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giovedì 24 ottobre 2019

Fà la cosa giusta

Titolo: Fà la cosa giusta
Regia: Spike Lee
Anno: 1989
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In un quartiere "nero" di Brooklyn, tutto sembra tranquillo. I disordini razziali di quindici, venti anni prima sembrano dimenticati. Ma basta una giornata di caldo torrido per esacerbare gli animi. La pizzeria italiana viene razziata. Il proprietario si vendica.

I joint di Spike Lee sono delle esperienze imperdibili per ogni cinefilo che si rispetti.
Parliamo di uno dei grandi maestri impegnato con un cinema molto impegnato e con importanti analisi lucide sul fenomeno discriminatorio degli afroamericani in America nel corso di almeno una trentina d'anni. Il film in questione è una pietra miliare nel cinema di denuncia. Un film tra i più importanti del regista.
Un'opera impegnata e densa di situazioni, un termometro bollente per sondare una temperatura di fuoco che sta lentamente per esplodere. I meriti di Lee si captano dal suo sguardo che è sempre lì come a dire "nessuno può permettersi di prendermi per il culo" e il film ogni volta sembra una riflessione allargata su questo concetto da parte dei neri d'America. La sceneggiatura funziona, è perfetta in quanto reale, potente che sfugge da ogni demagogia diventando un'acuta e funzionale analisi sociologica del razzismo dilaniante del paese e del fatto che alcuni luoghi comuni non sono e non verranno mai messi da parte o dimenticati o sorpassati perchè figli di un'ignoranza cosmica insita nell'essere umano.
L'autore con i suoi joint è sempre sul pezzo, pronto a dirti di quanto le cose continuino sempre di più a far schifo, che la storia non insegna niente e che troppi americani sono populisti, figli di un'ignoranza che mandano avanti come una sorta di rituale marcio e razzista.
Il dramma che sbatte in faccia l'autore con questo film è un cazzotto che arriva sparato dritto in faccia, il regista non è certo uno a cui piace andarci leggero, Lee, che come spesso capitava ai grandi registi e maestri che erano anche dei precursori, avevano già fatto tutta la loro feroce disamina sui conflitti razziali in America, anticipando le sommosse losangeline  scatenate dal pestaggio a Rodney King descrivendo un microcosmo di quartiere mai così reale.