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martedì 27 aprile 2021

V.i.p


Titolo: V.i.p
Regia: Park Hoon-Jung
Anno: 2017
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

Kim Kwang II è un giovane rampollo proveniente dalla Corea del Nord, il padre è un noto comandante molto vicino al Supremo Leader che tradotto significa che lui ed il figlio sono intoccabili. il giovane è un sadico serial killer che miete indisturbato decine di vittime prima nel Nord poi a Sud, fino a spingersi nella capitale a Seul. I vertici sud-coreani sono a conoscenza dell'atroce verità ma nascondono il tutto poichè non si sono opposti al suo ingresso in Corea del Sud. Contemporaneamente anche la CIA, rappresentata dall'agente speciale Paul, protegge il giovane per precisi tornaconti. Solamente il sovrintendente Chae Yi-do e l'agente segreto del Nord Ri Dae Bum proveranno a fermare la furia omicida del giovane ma non sarà semplice.
 
Park Hoon-Jung è un altro di quegli outsider da tenere d'occhio in una Corea ormai ai massimi livelli qualitativi di cinema da anni in qualsivoglia genere. Daeho aka The Tiger: An Old Hunter's Tale e Witch-Part 1, nonchè sceneggiatore dell'immenso Saw the Devil erano già tutti ottimi esempi come a dimostrare che un film sulla caccia, un survival movie eco-vengeance e un film di giovani con i superpoteri e per finire un revenge movie originale riuscivano benissimo a rendere un'idea di cinema ben precisa a 360°.
Ora questo V.I.P potrebbe essere la summa del suo cinema nonostante il regista sia ancora molto giovane. Un poliziesco noir thriller con un ritmo furibondo, una storia complessa, stratificata e corale dove non sono esenti sbalzi temporali. Non sembra mancare proprio niente al film di Jung con una narrazione mai lineare, una messa in scena precisa che rasenta la perfezione, un contesto oscuro e un tasso di violenza incredibilmente alto (come dimostra la scena di tortura ai danni della povera ragazza all'inizio) una prova attoriale come ultimamente si vedono solo in Corea e poi una storia tormentata e dolorosa in grado di tirar fuori nello spettatore tutti gli stati emotivi possibili.
Un giovane rampollo che semplicemente essendo una sorta di intoccabile continua a mietere vittime sterminando ragazze e famiglie con una crudeltà eccessiva. In tutto questo la rincorsa dietro di lui di tutti gli organi della polizia e internazionali i quali sono costretti per ordini ben precisi a lasciar sempre libero Kim.
E poi non si può lasciare da parte una certa critica che investe tutti. Corea, Cina, Giappone, le lingue si intercambiano e i servizi segreti americani capitanati da un ottimo Peter Stormare sono l'ago della bilancia di una sudditanza che lascia basiti. Un film incredibile, un mix letale di procedure cinematografiche da studiare e assimilare per rendersi conto di quanto questo film sia avanti e si muova su tante diramazioni diverse senza perdere mai il controllo.