Titolo: Morris from America
Regia: Chad Hartigan
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Morris Gentry è un 13enne
afroamericano che da poco si è trasferito con il padre Curtis nella
città di Heidelberg, in Germania. Oltre ai normali disagi legati
alla pubertà, il ragazzo ha problemi di sovrappeso e di
ambientamento ma, appassionato di musica hip-hop, sogna di diventare
il nuovo Notorious B.I.G. Grazie alla complicità di suo padre, con
cui condivide la passione per la musica, e all'aiuto di Inka, la sua
tutor di lingua tedesca, Morris riesce ad andare avanti fino
all'arrivo dell'estate, quando viene mandato a frequentare delle
lezioni in un centro estivo per ragazzi
Morris from America è un film leggero
e smaliziato, un joint alla Lee, tutto afro che combina bene commedia
e dramma in un coming of age pieno di battute ironiche e dialoghi che
funzionano e trasmettono molto in termini di pathos e contenuti.
Due target d'età diversa, un padre e
un figlio che ci provano, con il primo che nonostante le difficoltà
di essere solo e di cambiare mondo passando dall'America all'Europa,
a conti fatti non smette mai di darsi delle colpe, di stare sempre
dietro alle vicissitudini e alle difficoltà di un figlio che cresce
cercando dei valori e una rete a cui aggrapparsi.
La musica come legame per creare
rapporti amicali e non, la voglia di continuare a credere di poter
essere qualcuno. Hartigan alla sua seconda opera sceglie un film
squisitamente complesso nella sua semplicità, toccando un tema caro
al cinema, ma che riesce vista la perfetta empatia e alchimia tra gli
attori, a non apparire mai scontato o superficiale, ma solido e
ironico anche in alcuni momenti intensi dove prevale il dramma puro
inteso come elaborazione del lutto e della perdita