambulatorio.
Un b movie che omaggia gli anni 60, i macchinari ignoranti di una volta, ma soprattutto gli effetti speciali artigianali. Questi sono alcuni degli ingredienti della formula adottata da Russell assieme a tanta ironia e scene trash per riuscire a dire la sua con questo piccolo indie autoriale fresco e tutto sommato in grado di regalare quel qualcosa in più legato al monster movie, ad una strana attinenza col body horror e regalando quello splatter divertente di cui abbiamo sempre bisogno.
Cyst senza mai prendersi troppo sul serio, in fondo di cose da dire nel suo piccolo ne ha molte, legate anche ad un bisogno da parte della scienza, in questo caso del dottore, di osare e sperimentare a costo di buttarla tutta in vacca.