La famiglia Payne sembra una famiglia perfetta. Quando la vita della figlia minore Chloe viene sconvolta da un tragico evento scelgono di trasferirsi in una nuova casa, fuori città, per ripartire da zero. Presto però la ragazza si accorge di qualcosa che non va nella sua camera; inizialmente la famiglia non le crede, ma cambierà idea quando le manifestazioni diventeranno impossibili da ignorare. Mentre la loro realtà quotidiana inizia a sgretolarsi e le tensioni si amplificano, una presenza inquietante li osserva e li influenza, silenziosa ma sempre più vicina.
Presence è l'ennesima beffa di Soderbergh, regista ormai impossibile da definire, che prende in giro tutti facendo pensare ad un ghost movie con casa haunting quando invece parla di violenza, abusi e stupri. Detto così sembrerebbe quasi originale e interessante se non fosse che il film è articolato male, riesce ad essere noioso rendendo tutti ma proprio tutti i personaggi fastidiosi e detestabili a parte la ragazzina morta che ogni tanto cerca di dare qualche scossone alla casa e dunque al film almeno per non farci addormentare.