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sabato 13 maggio 2023

Eo


Titolo: Eo
Regia: Jerzy Skolimowski
Anno: 2022
Paese: Polonia
Giudizio: 3/5

Eo ("ih-oh") è il nome di un asino che fa coppia con l'acrobata Kasandra in un circo polacco. Con la ragazza, Eo ha un rapporto speciale, una comunicazione intima, che passa attraverso le carezze, il tono della voce, un accoppiamento delle teste e dello spirito. Ma il circo viene smantellato, piegato dai debiti e dalle proteste, e i due vengono separati. Eo inizia così un viaggio che lo porta in paesi e contesti diversi, fino in Italia, sempre secondo ai cavalli, belli e capricciosi, caricato di pesi, per lo più ignorato, a volte pestato, per cieca furia umana, in un'occasione salvato e in un'altra no.   

Eo è un film furbetto. Interessante e girato benissimo ma se avessero messo qualsiasi cosa al posto dell'asino sarebbe stato un flop. E' così seguiamo il viaggio dell'eroe o il cammino di formazione di questo animale. Una fiaba nera per certi aspetti che alterna scorci fantastici e altri quasi gratuiti passando da atmosfere con una fotografia da brivido che ritrae questo pellegrinaggio di Eo trasfigurando quasi la natura e trasformandone i colori. Dalla caccia coi laser, alla rissa tra gli ultras, finendo in mano agli animalisti e in camion con criminali diretti ai Mattatoi, finendo nelle mani di chiunque si trovi di mezzo, a salvare altri animali. L'occhio della madre, anzi l'occhio dell'asino ci fa vivere dei momenti magici e tragici allo stesso tempo a tratti montati con un'emblematica freddezza soprattutto se pensiamo al finale. Eppure in tutto questo sembrano esserci dei situazionismi per certi versi imbarazzanti come madre e figlio (la Huppert e il figlio Vito interpretato da Zurzolo) e il loro disagio dove nel campo ci finisce quasi per caso il nostro Eo.
Dal punto di vista della politica d'autore di Skolimowski, un veterano del cinema, qui si riflette dall'inizio alla fine e soprattutto nei vari passaggi di consegna ad una cattiveria post pandemica sempre più assetata di prevaricazione che usa il regno animale come strumento e come nutrimento di una fame e brama di conquista da cui l’individuo singolarmente non riesce mai ad uscirne sazio.