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lunedì 9 dicembre 2013

Uprising

Titolo: Uprising
Regia: Peter Snowdon
Anno: 2013
Paese: Belgio/Gran Bretagna
Festival: TFF 31°
Giudizio: 5/5

Composto interamente di filmati realizzati dai cittadini di Tunisia, Egitto, Bahrain, Libia, Siria e Yemen, The Uprising ci mostra la Primavera araba dall'interno di un unico grande racconto di straordinaria potenza cinematografica, che immerge lo spettatore in quel momento irripetibile in cui la vita cessa di essere una prigione e tutto sembra diventare nuovamente possibile.

"Piuttosto che l'umiliazione la morte" questa frase gridata e inneggiata come coro e messaggio da uno stuolo di manifestanti con donne, bambini, anziani e giovani, diventa una di quelle grida difficilmente ignorabili.
Snowdon riesce, prendendosi alcuni dei meriti, in qualcosa di meraviglioso, autentico, profetico e soprattutto originale. Come in tutto quello che si può allacciare al cinema veritè, di cui questo abbondante documentario coglie tutti gli aspetti necessari ed esaurienti, come aveva fatto dal canto suo anche l'ottimo THE ACT OF KILLING, allora il cinema diventa a tutto tondo un mezzo per convogliare denunce, grida, dare voce ad un popolo attraverso uno schermo che filma tutte le bestialità di cui ancora oggi è schiavo l'uomo moderno e dietro cui il governo, cerca di mascherare la sua brutalità e la sua tirannia.
Lo spettatore dunque non rimarrà solo scioccato nel vedere immagini in cui la polizia spara volutamente ad altezza uomo o quando alcuni camion militari passano sopra i manifestanti riducendoli a brandelli ma soprattutto prende sempre più coscienza di quanto la tecnologia e Youtube possano cambiare le cose e mostrare e documentare tutto ciò di cui non si sà e non è certo possibile sapere.
Un racconto corale che dà vita a un’unica “grande protesta araba che per il momento esiste solo sullo schermo”. La visione è faticosa, la qualità dei filmati è quella bassa e sgranata dei telefonini, la sensazione è quella di finire dritti nel cuore della rivolta e a volte la confusione delle immagini dà la nausea. Ma, al di là dell’argomento scottante, è interessante la riflessione sul video suggerita dall’uso di questo materiale amatoriale e in gran parte anonimo. Per Snowdon questa è “la prova incontrovertibile che il video funziona” poiché preserva “quella voce individuale senza la quale la più grande delle folle non vale niente”. E quindi dal blogger che da casa sua fa vedere e spiega come i mezzi d'informazione non riportino la verità sui fatti, sulle manifestazioni e di come ci sia sicuramente un chiaro intento politico, tutto suggerisce ancora di più un'attenzione minimale a tutto ciò che viene documentato, spiegato, approfondito e analizzato da civili che diventano Protagonisti di un'epoca storica, di un momento davvero singolare se vogliamo nella presa di coscienza globalizzata di un popolo che non vuole accettare di essere ancora umiliato.
La Rivolta allora diventa l'unica innegabile soluzione.