Titolo: Sea Fever
Regia: Neasa Hardiman
Anno: 2019
Paese: Irlanda
Giudizio: 4/5
Una misteriosa creatura ha intrappolato
il peschereccio su cui Siobhán, solitaria studentessa di biologia
marina, sta facendo delle ricerche. Nella lotta per la sopravvivenza,
Siobhán dovrà guadagnarsi la fiducia dell'equipaggio
Le pellicole "degli abissi"
da sempre sono stati per me a livello suggestivo qualcosa di
ancestrale, rimanendo di fatto come un'esplorazione di mondi e realtà
sommerse che mi hanno suggestionato molto più di tante e diverse
realtà. Il perchè rimarrà sempre un mistero.
Sea Fever è un'esperimento
interessante, difficile da catalogare per quanto non sia a pieni
titoli un horror con mostro marino che attacca l'equipaggio (nel
senso che per fortuna lo vediamo poco) ma di fatto è così. Un film
molto minimale con una lentezza nei movimenti e in parte nel
dipanarsi della storia ricercando e ricreando un fascino originale
quanto legato a qualcosa che sembra nel bene scaturire dalle pagine
di Tim Curran.
Neasa Hardiman al suo primo film a
dispetto del suo impiego come mestierante per serie tv discutibili si
ricollega in questo modo all’antica paura del mostro marino,
dell’ignoto, agli antichi miti e superstizioni che per secoli
resero gli equipaggi vittime di fobie, ammutinamenti e paure
ancestrali e mai del tutto sopite. Perchè sulla Siobhàn, lo stesso
arrivo di Freya sembra sconvolgere l'ordine costituito, dai suoi
capelli rossi, dal suo essere pragmatica e scientifica, nel suo
soprattutto prendere decisioni e non abbassare mai la testa. Un
terror movie femminile e materno dove anche la creatura sembra con
quei suoi tentacoli cullare e allo stesso tempo deflorare il
peschereccio come a comunicare l'errore che i marinai stanno
commettendo avendo varcato un confine.
Dal momento che i pescatori non
nuotano, quel paradiso nascosto nel pieno Atlantico, lo captiamo
proprio assieme a Freya a quella sua smisurata voglia di sapere,
conoscere e comprendere con visioni affascinanti degli abissi. Una
regia per certi aspetti claustrofobica sia sopra che sotto dando
carattere e prova di riuscire ad essere atipico. Un thriller surreale
originale di cui sinceramente ne sentivo tanto il bisogno. Il finale
poi che sfugge da ogni happy ending scegliendo di nuovo la carta del
sacrificio rende ancora più carattere ed emozione.