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martedì 12 luglio 2011

Animal kingdom


Titolo: Animal kingdom
Regia: David Michod
Anno: 2009
Paese: Australia
Giudizio: 4/5

Josh Young è seduto sul divano accanto a sua madre, a guardare la televisione. Crediamo che la madre stia dormendo ma scopriamo che in realtà la donna è morta di overdose. Qualche istante dopo, irrompe in casa il personale paramedico,  a portar via  la madre. Rimasto solo, il figlio è costretto a trasferirsi da sua nonna e dai suoi zii. E' il violento ingresso di Josh nella vita adulta, che per lui sarà la vita del clan familiare un clan di gangster pericolosi, i suoi zii, che rispettano solo la forza, come nel regno animale.

Per capire meglio l’analisi del film di Michod bisogna investigare sul regista, il suo background culturale e il suo lavoro come reporter d’inchiesta sulla criminalità di Mellbourne.
Autore anche della sceneggiatura, Animal Kingdom è una vera sorpresa, arriva direttamente dall’Australia e come per altri piccoli cult (CHOPPER solo per citarne uno…) e destinato a diventare un piccolo gioiellino tra i film di genere.
Un dramma sviluppato attentamente seguendo e districando molto bene gli intrecci tra i personaggi, tutti ottimamente caratterizzati.
L’ambiente famigliare poi titaneggia con tutte quelle regole e quelle dinamiche che bisogna accettare indistintamente tutto attraverso il filtro sofferente e a tratti lucidissimo del giovane ragazzo a cui è da poco morta la madre.
Ci sono momenti di puro cinema conditi da colpi di scena notevoli e mai banali.
Un lotta contro le forze dell’ordine e contro lo stesso sistema che arriverà a corrodere gli stessi pilastri famigliari senza riuscire più a ricongiungere le parti.
Non sembra esserci una presa di posizione del regista che appunto come un giornalista sonda attentamente i dialoghi e il sistema di regole basate su forza e rispetto.
Al giorno d’oggi sembra strano un film come Animal Kingdom che seppur non annovera tante scene di violenza ne è completamente permeato dalla prima all’ultima scena.