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martedì 15 settembre 2020

Blood quantum


Titolo: Blood quantum
Regia: Jeff Barnaby
Anno: 2019
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

La riserva indiana di Red Crow è presa d’assalto da un’improvvisa epidemia di zombi, che infetta uomini e animali spingendoli a trasformarsi in esseri affamati, arrabbiati e feroci. L’epidemia riguarda solo i bianchi, mentre i nativi americani ne sono immuni. In poco tempo il morbo dilaga, e tocca allo sceriffo Traylor, e alla sua famiglia, organizzare la resistenza per poter dare un futuro al genere umano…

Al suo secondo film, Barnaby mezzo nativo pure lui, firma un film apparentemente complesso che dopo l'incidente scatenante diventa il classico zombie movie con l'unico espediente in più che vede i nativi a non poter contrarre il virus.
L'inizio, tutto il primo atto, risulta la parte migliore del film, dove tutto lascia presagire a qualcosa che sta sconvolgendo gli equilibri come la bellissima scena dei salmoni e del cane che tornano in vita. Da qui in avanti tra salti temporali, si passa a sei mesi dopo, l'opera nonostante una crudeltà di fondo e senza lesinare sulla violenza e sul gore, diventa abbastanza prevedibile a parte la mattanza dei protagonisti che muoiono male quasi tutti.
Più che un film politico o socio-culturale, l'etnia da sempre defraudata e oppressa diventa l'unica in grado di salvarsi per una non meglio precisata caratteristica del dna, può dal canto suo essere interessante trovando una variante originale, ma il film procede in un'unica direzione e dopo ciò, la narrazione e le idee sembrano esaurirsi velocemente fino ad un finale telefonato.
Alcune scene comunque rimangono impresse, una su tutte quella dell'evirazione ai danni di Lysol da una piccola lolita zombesca.