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giovedì 12 novembre 2015

Amore Tossico

Titolo: Amore Tossico
Regia: Claudio Caligari
Anno: 1983
Paese: Italia
Giudizio: 5/5

A Ostia un gruppo di tossicodipendenti trascorre tutta la giornata nel cercare di procurarsi la droga con tutti i mezzi possibili. Due ragazzi, Cesare e Michela, decidono di uscire dal giro, ma non è così semplice.

Ostia da tempo è stata la "spiaggia", la dimora perfetta per tanti film sui tossici e non solo.
Caligari, regista morto recentemente, ha dato alla luce NON ESSERE CATTIVO, che chiudeva una trilogia di film indimenticabili.
Il regista coglie appieno, e in maniera tanto viva quanto indimenticabile, la dimensione del sottoproletariato, in cui vivere di stenti e vendere qualsiasi cosa per procurasi una dose, sembrava la normalità negli anni '80.
Film come questo, assieme a pellicole pasoliniane e molti altri film italiani, denunciavano un male a cui non si prestava attenzione, un pericolo che non interessava chi invece pensava ad un cinema più grossolano da happy-ending.
Proprio con il maestro Pasolini sembra condividere alcune atmosfere di Ragazzi di Vita da cui forse sotto alcuni aspetti potrebbe essersi ispirato.
In Amore Tossico il concetto di politicamente corretto non esiste, o meglio muore sul nascere, come una lento viaggio nei meandri della sostanza, prima l'anfetamina e poi la morfina e l'eroina.
Amore Tossico traccia un affresco generazionale lontano da estetismi e da intenti epici colpendo per il suo realismo e la realisticità dei movimenti e delle azioni dei protagonisti.
Scritto assieme al sociologo Guido Blumir è un film che va oltre la narrazione, affrontando attraverso alcuni dialoghi e alcune scene madri, gli intenti antropologici e sociali della sostanza. Grazie poi ad una colonna sonora davvero tetra e drammatica di Detto Mariano, il film trova la spontaneità proprio nella scelta del cast a partire dal fatto che la maggior parte dei personaggi del film hanno lo stesso nome degli attori che li interpretano.
Inoltre il cast è composto da attori non professionisti, di cui i componenti principali erano stati o erano allora tossicodipendenti. Questa situazione poi ha creato diversi problemi logistici riguardo alla reperibilità degli interpreti, visto che molti di loro durante la notte venivano arrestati per reati derivanti dalla loro situazione, e alle interpretazioni in sé, dato che talvolta venivano colti da improvvise crisi di astinenza proprio durante le riprese.
Un'opera che porta tatuate sul corpo le cicatrici di alcuni di loro che morirono poco dopo, che forse erano così dentro da non rendersi conto della testimonianza che stavano lasciando con questo film.
Una delle scene madre della pellicola è proprio quella all'interno della villa, verso il finale del film, dove su un muro bianco ogni tossico può lasciare una traccia di sè con uno schizzo di sangue. “Questo sì che è un quadro vero, fatto di vita, fatto di morte, fatto di sangue, di sangue nostro” pura poesia autodistruttiva, un'opera d'arte e un ritratto manifesto di una generazione, questo è Amore Tossico.