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martedì 15 novembre 2011

I want to be a soldier


Titolo: I want to be a soldier
Regia: Christian Molina
Anno: 2011
Paese: Spagna
Giudizio: 2/5

Tutti all’unisono sostengono che uno dei problemi per cui Alex vuole diventare un marines con solo sabbia nel cervello è quello della mancata attenzione dei genitori. Ma non è veramente così, la madre di Alex non è poi così distante dai problemi del figlio, il padre dalla sua cerca di coinvolgerlo e l’arrivo dei due gemelli non è l’unico ostacolo. La tesi è che i bambini come Alex, il nome la dice lunga, c’è ne sono molti, sono il prodotto del sistema e il problema del disadattamento o l’estraneazione dalla società per colpa della tv come dei luoghi di gioco, le regole del branco, i videogiochi, il cinema, insomma è della stessa società che altro non fa che esaltare ed enfatizzare al massimo la violenza.
Il problema così come il tema dunque non è nuovo e andrebbe trattato con più elementi .
A livello di ritmo e d’immagini funziona, non funziona la Marini come maestra(uno si chiede cosa ci faccia poi si scopre che in parte ha prodotto il film) i camei di Englund e Glover, l’ottima prova dell’esordiente Fergus Riordan, tutte cose interessanti ma la sceneggiatura purtroppo fa acqua e troppo presto.  Un altro elemento strano che funziona ma è troppo abusato è quello dei due amici immaginari: l’astronauta Capitano Harry e il suo alter ego, il Sergente Cluster, come le figure che appaiono nei cartoni nei momenti di incertezza dei personaggi.
E poi il finale è di una banalità incredibile così che strizza l’occhio un po’ troppo ad AMERICAN HISTORY X