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venerdì 11 novembre 2011

Like a Dragon


Titolo: Like a Dragon
Regia: Miike Takashi
Anno: 2007
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Kiryu Kazuma ex Yakuza, che è stato recentemente liberato dal carcere dopo una lunga detenzione. Lungo il percorso incontra Haruka, una ragazza in difficoltà, che sta cercando di trovare la madre.  Purtroppo i problemi di Kiryu lentamente ritornano ed è perseguito da un ex socio, con la mazza da baseball Majima Goro che ha rancore verso Kiryu.

Il fatto che ci siano registi capaci di trasformare la merda in oro è uno dei motivi per cui Like a Dragon riesce dove altri film falliscono miseramente. Tratto dal videogioco Yakuza per psp, Miike Takashi, autore di troppi bei film in troppo poco tempo, sa come divertire e sa farlo con il giusto gusto maturato dopo la sua nutrita filmografia. Riesce a citare il suo stesso cinema e lo fa con tutto quel gusto estetico senza diventare perfezionista ma preferendo prendersi quelle rivincite che hanno in un qualche modo contrassegnato il suo cinema.
Anche se palesemente tamarro, il film sviluppa altre due trame, dando dunque respiro anche all’azione devastante della linea narrativa principale, una rispetto a una coppia di improvvisati ladruncoli e l’altra concernente l’indagine della polizia nel mezzo di una rapina. Entrambe avranno un finale che sembra essere palesemente un riferimento alla chiamata alla spericolatezza, così come allo stesso tempo far emergere la disperazione dei più poveri e alcuni patetici tentativi di cercare di lasciare il segno.
Miike dirige e basta lasciando il resto del comparto tecnico alla sua squadra e non lesinando sulle bellissime musiche e gli arrangiamenti di Koji Endo.
Come sempre la parte riferita ai combattimenti non lesina e non si risparmia in questo caso con una scelta in post-produzione davvero efficace e alcune scene imperdibili come la ricerca da parte del gruppo di Goro per le strade facendo strage di altri yakuza e via dicendo fino al combattimento finale e la trovata della bibita energetica. Il cast è perfettamente adatto alla circostanza con una performance sopra le righe e alquanto esagitata di Goro Kishitani nel ruolo di Majima.
Imperdibile come tutti i film di Miike Takashi, regista rivoluzionario, anticipatore e precursore nonché uno dei pochi geni rimasti in aperta attività sapendo variare tra i generi come solo un regista che si è conquistato.