Visualizzazione post con etichetta Orientali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Orientali. Mostra tutti i post

lunedì 24 marzo 2025

Broken Rage


Titolo: Broken Rage
Regia: Takeshi Kitano
Anno: 2024
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Un sicario infallibile si siede al tavolino di un bar per ricevere un nuovo incarico. Un assassinio dopo l'altro, eliminando gangster e yakuza e lavorando sempre come lupo solitario. Finché un giorno ad aspettarlo nel suo bar preferito c'è la polizia di Tokyo, decisa ad incastrarlo per arrivare tramite lui ad arrestare un potente boss locale. Il sicario dovrà quindi infiltrare l'organizzazione mafiosa sotto copertura, ovviamente a rischio della vita.
 
Kitano vanta una filmografia davvero impressionante. Ha quasi sempre parlato di yakuza analizzandola, colpendola, mostrando ogni aspetto sotto aspetti e approcci diversi. In questo caso un divertissement se così possiamo chiamarlo. Perchè Beat Takeshi crea un mediometraggio che è una metafora sul non sense della mafia giapponese senza mai banalizzare ma creando una suggestione comica e parossistica di come possono manifestarsi alcune situazioni. C'è ironia, violenza, chat dei social che compaiono sullo schermo come a definire quello che stiamo vedendo. Ci sono poliziotti fuori dal comune, delle macchiette quasi grottesche e poi lui, il nostro attore, regista e sceneggiatore con la sua maschera comica e piena di contraddizioni

venerdì 28 febbraio 2025

World of Kanako


Titolo: World of Kanako
Regia: Testuya Nagashima
Anno: 2014
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Quando una bella studentessa del liceo scompare, la madre chiede all'ex marito Akikazu - un ex poliziotto alla deriva e un irresponsabile - di trovare la figlia. Si imbarca in una disperata ricerca, nella speranza di riunire la sua famiglia con ogni mezzo necessario. Ma, mentre la sua indagine procede, Akikazu inizia a scoprire l'oscurità che si cela dietro l'impeccabile facciata di sua figlia. Indizio dopo indizio, rivelazione dopo rivelazione, inizia una discesa nell'infernale mondo sotterraneo della vita segreta di Kanako...
 
Ogni volta è sempre interessante mostrare la discesa all'inferno. Ovunque avviene se messa in buone mani come in questo caso il risultato non può che essere appagante sotto tutti gli aspetti. Attori sontuosi, storia quanto mai drammatica ma capace di affrontare una molteplicità di tematiche contemporanee in maniera disarmante con uno stile molto dinamico che sembra riprendere gli stilemi di Miike Takashi, Sion Sono e molti altri scegliendo uno stile e un ritmo frenetico accellerando i frame, tanta mdp a mano, squarci di luoghi e volti, gang criminali, massacri senza senso, violenze domestiche, stupri, cyber bullismo e molto altro ancora in ambientazioni cupissime e dando conferma che quando il Giappone vuole fare sul serio ci sono pochissimi rivali del cinema contemporaneo. World of Kanako non è un film semplice, ha tutta l'aria di essere un trip lisergico che come Akikazu sembra andato a male e sempre sul punto di poter commettere qualcosa di sgradito. Il protagonista è sempre Agitator, fuma, beve, mangia in maniera compulsiva, picchia e viene picchiato e suda costantemente in una Tokio che sembra davvero un piccolo inferno


giovedì 30 gennaio 2025

DanDaDan-Season 1


Titolo: DanDaDan-Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2024
Paese: Giappone
Stagione: 1
Episodi: 12
Giudizio: 4/5

Momo Ayase è una liceale bizzarra: vive con la nonna medium che ha l’aspetto di una ventenne, adora gli uomini all’antica come il suo nume tutelare, ed è convinta che i fantasmi esistano ma gli extraterrestri no. L’esatto opposto di un suo compagno di scuola piuttosto nerd, timido e riservato, bullizzato da tutti e miniera inesauribile di informazioni sugli alieni. I due fanno amicizia e si mettono alla prova: lei andrà in un ospedale dove in passato sono stati avvistati degli UFO, lui in un tunnel abbandonato teatro di apparizioni ultraterrene. Entrambi proveranno sulla loro pelle che alieni e fantasmi esistono, e dovranno fare squadra per evitare possessioni demoniache e incontri ravvicinati… di un certo tipo. L’intesa tra i due non è così casuale: il timido compagno nerd all’antica di Momo si chiama… Ken Takakura.
 
DanDaDan di cui non sapevo nulla circa il manga e la trama mi ha stupito fortemente per tutta una serie di motivi dalla sboccataggine, al non avere assolutamente freni inibitori, ha mostrare quanto sanno essere delle merde gli studenti d'oggi, ha come può essere pericoloso sottovalutare il folklore culturale del proprio paese e ad aver saputo mischiare azione, horror, body horror, mostri, alieni, trasformazioni, magia nera, esoterismo e tanto altro ancora. In più con una padronanza e velocità di ritmo e con dialoghi frenetici e calzanti che rendono tutta la visione un trip lisergico come non capita spesso anzi sta diventando sempre più raro.
DanDaDan è un titolo perfetto, onomatopeico, per riassumere l’idea di frastuono, confusione, accumulazione visiva e narrativa che si infrange sullo spettatore. Un frastuono anarchico che accompagna Momo e Ken attraverso i generi, dall’horror alla fantascienza, passando per il demenziale e il romanzo di formazione sentimentale tanto caro ai lettori degli shonen manga.

Chime


Titolo: Chime
Regia: Kiyoshi Kurosawa
Anno: 2024
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Matsuoka è un insegnante in una scuola di cucina occidentale. Un giorno, uno studente, Tashiro, dice qualcosa di strano durante la lezione: «C’è un rumore, è come un carillon. Qualcuno mi sta mandando un messaggio». Un altro giorno, lo studente dice: «Metà del mio cervello è stato sostituito da una macchina», e compie un’azione drastica per dimostrarlo. Alcuni giorni dopo, Matsuoka sta insegnando a una studentessa, Akemi, che è alle prese con un pollo. Un disagio incomprensibile lo coglie. Sia a scuola che a casa, uno strano terrore comincia a serpeggiare nella sua esistenza

Kiyoshi Kurosawa è un regista di fama internazionale con un curriculum ben nutrito che lo pone come uno dei padri e fondatori del j-horror. Eppure ha saputo con gli anni dare ancora più prestigio ai suoi film con opere clamorose e una mini serie televisiva eccellente come SHOKUZAI-PENANCE. Qui in '45 il regista da prova con perizia, stile ed eleganza formale e visiva di creare un dramma che sembra ammorbare ancora una volta la società nipponica, da un lato lenta e attenta ad ogni dettaglio mentre dall'altra una realtà rampante tutta improntata al successo economico.
E come sempre da una piccola ferita nel caos generale si crea quel dramma che sembra implacabile che arriva con un ronzio, che colpisce giovani studenti e adulti dove non sembra esserci una cura e ci si rassegna al proprio dramma e al proprio destino.

mercoledì 1 gennaio 2025

Ponoc Short Films Theatre


Titolo: Ponoc Short Films Theatre
Regia: AA,VV
Anno: 2018
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Eroi modesti - Ponoc Short Films Theatre è un film d'animazione antologico giapponese del 2018 realizzato dallo Studio Ponoc. Primo capitolo della serie Ponoc Short Films Theatre, è composto da tre cortometraggi, diretti rispettivamente da Hiromasa Yonebayashi, Yoshiyuki Momose e Akihiko Yamashita.
 
Prima di regalarci MARY E IL FIORE DELLA STREGA, QUANDO C'ERA MARNIE e ARIETTY, la Ponoc stava cercando la sua strada incrociando quella con lo studio Ghibli e con quella chè fino a prova contraria è l'eccellenza della scuola d'animazione nipponica. Tre cortometraggi. Un prodotto antologico dove i registi e autori si cimentano su tre storie che parlano di drammi diversi passando dal fantasy puro, al dramma sociale fino ad una storia che sembra unire ambo le parti.
Kanini & Kanino - In un mondo popolato da creature magiche, Kanīni e Kanīno sono piccoli fratelli umanoidi che vivono sott'acqua in un lago. Il padre si prende cura di loro mentre la madre incinta si è allontana per partorire in un luogo tranquillo. Quando una forte corrente porta via il padre, i fratelli intraprendono un pericoloso viaggio per trovarlo e salvarlo. Cortometraggio di formazione dove i due fratelli combatteranno un pesce enorme aiutati dal fato e alla fine riabbracceranno la propria madre e i nuovi fratelli. Sembra atingere dalle fiabe folkloristiche degli abitanti del lago
Life Ain't Gonna Lose - Shun nasce con una letale allergia alle uova. Ogni giorno, quindi, la famiglia si prodiga a proteggerlo da qualunque sostanza possa contenerne le tracce. Shun quindi deve mangiare pasti speciali a scuola, i suoi compagni di classe devono stare attenti a non sputargli addosso e ad ogni gita scolastica devono essere prese serie misure precauzionali. Allo stesso tempo, sua madre cerca di mantenere la sua carriera professionale di danzatrice. Un giorno Shun mangia inconsapevolmente qualcosa che lo mette in pericolo. Anche qui il corto inizia con un'area dell'ospedale dove vengono curati i bambini affetti da allergie. Il lavoro e la tecnica sono incredibili anche se il terzo rimane il migliore come stile d'animazione.
Invisible – Un salaryman vive nella più totale invisibilità, da emarginato venendo ignorato da tutti gli altri. In più, deve sempre portarsi appresso dei pesi per non volare via: quando un giorno quasi galleggia via quando perde l'estintore che usa per trattenersi, viene in contatto con un cieco che gli parla, facendolo sentire meglio con se stesso. L'uomo invisibile quindi improvvisamente ha l'opportunità di essere un eroe. Un film sugli invisibili della società. Una metafora potente e per certi versi kafkiana

Terminator Zero-Season 1


Titolo: Terminator Zero-Season 1
Regia: Masashi Kudō
Anno: 2024
Paese: Giappone
Episodi: 8
Stagione: 1
Giudizio: 2/5

Nell'anno 2022, una guerra che continua da decenni vede contrapporsi i pochi umani sopravvissuti della Resistenza e un implacabile esercito di macchine ribelli. Nel 1997, la malvagia intelligenza artificiale Skynet acquisisce una coscienza e comincia una guerra senza fine contro gli umani. Intrappolata fra questi passato e futuro c'è una misteriosa e impavida combattente della Resistenza, chiamata Eiko, che viene scelta per tornare indietro nel tempo e cambiare il destino dell'umanità fino all'arrivo del Giorno del Giudizio. Arrivata nel 29 agosto 1997 si ritrova a proteggere Malcom Lee, un brillante scienziato giapponese a Tokyo che sta lavorando ad una nuova intelligenza artificiale (nota come Kokoro) progettata per competere contro l'imminente attacco di Skynet e di impedire la fine del mondo. Mentre Malcom cerca di comprendere le complessità morali derivate dalla sua creazione, inizia ad essere braccato da uno spietato e letale robot assassino proveniente dal futuro che altererà per sempre il destino finale dei suoi tre figli.
 
Terminator Zero è una mini serie d'animazione che sembra voler omaggiare i capitoli della saga in vari modi cercando di puntare sui temi più rilevanti e apportando alcune modifiche interessanti e altre che ho trovato piuttosto macchinose e fuorvianti come la parte infinita legata ai dialoghi tra Malcom e Kokoro. C'è la scena dell'inseguimento, la strage nell'edificio della polizia, questa strana valanga di robot trovati dal figlio di Malcom che con la Ai di Skynet sembrano ribellarsi all'uomo ma anche ai Terminator ingaggiando così un vero sterminio che soprattutto negli ultimi episodi riporta ad una guerra che sembra poter implodere da un momento all'altro. Il personaggio di Eiko sembra uscito da Dark Fate. La serie, infatti, racconta un'altra volta proprio ciò che accade durante il Giorno del giudizio, spostando però il focus su una zona geografica finora non trattata dalla saga: il Giappone. La natura "doppia" della trama, che mette in parallelo azione ed estese sessioni tecno-filosofiche, rende Terminator Zero una serie dal ritmo un po' ballerino e afflitta da qualche lungaggine di troppo, al punto che molto probabilmente le otto puntate da circa venticinque minuti ciascuna sarebbe potute essere condensate in un film di un paio d'ore.

mercoledì 11 dicembre 2024

Blue Giant


Titolo: Blue Giant
Regia: Yuzuru Tachikawa
Anno: 2023
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

Un giorno, Dai Miyamoto ha preso in mano un sassofono e ha deciso di diventare uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Lascia così la sua città natale per i vivaci locali notturni di Tokyo, ma il viaggio per diventare un musicista professionista non è facile. Dopo molte difficoltà, il suo entusiasmo conquista il pianista Yukinori e convince il suo amico Shunji a imparare a suonare la batteria. Insieme formano un trio jazz.
 
"Il jazz è passione e intesa, è un'esperienza intensa e tempestosa, la musica delle emozioni."
Blue Giant è un'opera formidabile che parla di musica, di jazz, di talento, di amicizia, di legami, perdite e molto altro ancora. Un piccolo capolavoro che restituisce i fasti dell'animazione nipponica in una lunga e lenta ascesa di un trio di ragazzi che hanno creduto in un sogno.
E' strano come ancora una volta un colosso di questo tipo non arrivi da noi se non attraverso lo streaming e il web senza poter nemmeno parlare di piattaforme. Dopo aver sfornato diverse opere del DETCTIVE CONAN Tachikawa forse insegue il suo progetto più personale e ambizioso con un film che riesce ad andare oltre diventando uno dei film sulla musica più importanti di sempre.
Commovente a tratti esaltante per quanto riesca ad esprimere la passione per la musica e lo sforzo dei suoi protagonisti che non sembrano avere altri intenti e ambizioni se non quelle di superarsi nelle performance

Mary e il fiore della strega


Titolo: Mary e il fiore della strega
Regia: Hiromasa Yonebayashi
Anno: 2017
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Mary ha undici anni, capelli rossi e tanta voglia di avventura. Ospite estiva nella casa di campagna della vecchia zia, si annoia e combina guai suo malgrado. In un giorno più pigro degli altri, un gatto misterioso la conduce nel cuore della foresta dove trova e coglie un fiore magico che le dona il potere di volare a cavallo di una scopa. Al di là delle nuvole scopre piena di stupore il palazzo di Endor, una scuola di magia dove viene accolta come un'eroina. Apprezzata per il colore fiammante della chioma e per capacità che ignorava di avere, scopre a sue spese che tra le mura del prestigioso edificio cova un terribile segreto.

Mary e il fiore della strega è il primo film dello studio di animazione Ponoc che sembra raccogliere l'eredità di Ghibli con cui ha collaborato negli ultimi film. Lo studio d'animazione venne fondato il 15 aprile 2015 proprio da Yoshiaki Nishimura e Hiromasa Yonebayashi, entrambi noti per il loro lavoro presso Studio Ghibli ed alcuni tra i nomi più autorevoli dell'animazione contemporanea nipponica. Proprio Hiromasa aveva firmato per QUANDO C'ERA MARNIE e ARIETTY e qui al suo terzo film trova l'opera più fantasy e magica confermando un talento importante e con un'opera che ancora dimostra la capacità di sorprendere e di scavare dentro i generi trovano riflessioni sociali, politiche sulla sete di potere e ambientali. E' soprattutto la magia a fare da padrona, una scuola che sembra Hogwarts, esperimenti a danno di animali per creare esseri soprannaturali e chimere fantastiche, l'amicizia e il continuo passare da un mondo all'altro.

Mad Cats


Titolo: Mad Cats
Regia: Reiki Tsuno
Anno: 2023
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Taka, giovanotto senza arte né parte, parte alla ricerca del fratello Mune. Con l'aiuto di un nuovo amico stravagante e di una ragazza burbera e misteriosa incontrati lungo la strada, Taka si ritrova ad affrontare un branco di feroci gatti mostruosi determinati a giustiziare i proprietari di negozi di animali che hanno trattato male i loro simili.
 
Mad Cats è il tipico esempio di film weird wtf che se dato in altre mani, Sion Sono o Miike Takashi solo per fare due nomi a caso, avrebbe avuto un altro esito. Perchè nella sua stralunata follia essendo una sorta di favola nera, c'erano tutte le occasioni d'atmosfera e di intenti da renderlo un esempio che poteva quasi rifarsi alla tradizione dnotomista o un exploitaion di tutto rispetto.
Ci sono alcuni momenti molto interessanti, qualche combattimento vale la pena e la parte iniziale di Taka che vuole capire che fine abbia fatto suo fratello e su cosa stava facendo ricerche trovava una sua connotazione antropologica. Il problema è l'incapacità autoriale di Tsuno di sfruttare al meglio uno spunto tutto sommato interessante insistendo e sfinendo lo spettatore con toni da commedia demenziale ad alto tasso di azione che però non fa ridere per niente.

Project Silence


Titolo: Project Silence
Regia: Tae-gon Kim
Anno: 2023
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 3/5

Jung-won è un agente della sicurezza che lavora per la Casa Blu, sede del governo sudcoreano: è vedovo e padre di un'adolescente, con cui il rapporto si è via via incrinato. Quando sta per accompagnare la figlia all'aeroporto, incappa in un incidente di enormi proporzioni verificatosi su un ponte. La reazione a catena generata dall'incidente si trasforma in una escalation di morte e terrore: tra i veicoli ce ne sono infatti alcuni legati a un'operazione militare segreta, denominata Project Silence, che coinvolge dei cani da combattimento geneticamente modificati. Quando questi sfuggono al controllo la caccia all'uomo è aperta.

Project Silence pareva colmare tutte le mie aspettative con un film di genere top secret che parlasse di qualche nuova creatura o mischiando gli elementi in maniera tale da farlo diventare un bel mix
In parte qualcosa c'è stato ma quando mi avvicino all'action sudcoreano e ai suoi ripetuti e significativi successi avevo le antennine in su senza aspettarmi una narrazione dozzinale e scontata per un film che sembra non crederci unendo i topoi di genere già rivisti e stravisti in una produzione di fatto troppo simile ad altre recenti. Sembra quasi che Tae-gon Kim abbia riciclato gli ingredienti noti e già approfonditi in altri film senza percorrere nuovi sentieri e continuando a rivitalizzare il genere. Certo alcuni momenti sono significativi, ma il tema del complotto è di una banalità sconcertante e alcuni personaggi sono caratterizzati davvero male

martedì 19 novembre 2024

Shadows Strays


Titolo: Shadows Strays
Regia: Timo Tjahjanto
Anno: 2024
Paese: Indonesia
Giudizio: 3/5

Dopo una missione non pienamente riuscita in Giappone, 13 viene sospesa dall'Ombra, la società segreta per cui lavora. Poi incontra Monji, undicenne rimasto orfano, e si lega a lui. Quando il ragazzino viene rapito, lei entra in azione per ritrovare il suo unico amico, anche a costo di scontrarsi con il suo mentore e con l'organizzazione segreta di cui fa parte.
 
Tjahjanto è uno dei Mo Brothers ovvero coloro che hanno ridato spinta, vigore, mazzate, violenza e horror confezionando dei piccoli gioielli del cinema di genere. MACABRE, NIGHT COMES FOR US, KILLERS, HEADSHOT, MAY THE DEVIL TAKE YOU, MAY THE DEVIL TAKE YOU TOO, V/H/S 94, V/H/S 2. Insomma giovani, pieni di talento e di idee che si sono espresse perlopiù nell'horror e nelle arti marziali. Shadows Strays segue una sua politica d'autore lasciando spazio ai complotti, al revenge movie, alla final girls, alla resa dei conti, ad un'organizzazione spietata che agisce appunto come fantasmi senza lasciare tracce e dove di fatto 13 diventa la performer in grado di misurarsi con la stessa organizzazione e contro dei politici corrotti oltre che la malavita locale.
Dal punto di vista tecnico e delle maestranze coinvolte il film funziona molto bene, senza farsi mancare nulla, dove addirittura vediamo un ragazzino massacrato di botte per quasi tutto il film, dove di happy ending c'è ben poco sapendo che presto tutti moriranno. Però d'altra parte se confezionato molto bene la trama è di una banalità incredibile senza nessun vero colpo di scena, come quei quadri di un videogioco che vedi passare ma sai benissimo a cosa porteranno

venerdì 13 settembre 2024

Immaginario


Titolo: Immaginario
Regia: Yoshiyuki Momose
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Un amico immaginario deve tornare dal suo creatore prima di essere dimenticato o catturato da un uomo malvagio
 
Senza scomodare i faraoni dell'animazione come Kon Satoshi che ancora adesso piangiamo per la sua anticipata dipartita, il film di Momose è la consacrazione di quanto possa spingersi la voglia di riflettere sul potere salvifico dell'immaginazione. Per questo solo in piccolissimi momenti ho pensato a quel capolavoro di PAPRIKA. Qui ci troviamo di fronte ad un gran bel film, sontuoso, spettacolare, pieno di mezzi e risorse, di mondi e una galleria di personaggi esaustiva.
C'è un nemico molto potente, c'è la paura di crescere e di non essere creduti dagli adulti, c'è da parte di questi ultimi la rassegnazione e la voglia di razionalizzare troppo. C'è un passaggio di consegne che nel secondo atto cambia drasticamente mondo e piano di realtà. Ci sono colpi di scena, mentori magici, scene d'azione, di inseguimenti, di fuga da qualcosa che sta spegnendo l'immaginazione nei bambini e di una creatura famelica che si ciba dei sogni e dei ricordi di questi ultimi.
Spero che questo film abbia il suo dovuto spazio per farsi largo e dire la sua in un genere quello d'animazione fantasy che non è mai appassito ma qui si punta molto in alto con metafore importantissime che sono alla base per la comprensione dei personaggi come Amanda che crea mondi e amici immaginari per elaborare un brutto lutto appena capitato

Lake


Titolo: Lake
Regia: Lee Thongkham, Aqing Xu
Anno: 2023
Paese: Thailandia
Giudizio: 2/5

Un bambino ha trovato uno strano uovo, finché non si è reso conto che si trattava di un uovo mostruoso. È emerso dal lag pere uccidere tutti in tutta la città.

Il lavoro più imponente è stato fatto per la locandina. Furba e studiata ad hoc per attirare i gonzi amanti di monster-movie come me. E' da parte mia mantenevo anche delle aspettative medio alte senza sapere quale fosse il budget e le ambizioni dei registi. Speravo in un nuovo Kaiju sempre orientale ma con folklore e specificità diverse. The Lake è una trashata clamorosa. Quando non si hanno mezzi e risorse bisognerebbe studiare invenzioni a tavolino senza voler esagerare scombinando film, ambizioni, intenti, verosimiglianza e un minimo di coerenza. Qui c'è scatteria ad alti livelli in una sceneggiatura confusa, un mostro che cresce ma allo stesso tempo c'è ne sempre un altro vicino a lui. La scena in cui è in una fase di crescita ma che per ora è alla stessa altezza degli umani e attacca un gruppo di contadini nelle risaie e da b-movie dove il costume in gomma e gli effetti sono così brutti che la mdp cerca come può di nascondere ogni particolare indegno.
Quando il mostro veleggia sopra la città e crea il caos andando peraltro dietro al cuccioletto rapito riesce ad essere quasi credibile se non altro perchè in quel caso gli effetti in cg sono stati creati dopo e non c'è infatti coerenza e attinenza con i personaggi. La recitazione è tremenda, alcune scelte di sceneggiatura non hanno proprio senso come il detective che si porta dietro la figlia che non va bene a scuola senza rendersi conto che la sta quasi condannando. Ma così come le solite scene dove il pescatore abbocca qualcosa di più grande di lui, la scena con la creatura fuori e i nostri dentro il furgone fa tanto T-Rex giurassico di bassissima lega. Mi spiace perchè probabilmente gli intenti volevano essere altri ma il film a tratti è veramente insostenibile soprattutto quando il montaggio passa dal mostro che prova a fare cose a momenti di dramma familiare becero e scontato

venerdì 6 settembre 2024

Barking dogs never bite


Titolo: Barking dogs never bite
Regia: Bong Joon-ho
Anno: 2000
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

Yun-ju è un nullafacente che non ha i soldi per corrompere il suo preside e diventare professore; frustrato, si sfoga con i cani del vicinato, cercando goffamente di eliminarli. Di contro Hyun-nam, giovane svampita ma di buon cuore, decide di indagare per scovare il rapitore di cani.
 
Bong Joon-ho ai suoi esordi prima di diventare un'icona del cinema di genere asiatico e internazionale. Qui abbiamo una commedia grottesca davvero squisita come poteva esserlo KEEP COOL di Zhang Yimou prima che facesse il salto anche lui. Abbiamo una sorta di indagine ma che di poliziesco sembra aver poco ma di dinamiche sociali e popolari molte. Vediamo come sempre questi edifici dove sembrano abitarci centinaia e centinaia di persone, alcuni nuclei, alcuni assolutamente assenti, altri che girovagano senza un vero e proprio scopo e poi un labirinto di scantinati dove si possono incontrare le persone più bizzarre. Il film nasce come una satira del racconto ottocentesco Il cane delle Fiandre della scrittrice inglese Ouida, molto popolare nel sud est asiatico, che Bong decompone e ricompone, trasferendolo nella periferia di Seoul. Come sempre in queste commedie nere il paradosso sembra essere sempre l'incidente scatenante che porta la gente ha interpretare male alcuni attegiamenti e da lì far partire altri incidenti che in un qualche modo impatterranno tra di loro nella maniera più assurda
La scala sociale, sembra dirci Bong, si è rotta e per risalirla ci sono solo due possibilità: la corruzione o il successo effimero che solo la tv può dare.
E alla fine, a pagare per tutti, sono davvero gli ultimi, quelli senza possibilità e dignità.

venerdì 2 agosto 2024

Death Powder


Titolo: Death Powder
Regia: Shigeru Izumiya
Anno: 1986
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

In una Tokyo del prossimo futuro, Guernica è un androide dalle fattezze femminili in grado di produrre una polvere mortale. Kiyoshi, uno dei tre ricercatori che hanno sviluppato il robot all'interno del progetto guidato dal dottor Loo, inala accidentalmente la polvere e comincia ad avere delle allucinazioni lisergiche. Vede scene del passato di Guernica e intuisce che Harima, un altro ricercatore, è innamorato di lei. Compaiono anche un gruppo di uomini sfigurati a causa del deterioramento incontrollato della loro pelle. Il corpo dello stesso Kiyoshi comincia a mutare, trasformandosi in un ammasso gelatinoso.
 
Film post punk, cinema weird sperimentale con tutte quelle sperimentazioni orientali di cui al tempo i giapponesi erano tra i grandi detentori. Shinya Tsukamoto, Sogo Ishii, Shozin Fukui e molti altri ancora. Death Power è un mediometraggio davvero connotato, caratterizzato e condensato da trovate estetiche interessanti quanto di indubbio gusto nell'eviscerare disperazione, dilaniare corpi, portare a rese dei conti in capannoni abbandonati. Il tutto con una narrazione complessa quanto frammentaria che non vuole mai davvero narrare cosa sta succedendo quanto invece con il solo e unico intento di mostrare e cercare di scioccare lo spettatore con mutazioni e suggestioni gore

martedì 23 luglio 2024

Concrete Utopia


Titolo: Concrete Utopia
Regia: Uhm Tae-Hwa
Anno: 2023
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

Un devastante terremoto investe Seoul come un'ondata di roccia. Rimane in piedi un solo condominio, dove vivono il dipendente pubblico Min-sun e la sua compagna infermiera Myung-hwa. I residenti dell'edificio si ritrovano presto alle porte disperati in cerca di asilo e, dopo un'iniziale accoglienza, decidono di ricacciarli a vivere tra le macerie. Guidati da Yeong-tak, istituiscono il principio che il condominio è solo per i residenti e tutti devono aiutare al recupero e alla distribuzione di risorse, razziate dalle rovine circostanti. La comunità trova un suo equilibrio, ma questo viene destabilizzato dal ritorno al proprio appartamento una giovane residente, che ha viaggiato nella devastazione circostante ed è disgustata - come pure anche Myung-hwa - dall'osceno divario tra chi vive in modo relativamente agiato è chi è precipitato nella più nera miseria.
 
Concrete Utopia è un altro splendido esempio di come il cinema coreano spesso riesca a mischiare più generi per creare una parabola sociale condita da disaster movie, dramma, black humor, horror sociale e tematiche legate alla sopravvivenza e la sopraffazione. Il tutto in una metafora in realtà molto più reale di quanto si pensi, disturbante e satirico nel tratteggiare fin dove può spingersi l'umana meschinità, l'egoismo, l'omertà e così via. Anche qui il tema del terremoto a creare le basi per la disfatta ricorda per certi aspetti la mini serie, sempre coreana, BARGAIN, mentre qui assistiamo conoscendo i membri della comunità al processo di smebramento e regressione dove pur di sopravvivere si arriva a diventare carnefici cacciando ed esplorando lande desolate vicine.
Tremende quanto doverose alcune sequenze di lotta tra disperati per accaparrarsi un posto dove stare o qualcosa da mangiare arrivando a schiacciare chiunque si trovi davanti che siano donne, anziani o bambini.

Badland Hunters


Titolo: Badland Hunters
Regia: Heo Myeong Haeng
Anno: 2024
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 3/5

Un terremoto spaventoso ha trasformato Seoul in una terra desolata post-apocalittica. I sopravvissuti devono affrontare non solo le minacce provenienti dalla natura, ma anche quelle umane, dal momento che non vige più nessuna legge se non quella del più forte. Fra i superstiti ci sono anche Nam-san e Choi Ji-wan, che lavorano insieme come cacciatori delle terre desolate.
 
Dopo CONCRETE UTOPIA e BARGAIN di nuovo lo sfondo è quello di un terremoto che ha devastato la società rendendo gli abitanti rimasti e divisi tra vittime e carnefici in una landa post apocalittica dove bisogna imparare a vendere cara la pelle. Per certi aspetti sembra una versione coreana di Bud e Terence alle prese con maniche di bifolchi, predoni alla Mad Max, sette e scienziati pazzi che conducono esperimenti assurdi e questo personaggio enigmatico una donna chiamata “l’Insegnante” che con un misterioso contingente militare persuade la co protagonista a seguirla presso una comunità ricca che accoglie bambini e adolescenti.
Badland però riesce a tratti ad essere più comico e a non prendersi mai davvero sul serio come nei titoli sopra elencati. Questo lo porta come gli intenti e gli obbiettivi dei personaggi nonchè un certo tipo di narrazione ad essere più derivativa e prevedibile regalando uno spensierato divertimento e un un divertissement convincente.

giovedì 16 maggio 2024

Godzilla-Minus One


Titolo: Godzilla-Minus One
Regia: Takashi Yamazaki
Anno: 2023
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

1945, Odo Island: il pilota kamikaze Koichi Shikishima è costretto ad atterrare per un guasto meccanico. Lì è di stanza un'unità di riparazione capitanata dal meccanico Sosaku Tachibana, unità che durante la notte viene improvvisamente attaccata da una creatura misteriosa e inarrestabile, che gli abitanti dell'isola chiamano "Godzilla". 1947, Tokyo: Shikishima è tornato dalla guerra, ma la sua casa è distrutta e i genitori morti nei bombardamenti. Dopo aver accolto la vagabonda Noriko e la neonata Akiko, Shikishima, schiacciato dal rimorso di essere un sopravvissuto e dal senso di colpa per quanto accaduto a Odo Island, inizia a lavorare su una barca dragamine. Ma dopo i test nucleari americani dell'Operazione Crossroads condotti nell'atollo di Bikini, un nuovo e gigantesco Godzilla, ora evolutosi a causa delle radiazioni, sta per attaccare Tokyo...
 
Uno degli aspetti sicuramente più interessanti del film è il momento storico in cui viene descritto. Discostandosi di netto da tutti i precedenti moderni, qui vediamo una Tokyo post bomba atomica a doversi confrontare con un'altra minaccia che di nuovo genererà incubi distruggendo a destra e manca senza fare distinzioni. Ci sono diverse sotto trame a seguire il percorso di dolore dei vari protagonisti e delle loro scelte disperate pur di salvare il salvabile. Koichi, pilota d’aereo kamikaze, il quale rifiutatosi di obbedire agli ordini e poi sprofondato nell’incubo scatenato dalla creatura proveniente dall’oceano. Bambine che rimangono orfane, persone che per svariati motivi si trovano a creare una piccola comunità dalle macerie. Ci sono sodalizi sociali importanti e dinamiche che portano l'opera ad innalzarla come dramma sociale e un trauma collettivo anche qui un aspetto quasi mai curato in settanta anni di film su Godzilla.
E poi c'è il talento di Yamazaki che pur avendo una filmografia discutibile passando da opere importantissime a live action discutibili qui con un team composto da trentacinque artisti dedicati agli effetti visivi, e il budget contestualmente frugale di 15 milioni di dollari, è riuscito a mettere in crisi l'intero apparato dei blockbuster yankee mettendosi in tasca l'oscar per i migliori effetti visivi.
In più anche qui a differenza di tante altre rappresentazioni soprattutto americane, non ci si pone il problema di cosa abbia creato Gojira, di come sia stata colpa delle radiazioni e quale sia la causa. Anzichè puntare il dito contro un nemico qui si parla del Sol Levante e di come tutti pensino a come combattere il mostro e abbatterlo per emanciparsi dal passato e riscattarsi da un’umanità finita ai margini.

Fifth Thoracic Vertebra


Titolo: Fifth Thoracic Vertebra
Regia: Park Sye-young
Anno: 2022
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

Un materasso, su cui sta crescendo una misteriosa muffa, viene passato da un proprietario all’altro, testimone delle storie, di separazioni, di solitudine, di alienazione urbana. E la mostruosa creatura riesce a entrare, come un parassita, nelle vertebre delle sue vittime. Una coppia che trova casa e che si separerà, un’altra in crisi che si incontra in un love motel, una donna malata terminale che scrive la sua ultima lettera, un conducente che festeggia da solo il proprio compleanno: il filo conduttore è sempre lo stesso materasso.
 
Mediometraggio sperimentale e intimista. Un'opera che esce fuori dagli schemi per idee, messa in scena, montaggio e soprattutto l'uso del sonoro e del sound designer. Un'opera che parla di solitudine, di alienazione, risaltando alcune dinamiche di coppia, mostrando quanto ci si possa arrabattare per conquistarsi un materasso pieno di funghi. Ha dell'assurdo e diversi elementi weird l'opera di Park Sye-young che potrà probabilmente piacere ed essere compresa solo da amanti del cinema di genere. Ci sono delle similitudini con un certo tipo di Tsukamoto e tutta la fase di gestazione del fungo e la sua crescita. Quanto dura la vita di una muffa, essere che è classificabile come fungo? Corta, ci avvisa la didascalia all’inizio del film, alcuni tipi un giorno, altri una settimana, altri un mese ma comunque si tratta di durate estremamente variabili. La stessa creatura che sembra cibarsi o meglio inserire nel proprio corpo quelle vertebre che dovrebbero essere parte di una spina dorsale senza ombra di scoliosi. Eppure quando emerge sembra una ragazzina timida e impacciata una via di mezzo tra un piccolo angelo dell'innocenza e una creatura composta di sporcizia, un ammasso informe e rivoltante, di ife fungine, miceli, filamenti aggrovigliati.
Il fungo è fatto in stop-motion e il finale riesce ad essere poetico come se facesse, in parte, tutta parte di un sogno.

lunedì 13 maggio 2024

Exhuma


Titolo: Exhuma
Regia: Jae-hyun Jang
Anno: 2024
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 5/5

A uno sciamano viene offerta una grande somma di denaro per spostare una tomba. Si muove con il suo compagno, Ji Gwan.
 
Exhuma è un film davvero formidabile che sancisce il momento d'oro che ormai da anni sta passando la Corea del Sud nel cinema di genere e non solo. Qui dal punto di vista dell'originalità e di cosa e come venga raccontato mi ha ricordato THE WAILING.
Si parla di geomanti che non credo il cinema abbia quasi mai menzionato. Ci sono terreni da tastare e assaggiare, tombe da spostare, maledizioni e rituali per purificare e allontanare maledizioni, ci sono possessioni e infine vengono evocati o liberati demoni e anime con tanta rabbia in corpo.
Ci sono alcuni passaggi del film dove sono rimasto davvero a bocca aperta.
Il film poi è strutturato come un dittico sviluppandosi nella prima parte come un thriller horror soprannaturale con un bambino da salvare e una maledizione da esorcizzare. L'altra parte invece è più didascalica per alcuni aspetti molto più scientifica e teologica, minimale nella sua ricerca e nella descrizione delle origini di questo male arrivando però a delle trovate semplicemente fuori dalla portata di alcuni horror moderni. Perchè quello che Jae-hyun Jang sembra controllare meglio a parte l'impianto estetico che coincide con la perfezione totale è proprio l'atmosfera e di come riesce a crearla e dipanarla entrando nella psiche dello spettatore che può aspettarsi qualsiasi cosa da un momento all'altro. 
Exhuma non è un film semplice e di facile fruizione, ha una trama articolata e concettualmente impegnativa ma anche molto folkloristica ed esoterica. Saprà rimanere impressa grazie ad un susseguirsi di sequenze genuinamente impressionanti, a volte totalmente inedite.