Metà del XIX secolo: una spedizione di marinai bloccati nel Polo Nord s'imbatte in un uomo ferito e in una mostruosa creatura che uccide chiunque lo avvicini. L'uomo, che una volta in salvo racconta la sua storia, è Victor Frankestein, scienziato ossessionato dalla possibilità di vincere sulla morte e responsabile, con il sostegno di un industriale, del fratello e della fidanzata di quest'ultimo, della creazione di un essere umano assemblato con pezzi di cadaveri. Deluso però dalla sua creatura rozza e violenta, Victor ha però cercato di eliminarla scatenando la sua ira. Se però il suo racconto non fosse il solo possibile? Se anche il mostro raccontasse la sua versione, facendo così capire il suo desiderio di comprensione?
La creatura di Mary Shelley è sempre stata secondaria nelle trasposizioni girate nel corso della cinematografia. Il protagonista è sempre lui il dottor Frankenstein. Ora un'autore che stimo si cimenta anche lui quest'anno come l'altro autore francese con due creature incredibilmente famose e lo fa girando il suo sogno che era stato per Jackson quello di King Kong.
Frankenstein è sontuoso, elegante, mostra una creatura umana che scopre la vita e si nutre di sentimenti e di emozioni. Un'opera affascinante che riprende tanti dictat del libro, si muove su due archi narrativi differenti come per il capolavoro di Kurosawa dando due diversi punti di vista, crea una magione quella di Frankenstein per la quale ci sono volute più di otto settimane solo per crearla e infine distruggerla in una scena magnifica. Il film di Del Toro è un film che abbraccia i sensi, ho avuto freddo nelle parti del polo e mi sono scaldato nelle scene affianco al fuoco. Un film con un cast molto funzionale dove svettano Jacob Elordi il quale riesce a infondere umanità, dignità e speranza alla creatura nonostante la sua bellezza e una Mia Goth che ovunque la metti funziona.
Un'epopea che ha saputo davvero emozionarmi, senza lesinare le scene violente o le carneficine ma smuovendo stati d'animo a seconda dei cambiamenti e della narrazione che pensate un pò è proprio quello che il cinema dovrebbe saper fare
