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giovedì 14 dicembre 2017

Beau soleil interieur

Titolo: Beau soleil interieur
Regia: Claire Denis
Anno: 2017
Paese: Francia
Festival: 35°Torino Film Festival
Giudizio: 3/5

Artista parigina insicura dei propri mezzi ma di indubbio fascino, Isabelle, divorziata, è alla ricerca dell'amore che finalmente potrebbe assicurarle una vita rassicurante.

L'ennesimo film della Denis si avvale di un'altra sacerdotessa del cinema francese dopo la Huppert.
Juliette Binoche appare sempre più affascinante ed elegante col passare del tempo che per lei sembra essersi fermato e il pubblico non può che trarne gioia.
Il cinema della Denis tratto da un racconto "Frammenti di un discorso amoroso" di Roland Barthes è un film ricco di sfumature che potrebbe non finire mai addentrandosi in quelle lande scoperte e infinite dei rapporti di coppia, problematiche sentimentali indagate già in tanto cinema francese che riescono per qualche strana ragione a riuscire ad assorbire il pubblico pur trattando temi e scene di vita cui è facile assistere nel quotidiano.
Ci sono alcuni momenti che per qualche strana ragione mi sono rimasti impressi come l'insistenza finale del monologo di Depardieu, la scena di sesso della protagonista con l'ex marito e il "dito", eppure quel tormento e quella inadattabilità a qualcosa di continuativo e stabile sembra essere da un lato il punto fermo degli intenti del film ma anche il suo punto debole dal momento che ad un tratto pur avendo Isabelle come punto di riferimento, ilpersonaggio tende aad essere come la macchina sfuggevole, come lo schema corale che in alcuni casi si impossessa della pellicola passando in una rapida galleria di personaggi, amanti, ex, giovani intelettuali spensierati e infine quella strana voglia di ricominciare tutto da capo.

Alla fine Isabelle sconta da sola le sue pene, paga con il sesso e attrverso i corpi trasmettendo vibrazioni positive ma anche ansie e una fragilità mai così moderna come capita in questa società liquida.