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giovedì 15 dicembre 2022

Inexorable


Titolo: Inexorable
Regia: Fabrice Du Welz
Anno: 2021
Paese: Belgio
Giudizio: 3/5

Marcel Bellmer è uno scrittore che gode di una grande fama grazie alla reputazione che si è fatto con il successo del suo libro Inexorable, in grado di dargli la celebrità che la stabilità economica guadagnata sposando la figlia del suo ricco editore, fino a poco prima non era riuscita ad arrivare.
Poco tempo dopo essersi trasferito con moglie e figlioletta nella principesca magione del defunto padre della consorte, nei giorni immediatamente seguenti l'acquisto di un giovane cane presso un canile, ecco apparire dal nulla una giovane che, grazie proprio al ritrovamento dell'animale, in quei giorni smarrito per il più doloroso rammarico della bimba sua padrona, finisce per essere accolta in quel castello, prima come educatrice del cane, poi come compagna e governante della casa.
Ma cosa spinge quella ragazza tutta strana e dai comportamenti poco decifrabili, a guadagnarsi fiducia in quella famiglia benestante ed un po' ingenua?

Fabrice du Welz è un grande cineasta indipendente, un autore che non ha bisogno di presentazioni.
Proprio per essere uno dei miei outsider preferiti è colui da cui mi aspetto quel qualcosa di più che a volte avviene e altre volte come in questo caso no. Inexorable non è ADORATION, rappresenta proprio gli antipodi nella ricerca e nell'esplorazione delle tematiche affrontate (anche se anche qui come lì a parte l'età sono due ragazze fortemente disturbate). A parte quando si è trattato di girare film su commissione, il belga ci ha da sempre fornito ottime chiavi di lettura per quanto concerne sondare le tenebre dell'animo umano, indagare il folklore, prendendo sempre dei drammi ma cambiandone i protagonisti e i luoghi ma rimanendo sempre affascinato dalle scelte e dagli intenti dei protagonisti.
In questo caso si mina la dimora borghese, le certezze reali e non inondandole di bugie e inganni, che se nascosti nella sfera privata prima o poi verranno svelati come in questo caso dall'arrivo di una apparente innocente giovane ragazza Gloria. Pur volendo costruire un thriller erotico sull'animalità della consumazione dei corpi umani come da lui stesso ammesso, Fabrice ci conduce subito verso un colpo di scena che apprendiamo troppo velocemente (Gloria innescherà una miccia esplosiva che piano piano sgretolerà tutte le certezze del nucleo familiare) facendo intuire che il dramma pervasivo delle opere dell'autore verrà costruito sulle scelte e le intuizioni della co protagonista. Una giovane donna che scopre le bugie di tutti dandole però quelle sfumature come per la piccola Gloria di ADORATION (stesso nome, coincidenza) che la portano ad essere al contempo affascinante come pure estremamente disturbata.
Ed è l'unica pecca di un film girato con la solita maestria e la forma nonchè la politica d'autore del regista che a livello di musiche, atmosfere, luci e tecnica dimostra come sempre la sua sofisticata maniera di costruire una scena e darle una molteplicità di valenze.