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domenica 4 giugno 2017

In nome di mia figlia

Titolo: In nome di mia figlia
Regia: Vincent Garenq
Anno: 2016
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Il 10 luglio 1982 André Bamberski riceve una telefonata in cui la ex moglie gli comunica la morte della figlia quattordicenne Kalinka.. La ragazza stava trascorrendo le vacanze in Germania con la madre e il patrigno, il dottor Dieter Krombach. In breve tempo, grazie anche a un referto autoptico che lascia più di un dubbio, Bamberski si convince che il medico abbia delle gravi responsabilità nel decesso. Da quel momento ha inizio una battaglia che lo vedrà utilizzare tutti i mezzi, legali e non, per dimostrare la sua tesi.

Il film di Garenq apre degli scorci inquietanti sui fatti di cronaca, sulle sparizioni, sul senso di giustizia e infine sul senso di colpa. E'drammatico leggere e osservare la trafila giudiziaria, gli scandali e infine il bisogno di comprendere la realtà qualunque essa sia da parte di un padre quando chiede solo giustizia sulla morte della figlia scomparsa in circostanze tragiche e misteriose.
Bamberski interpretato dall'ottimo Auteuil scava a fondo nel suo personaggio mettendone in evidenza difficoltà, dubbi e attimi di comprensibile pazzia, diventa il testimonial perfetto per dare toni e realismo ad un fatto così complesso. Se Andrè non molla, l'ex moglie gioca un ruolo importantissimo in quanto madre che non può neanche lontanamente pensare che il suo nuovo compagno si sia macchiato di un crimine così grave.
Un caso straziante che sembra infinito nella sua complessità burocratica fatta di fughe e salvataggi all'ultimo e mostra la responsabilità di diversi paesi a dare asilo politico ad alcuni carnefici che meritano di essere processati.
Un film di inseguimenti dove l'azione semplicemente non serve perchè Garenq è abile a mostrare le falle del sistema e della giustizia limitandosi semplicemente a descrivere la realtà e schiaffarla in faccia ai suoi personaggi.