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domenica 8 marzo 2020

Deep Rising


Titolo: Deep Rising
Regia: Stephen Sommers
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un gruppo di mercenari raggiunge, in alto mare, la nave da crociera Argonautica, messa in avaria da un complice per permettere loro di derubare i passeggeri, ma trova solo cadaveri ed un orrendo mostro marino.

Amo i b-movie. I film poi con i mostri e soprattutto quelli acquatici sono sempre in prima linea anche quando sai benissimo che ad attenderti sarà una trashata.
Quando però ti rendi conto che tra i tanti difetti di Sommers (il quale era pure partito bene poi si è perso) il pregio in questo caso è stato riuscire a mettere in scena creature tentacolose che ti succhiano i liquidi del corpo bevendoti vivo e quindi non stavo nella pelle soprattutto contando che mostra le creature solo a metà film per creare un po’ di atmosfera prima e far conoscere i personaggi e la trama scontatissima.
Deep Rising è la perfetta via di mezzo. Un film con budget, attori dignitosi, una buona messa in scena, mostri tentacolari che fanno quello che possono per l’anno di uscita (Rob Bottin era sul pezzo ormai da tempo) e dialoghi cazzari e situazioni stereotipate che aderiscono pienamente all’action d’assedio.
Un film che mostra una sola scena se vogliamo di paura, trova l’intesa tra la Bella (Famke Jansenn) e la Bestia (Treat Williams) due attori che mi stanno simpatici perché protagonisti di due cult Faculty (ad oggi secondo me il miglior film di Rodriguez) e Sbirri oltre la vita.
A quel tempo andava molto di moda la trama per cui mercenari cattivi alla fine trovassero un male indecifrabile e si schierassero con i buoni per combattere i mostri.
Sommers che non è mai da prendere sul serio, è riuscito a creare quel miscuglio dove si spara, ci si azzuffa, molti inseguimenti, storiella d’amore, massacri a volontà, toni da maschio alfa e dialoghi scritti da un bimbo o improvvisati, zero colpi di scena e un finale che si difende bene esagerando come sempre troppo.
Deep Rising è uno di quei film che guardi mentre ti leggi Dead Sea di Tim Curran, contando che il primo è puro intrattenimento, un giocattolone, mentre il romanzo sulle creature tentacolari è di una serietà mostruosa.

martedì 24 aprile 2012

Deep Rising


Titolo: Deep Rising
Regia: Stephen Sommers
Anno: 1998
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dalle profondità del Mare Cinese meridionale affiorano alcune orribili creature che cominciano ad attaccare i passeggeri di una lussuosa nave da crociera. Ben presto la nave diventa una camera degli orrori galleggiante. In corsa verso la nave da crociera c'è la Saipan, capitanata dall'ingegnoso mercenario John Finnegan, insieme al meccanico e al comandante in seconda. Quando arrivano, saltano a bordo e scoprono che qualcosa di terribile ha attaccato la nave. Il sangue scorre dappertutto. Tra i superstiti ci sono il comandante, l'armatore Canton e Trillian, ladra di gioielli.

Deep Rising è un filmetto d’intrattenimento che non aggiunge nulla di nuovo allo smisurato e vasto panorama di film di genere sulle creature degli abissi. Certo qui i soldi non mancano contando che il film  gioca la sua carta migliore sulla location e sul mostro di Rob Bottin (LA COSA,L’ULULATO,FIGHT CLUB) a metà tra la c.g e l’animatronic, un piccolo Kraken in miniatura. Ma tutto si esaurisce molto presto contando che i protagonisti sono quanto di più ridicolo e disgustoso (Finnegan su tutti) i dialoghi sono da fumetto scritto a due mani dai figli di Chuck Norris senza contare le capacità di Sommers che girerà VAN HELSING e quell’altra stronzata di G.I JOE.
Se contiamo poi la scena finale sugli scooter d’acqua all’interno della nave allora viene chiamata in causa anche la natura davvero trash del film. Peccato che non era in programma.