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giovedì 2 agosto 2018

Miracolo


Titolo: Miracolo
Regia: AA,VV
Anno: 2018
Paese: Italia
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Durante l'irruzione nel covo di un boss della 'ndrangheta, viene ritrovata una statuetta di plastica della Madonna che piange sangue. Al mistero non c'è risposta, ma la potenza di quell'enigma farà impazzire e deragliare le vite di tutti quelli che entreranno in contatto con questo evento.

Devo ammettere che non sono mai stato un grosso fruitore delle serie tv.
Questo non significa che non sia un ammiratore ma trovo che ci sia davvero troppa carne al fuoco con risultati poco più che mediocri e pochissimi casi di prodotti interessanti.
Ecco forse il Miracolo riesce a staccarsi, nello spettro italiano che delle serie ha davvero tanta paura soprattutto quando tratta il cinema di genere, superando quel confine invisibile che divideva la serialità italiana fatta per lo più di carabinieri, ispettori, polizia e preti, cercando come in questo caso di sconfinare e di catturare quello che tutti vogliono ovvero un pubblico mainsteram.
Il Miracolo è quella cosa scritta da Ammaniti, la sua prima storia originale per la televisione dopo sette romanzi di successo
Il viaggio di Ammaniti inizia da una suggestione classica in quanto a miracoli, quella di una statua della Madonna che piange sangue.
L'immagine della Madonna che emette grandi quantità di sangue è potente, sia dal punto di vista concettuale che visivo e gli autori che accompagnano lo scrittore la depongono con una piscina coperta e abbandonata, vuota e opprimente. Ma la sua funzione è solo di detonatore, di avviare una reazione a catena che li metterà di fronte a ragionamenti, domande, decisioni e scelte.
Gli otto episodi non sono solo un affascinante dramma, noir e visionario, avvolto nel mistero e in costante equilibrio tra sacro e profano, ma riescono a dare prova che una serialità da noi può esserci sfruttando il folklore e le nostre infinite leggende mischiando come in questo caso politica, mistero, thriller, mafia, scienza e chiesa e riuscendo anche a raccontare dei nuclei familiari e dei rapporti tra personaggi enormemente fragili e complessi.
Alla fine la serie è una grandissima metafora: davanti al mistero di una Madonna che lacrima sangue (nove litri l’ora, che non si sa come stoccare, salvo poi avere l’idea geniale di congelare la statuina per fermarne il deflusso), diventiamo tutti instabili se non schizofrenici.