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sabato 30 settembre 2023

Ultimo viaggio della Demeter


Titolo: Ultimo viaggio della Demeter
Regia: Andre Ovredal
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Whitby, Inghilterra, agosto 1897. La nave mercantile russa Demeter si è incagliata sugli scogli e dell'equipaggio non c'è traccia. Viene ritrovato soltanto il diario di bordo del capitano Eliot. Porto di Varna, Bulgaria, 4 settimane prima. Demeter sta per partire ed è a corto di uomini. Al gruppo si unisce anche Clemens, un medico inglese che ha appena salvato la vita a Toby, il nipote del capitano. Durante la traversata però iniziano a verificarsi dei fenomeni premonitori. Viene trovata una giovane donna, Anna, nella stiva, in pessime condizioni di salute e inizialmente è considerata come una clandestina. Poi viene sterminato tutto il bestiame. All'inizio si pensa a un'epidemia. La verità invece è molto più tragica e anche i membri della ciurma iniziano ad essere fatti fuori. I superstiti, per salvarsi, devono far affondare la nave.

Ovredal è una sorta di Re Mida del cinema di genere contemporaneo. Finora ogni suo film è una scommessa vinta dimostrando un talento e una voglia di sperimentarsi encomiabile.
TROLL HUNTER, AUTOPSY OF JANE DOE, SCARY STORIES TO TELL IN THE DARK, MORTAL sono quasi tutti film che hanno molti elementi horror e creano una particolare dipendenza. Ora Andre se ne esce con la prova del 9 quella dove deve provare ad adattare un segmento di uno dei più grandi capolavori al mondo della letteratura e sapendo che tanta di questa prova verrà affidata agli sceneggiatori. Fin da quando ne ho sentito parlare ho storto il naso pensando "ora vedrai che farà una cazzata" e invece sono stato ancora una volta smentito.
Demeter ovvero il risveglio di Dracula, come è stato orrendamente tradotto, non è un capolavoro, qualche difettuccio sul ritmo e sull'esegesi del soggetto lo commette e poi è ambientato tutto su una nave dove se non fai prima e bene i conti finisci giù dal trampolino in mezzo alla tempesta.
E'un film magnifico dove ho amato tante cose e detestato altre. Come dicevo non è perfetto, le interpretazioni ogni tanto sembrano distratte e inconsapevoli sul dramma che si sta avvolgendo su di loro. Dracula si vede per fortuna pochissimo e sempre in angoli bui straziando qualsiasi cosa abbia a portata di denti. Tutti sanno che devono morire e viene infatti espresso anche nel prologo del film
Chiunque avrebbe preso tempo parlando e insistendo sul conflitto che poteva crearsi nella ciurma mentre invece Ovredal vuole che tutti sappiano che su quella nave abita il male e si prenderà il sangue di ognuno di loro.

lunedì 10 luglio 2023

Dampyr


Titolo: Dampyr
Regia: Riccardo Chemello
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Balcani, 1992. La guerra consuma, devasta e uccide. Linee invisibili dividono le genti e le terre, ma su ogni popolo e città calano indifferenti le bombe e i massacri. Non c'è confine al dolore, solo indifferenza e disordine. Così, senza un apparente motivo in questo conflitto palesemente senza senno, il comandante Kurjak e i suoi uomini arrivano nel villaggio di Yorvolak. Stanno solo eseguendo gli ordini. Ma quello che trovano è inaspettato anche per gente come loro: tutti gli abitanti di Yorvolak sono stati trucidati in modo brutale da un nemico senza nome né volto. Decidono così di accamparsi nel villaggio per scoprire cosa davvero sia successo, ma durante la notte vengono attaccati da alcune misteriose creature insensibili ai proiettili e capaci di squarciare in due un uomo. L'unica soluzione sembra essere quella di chiamare un dampyr, che nelle leggende balcaniche è il figlio di un vampiro e di un'umana...
 
Dampyr è quell'operazione che poteva varcare le soglie del trash diventando uno dei più grandi flop sui fumetti di Bonelli quando invece a stento riesce a salvarsi dagli abissi. Il che non lo rende un buon film ma almeno decreta il primo di una serie che vediamo se riusciranno a proseguire visto il finale aperto. Riesce a non mettere troppa carne al fuoco gestendo quello che ha soprattutto in termini di budget in modo lineare e attento soprattutto nelle scene d'azione o quando i vampiri devastano e sterminano soldati e villaggi. Se l'elemento migliore è la fotografia e una certa atmosfera, la recitazione a volte è sbilanciata soprattutto quando il Dampyr deve rendersi bucolico e tristone rispetto invece a quando deve tirar fuori le palle. Con 15 milioni di budget abbiamo il primo capostipite (senza contare il TEX dell'85) della saga bonelliana che rimanendo in un limbo nei Balcani e alternando come dicevo cose molto buone e apprezzabili a dispetto di un ritmo che soprattutto nel secondo atto, sembra ricalcare la stessa matrice senza dare particolari guizzi narrativi.

martedì 6 giugno 2023

Renfield


Titolo: Renfield
Regia: Chris McKay
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Robert Montague Renfield in un gruppo di auto coscienza - assieme ad altre persone con problemi psicologici e relazionali - rivela di essere in una relazione distruttiva. Non rivela però che la sua relazione è nientemeno che con il conte Dracula, il vampiro del quale è servitore da decine e decine di anni. Adesso Dracula è un po' malconcio - in seguito a un tentativo di eliminarlo da parte di alcuni cacciatori di vampiri che hanno invano cercato una sponda in Renfield - e attende che il suo servitore gli porti delle vittime con cui riguadagnare salute e potenza.
 
Finalmente si sfrutta il post contemporaneo e l'attualità per parlare del sodalizio Dracula-Renfield quando quasi sempre si è preferito parlare di Dracula-Arker. Il tutto poi in una formula dinamica, ironica, splatter, piena di azione e combattimenti e intrusioni nel passato e nel folklore rumeno con il patto tra ghoul e padrone. A Cage forse mancava solo Dracula nella sua galleria di personaggi e bisogna ammettere che seppur straboccante, sopra oltre ogni possibile riga, che fa del suo personaggio un megalomane al limite della macchietta, funziona alla grande. Il problema della dipendenza di Renfield si scontra con una società dove assurgerebbe all'assurdo più totale dal momento che è stato siglato secoli prima e nessuno è in grado di poter capire questo sodalizio.
Gli scontri con la malavita e l'intrusione di Dracula tra le vette criminali sono forse le parti meno interessanti così come alcuni dialoghi tra Dracula e Renfield sull'autostima mentre invece il gruppo di mutuo aiuto e il rapporto con la poliziotta riescono ad avere degli sprazzi interessanti e comici.

giovedì 15 dicembre 2022

Invitation (2022)


Titolo: Invitation (2022)
Regia: Jessica M. Thompson
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dopo la morte della madre e in mancanza di altri parenti noti, Evie fa un test del DNA e scopre di avere ancora un cugino di cui ignorava l'esistenza. Una volta entrata in contatto con questa nuova famiglia, viene invitata in una tenuta della campagna inglese per partecipare a un matrimonio, dove viene sedotta da quello che sembra un affascinante aristocratico. L'incontro è però solo l'inizio di una serie di terribili eventi.

Invitation era stato segnalato da un articolo di Internazionale come uno di quei film che attaccavano la ricchezza. Ed è un misto della fiaba con la ragazza povera meticcia che incontra degli avi che scopriamo essere ricchi proprietari di terreni e ville. Una casata, gli Alexander, dove Evie finirà per trovarsi da un momento all'altro confinata lì dentro, innamorarsi subito del ricco belloccio e finire per sposarsi in una proposta "di sangue". Su Mymovies c'è scritto "Una giovane donna viene corteggiata e gettata via, solo per rendersi conto che è in corso una cospirazione gotica" il che non ha alcun senso ovvero la cospirazione c'è ma di gotico nulla. Purtroppo il film della Thompson ci mette davvero troppo a ingranare, a farci conoscere la solitudine della protagonista e gli inutili dialoghi con l'amica (non sei Jordan Peele che te li puoi permettere con una certa malizia e satira politica) per poi farci approdare alla mansione dove anche qui c'è una lunga carrettata di personaggi e una schiera di cameriere usate come sacrifici umani. Dal punto di vista artigianale e nelle scelte estetiche anche per quanto concerne alcune inquadrature e scene il film è infallibile. Peccato però che succede tutto nei soli venti minuti finali dalla proposta di matrimonio alla scena splatter finale dove la final girl stanerà vampiri per dare poi fuoco alla dimora.

venerdì 16 settembre 2022

Day Shift-A caccia di vampiri


Titolo: Day Shift-A caccia di vampiri
Regia: J.J. Perry
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un cacciatore di vampiri ha sette giorni per pagare la retta scolastica e l'apparecchio ortodontico della figlia. Per guadagnarsi da vivere, dovrà ammazzarsi di lavoro.
 
Day Shift è un film tremendo, una cafonata sul genere che cerca pure di prendersi sul serio. E'un film che sembra fatto così alla veloce che non vi rimarrà impresso niente dei protagonisti, esagerati e fastidiosi, ma soprattutto dei villain in questo caso i vampiri.
Un film assurdo dove Jamie Foxx è imbolsito e moscio senza credere nel progetto e facendo un'unica espressione. Dave Franco è semplicemente imbarazzante e Snoop Dogg recita in botta.
E poi queste scelte per cercare di rendere il film coinvolgente come il padre afro che per aiutare economicamente la famiglia crede di fare la cosa giusta, yes why can, così come la scelta di strappare i denti ai vampiri per venderli ad un collezionista (povero Peter Stormare mi piange il cuore quando è utilizzato così male) senza contare la totale mancanza di spessore della vicenda o di una trama che gira su se stessa rendendola avulsa e mai coinvolgente

sabato 18 giugno 2022

Abc of death


Titolo: Abc of death
Regia: AA,VV
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

27 differenti registi mettono in scena 26 modi differenti, perversi, brutali e violenti, di morire. Ogni cortometraggio è realizzato a partire da una lettera dell'alfabeto, iniziale di una parola scelta per dare sfogo alla fantasia horror.
 
In Abc of death ad ognuno è stato dato modo di esprimersi nella piena libertà sfruttando ogni strumento cinematografico e stile possibile. Qualcuno ci ha preso gusto, qualcuno è risultato particolarmente ispirato e qualcun altro ha fatto il suo senza incidere o lasciare nulla di originale. 26 cortometraggi sono tanti. I nomi in cabina di regia vantano la creme de la creme dell'horror internazionale. Ci sono alcuni dei miei registi preferiti come Weathley, Gens, Vigalondo, Iguchi, Yamaguchi, Tjahjanto, West, Cattet & Forzani. Il livello generale soddisfa in parte, dal momento che il limite più grosso è proprio la durata e molti autori chiamati in causa avevano storie e sceneggiature da lungometraggi o mediometraggi per cui la narrazione a volte viene stroncata di netto. Alcune suggestioni sono visivamente stimolanti soprattutto nell'animazione e nella stop motion (Klutz) ma anche in scelte complesse come Removed di Spasojevic dove un ospedale pratica rimozioni chirurgiche di pezzi di pelle su una cavia umana, i quali diventano – immersi in soluzione – pezzi di pellicola. Oppure Pressure di Rumley dove una madre per comprare la bici alla figlia sarà disposta a tutto, oppure ancora esperimenti molto fantasiosi come Hydro-Electric Diffusion o Unearthed girato in pov proprio sui vampiri dell'outsider Weathley.

giovedì 12 maggio 2022

Morbius


Titolo: Morbius
Regia: Daniel Espinosa
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Michael Morbius è un ragazzo di origine greca che soffre di una rara e incurabile malattia del sangue. A curarlo è Nicholas, una figura paterna che nel proprio ospedale trova posto anche per altri nella sua stessa condizione come Milo. I due superano l'infanzia e, 25 anni dopo, continuano a collaborare. Trasferitisi a New York, Milo è un ricco giocatore d'azzardo che sovvenziona le ricerche di Michael, diventato un dottore a cui viene offerto persino il premio Nobel, che lui rifiuta perché non ha ancora trovato una cura. Ha però un progetto: usare il DNA dei pipistrelli vampiri...

Morbius non sarà il peggior film della Sony sui cine fumetti ma ci va davvero molto vicino.
A questo punto mi chiedo perchè i vari Spider Man, Venom e soci non passino direttamente alla multinazionale della Disney. Almeno seppur delle vaccate ne uscirebbero con esiti di certo più decorosi. Morbius ha dei tremendi effetti speciali in c.g dove vediamo il vampiro spostarsi da una parte all'altra senza capirci nulla. L'antagonista è il suo amico malato di sempre che appena scopre la cura ovviamente prevale in lui la sua parte egoista e violenta a discapito di chi quando era disabile lo prendeva in giro. Ci sono personaggi secondari che non vengono minimamente caratterizzati. 
Morbius poi interpretato da Leto che ha completamente sfumato tutte le possibilità anche come Joker è un super eroe noioso che di fatto sembra essere un buono che non fa altro che pentirsi per quello che ha fatto ed è l’emblema di un sistema che pone la meraviglia del parco divertimenti al di sopra di una solida narrazione.


martedì 12 aprile 2022

My heart cant beat unless you tell it to


Titolo: My heart cant beat unless you tell it to
Regia: Jonathan Cuartas
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dwight e Jessie faticano per mantenere in vita il loro malato fratello minore. Per riuscire nel loro scopo, devono dargli da mangiare sangue umano.
 
Un altro indie low budget americano che parla di malattia. Quella malattia che diventa il male da cui ci si deve allontanare oppure curarlo e nasconderlo semplicemente perchè non si può fare altrimenti. Cuartas crea un film molto minimale, deprimente, quasi esclusivamente un'unica location all'interno di una casa e un trio di personaggi emotivamente molto distanti dallo spettatore. Lo stesso non si può dire per alcune vittime le quali provocano una certa comprensione soprattutto perchè non vedono in Dwight il classico maniaco o assassino ma qualcuno che sta facendo qualcosa per una causa di cui non sembra poi così sicuro.
Un horror sociale permeato di disagio che tratta il vampirismo (qui pur non essendo mai citato è doveroso ribadirlo) come emarginazione sociale già visto negli ultimi anni in film come Blood Red Sky, LASCIAMI ENTRARE o soprattutto Transfiguration. Un film triste negli intenti che muove ma per alcuni aspetti molto realistico seppur Cuartas sembra fregarsene a priori di darci almeno un paio di informazioni utili ad esempio del come nessuna indagine venga mossa per cercare gli scomparsi (perlopiù messicani irregolari) o del perchè non venga spiegato il nucleo come è arrivato lì e che cosa realmente è la malattia di Thomas.
My heart cant beat unless you tell it to è una metafora tetra e disarmante su dove si è disposti ad arrivare per aiutare qualcuno che si ama, a che livelli possa arrivare la povertà e delle conseguenze legate al gesto di uccidere una persona.





domenica 23 gennaio 2022

Climate of the Hunter


Titolo: Climate of the Hunter
Regia: Mickey Reece
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Due sorelle, Alma ed Elizabeth, insieme al loro cane fanno ritorno nella remota casa della prima per ricongiungersi con Wesley dopo vent’anni. Alma è divorziata da poco, Elizabeth è una maniaca del lavoro mentre Wesley vive solitamente a Parigi, dove si occupa di una moglie gravemente malata. A poco a poco, le due donne si contenderanno le attenzioni di Wesley, che in realtà potrebbe essere un vampiro.
 
L'opera di Reece è un indie low budget interessante, old style, vintage ed elegante.
Sette attori in totale e un cane. Un trio che cena dopo cena, svela le proprie carte, suddiviso in capitoli e da indizi che il film sciorina poco alla volta per dare pathos e atmosfera alla storia.
Un cottage in mezzo alla natura e distante dalla civiltà, due sorelle, due adepte che aspettano il loro maestro, figli e figlie che partecipano al banchetto nella casa e infine un guardia boschi pazzo e solitario che sembra annusare nell'aria l'avvento di qualcosa di pericoloso.
Climate of the Hunter è tutto concentrato sui dialoghi dei tre protagonisti dove Wesley sembra l'incarnazione del maschio alfa, elegante e intellettuale, capace di dimostrarsi adatto in ogni luogo e circostanza. Un uomo che ha viaggiato ovunque, divorando donne di ogni tipo e dimostrando di poter avere qualsiasi cosa che anela.
Sul tema del vampirismo di cui ho visto ogni film possibile, questo riesce ad avere una tematica originale, potrebbe quasi sembrare il cugino lontano delle STREGHE DI EASTWICK meno ambizioso e con un ritmo lento e parecchi dialoghi. Solo il finale sembra muoversi troppo spedito portando ad una resa dei conti che di fatto sembra terminare troppo velocemente una storia che sul più bello trova un climax finale discutibile.

mercoledì 20 ottobre 2021

Midnight Mass


Titolo: Midnight Mass
Regia: Mike Flanagan
Anno: 2021
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 7
Giudizio: 4/5

Patrick's Church per sostituire momentaneamente l'anziano Monsignor Pruitt. Quando eventi strani e apparentemente miracolosi iniziano ad accadere, la comunità di Crockett Island è travolta da un rinnovato fervore religioso. Ma non passa molto tempo prima che si chiedano quale sarà il prezzo da pagare.
 
A quanti questa favolosa mini serie ha ricordato LE NOTTI DI SALEM. Abbastanza direi anche se qui tutto nasce da un'idea originale e lo sviluppo è quanto di più diverso. Flanagan non ha bisogno di presentazioni. Un autore unico che piano piano senza mai montarsi la testa ha cominciato nei suoi film a creare una sorta di world building, costruendo come un amanuense con piccoli mattoncini quella che possiamo ad ora definire una fortezza. Midnight Mass è il progetto più ambizioso, personale, un'epopea maledetta che rischiava di saltare per varie questioni che conosciamo bene. Però la fatalità ha voluto che Mike ci concedesse questa storia brillante e originale, una rappresentazione di come l'uomo voglia da sempre rispondere e risolvere una delle paure più grandi ovvero «Cosa accade quando moriamo e come possiamo evitare che tutto finisca?»
Il risultato è un abile e mai banale lavoro di scrittura che non vuole come molti di solito fanno, buttare fango sulla fede così giusto per rigettare nel calderone la religione come un sistema simbolico organizzatore di senso ma porsi domande a cui nemmeno un prete come padre Paul riesce a capacitarsi e infine a rispondere. Solo nel finale in una rivelazione brillante riuscirà a mettere in dubbio i suoi stessi principi andando contro tutto quello che stava creando all'interno del villaggio.
C'è tanto materiale e tanti temi che vengono esaminati nella mini serie. Folk horror, isolamento psicologico, sacro e profano, indottrinamento delle masse, una delle più belle storie d'amore degli ultimi anni (Erin e Riley due personaggi che non potranno essere dimenticati), fede e miracoli, e così tante altre cose quasi impossibili da elencare e per finire uno dei climax che non vedevo da tempo in una mini serie qualcosa in grado di far riflettere sull'utilizzo di alcuni mostri e i loro intenti, un finale apocalittico e fiammeggiante nell'ultima messa di mezzanotte. La bravura e uno degli elementi innegabili di Flanagan è il suo essere classico prendendosi i suoi tempi dilatandoli ( a volte in qualche monologo pure in modo eccessivo ma senza fargliene una colpa) senza avere mai quella fretta o quella brama di aggiungere stonature nei suoi progetti. Questa sontuosa opera "religiosa" come la Bibbia e i salmi ne sono testimoni, sembra vedere la filmografia dell'autore in una crescita costante, un riuscire a non sbagliare mai nessun progetto anche quelli ambiziosi e scomodi come poteva essere DOCTOR SLEEP riuscendo invece a trasformarlo in una piccola magia.



lunedì 16 agosto 2021

Blood Red Sky


Titolo: Blood Red Sky
Regia: Peter Thorwarth
Anno: 2021
Paese: Germania
Giudizio: 3/5

Una donna con una misteriosa malattia è costretta ad agire quando un gruppo di terroristi tenta di dirottare un volo transatlantico notturno. Per proteggere suo figlio, dovrà svelare il suo oscuro segreto e scatenare il vampiro che è in lei.
 
Negli anni abbiamo imparato a scoprire che anche l'aereo non è un posto sicuro.
Che sia preda da orrori cosmici come Altitude, da presenze occulte come 7500, da serpenti come SNAKE ON A PLANE oppure da psicopatici come in RED EYE, non ci siamo fatti mancare nulla ma i vampiri forse ancora non erano venuti in mente pur avendo ormai sdoganato ogni location possibile.
La premessa è buona così come il cast, i tempi soprattutto all'inizio sono dettati nella giusta maniera, i flash back li ho trovati posticci (l'incidente per cui Nadja diventa una vampira ad esempio) il flash forward invece è intrigante soprattutto come metafora socio-politica, una variante che avrà modo di crescere anche a bordo dell'aereo con il messaggio che i due arabi devono pronunciare per far pensare ad un atto terroristico. Personaggi come Farid riescono ad essere caratterizzati bene senza mai diventare della macchiette anche se rimane un mistero come pur senza un braccio riesca ad essere così brillante. Un elemento di minor risalto legato al pathos e all'atmosfera del film è quando Nadja per salvare il figlio scopre le carte rivelando di essere un vampiro e mettendosi a lottare con i criminali. In quel caso viene meno il suo personaggio, tormentato dal dover difendere gli innocenti e uccidere i cattivi e la sua lotta interiore per non nutrirsi e basta senza dover essere a tutti i costi un'eroina. Di certo il plot è interessante e abbastanza originale pur diventando un action thriller vero e proprio più che un horror. La variante europea riesce in questo a renderlo più serioso e meno scontato almeno per alcuni colpi di scena che potevano rivelarsi molto più telefonati e meno interessanti.

giovedì 17 dicembre 2020

Blood Vessel


Titolo: Blood Vessel
Regia: Justin Dix
Anno: 2019
Paese: Australia
Giudizio: 3/5

L'avventura di un gruppo di sopravvissuti che, da una scialuppa di salvataggio, riesce ad abbordare un'imbarcazione tedesca abitata da vampiri assetatati di sangue.

Un survivor movie tutto ambientato all'interno di una nave nazista gigantesca e abbandonata.
Un manipolo di protagonisti tutti a condividere storie e destini diversi, arrivando ognuno da un paese straniero e nascondendo segreti e dolori tutti legati alla guerra. Tutto questo in un'ambientazione buia e lugubre, dove tutta l'azione è impostata in una notte e dove soprattutto nel terzo atto i colpi di scena si susseguiranno senza sosta portando a far morire praticamente ogni membro del gruppo.
Ormai i nazisti soprattutto nell'horror sono stati saccheggiati e brutalizzati in ogni loro anfratto.
In questo caso la magia nera e gli esperimenti nascosti portano il nostro sparuto branco a trovare quelle casse da morto con tutte quelle incisioni sopra che probabilmente nessuno sano di meno aprirebbe. La coppia di vampiri, soprattutto lui, ha un ottimo make up, lei risalta meno, così come la loro figlia (la bestia addescatrice che si muove per la nave in cerca di sopravvissuti) e la parte dello scontro è rapida e nemmeno così splatter come ci si poteva aspettare. Al di là di alcune ingenuità evidenti di scrittura, il film crea una buona atmosfera nei primi atti per poi esagerare soprattutto con i vampiri nel finale, con un ritmo e un montaggio che lasciano frastornati per come si è arrivi troppo in fretta ad un epilogo. Il climax finale però per chi non ama gli happy ending anche se non proprio originale sa il fatto suo e apre ad un'altra mattanza che mostra tutto l'orrore che può aver generato un conflitto mondiale e i retroscena del vampirismo.

Caleb


Titolo: Caleb
Regia: Roberto D'Antona
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

La giornalista Rebecca è preoccupata per la scomparsa della sorella minore Elena che, cercando di emulare le sue gesta, stava svolgendo ricerche per un servizio sulla misteriosa scomparsa di alcune persone. Tre mesi dopo la sparizione di Elena, Rebecca è contattata da uno sconosciuto di nome Giordano che si rivela essere il cognato della partner di Elena, anch’essa scomparsa nella medesima occasione. Giordano indirizza Rebecca verso un paesino montano, Timere, stranamente cancellato dalle mappe. Rebecca vi si precipita ed è accolta in modo ambiguo e minaccioso dal commissario locale. Trovato alloggio nell’unica locanda del paese, Rebecca vi fa conoscenza con una coppia di turisti capitati lì per caso. Ma soprattutto Rebecca conosce il misterioso e affascinante benefattore locale, Caleb, che si mostra molto gentile e ospitale. Come Rebecca e gli altri presto scopriranno, però, Caleb ha un terribile segreto.

D'Antona & family. Una produzione curiosa ma soprattutto coraggiosa quella della L/D production company, completamente slacciata da accordi con major o grandi nomi conservando un suo percorso di crescita autoriale e indipendente.
Dopo Wicked GiftFino all'inferno e Last Heroes, CALEB rappresenta sicuramente una svolta in termini tecnici, di budget, di performance, di scene d'azione e momenti splatter.
Senza osare o dire nulla di nuovo, la trama infatti è semplice e basilare, quello che però lascia subito un marchio di maturità e consapevolezza è l'uso della mdp sempre più simile a quello che D'Antona ama, ovvero il cinema di genere americano. Si passa da una citazione all'altra, ma quello che fin da subito emerge e un uso adeguato e strategico dell'atmosfera soprattutto nel primo atto e in parte del secondo. Il terzo come da abitudine del regista ci porta nell'action più esplosivo con combattimenti e resa dei conti finale.
Più di due ore e mezza per un film che si prende i suoi tempi dilatandoli, sottolineando ogni dettaglio, dando risalto ad ogni battuta e sfruttando la galleria di amici/attori che nel corso della filmografia hanno saputo dare il loro peso soggettivo (certo chi più chi meno, passando prove convincenti ad alcune decisamente amatoriali) ma in questo difendo la scelta, quando poteva d'altra parte avvalersi di un cast più maturo, invece per fratellanza e rispetto sceglie sempre la sua squadra.
E'una dichiarazione d'amore per il cinema, passando da Stoker, creando una sorta di Caleb/Jonathan Harker invertito (elemento che ho molto apprezzato), passando per territori e sentieri che portano ad una città dimenticata e assoggettata al loro leader che come ricorda la locandiera "noi siamo in debito con Caleb" volente o nolente mi ha fatto venire in mente il cult di Carpenter con la battuta in cui Egg Shen ricorda Jack Burton, anche qui come per Harker, invertendo i poli visto che si parla del Caleb salvatore ovvero il "non morto".
Timere poi è una bella Innsmouth da scoprire, anche se ha poche location ma tutte utilizzate al meglio come il teatro, la chiesa e le vie che ancora una volta fanno onore al nostro paese e tutti i borghi sepolti dal mistero ancora da scoprire.
Il mood poi di cercare di alzare la posta in gioco come in questo caso l'elemento erotico, i bagni di sangue, le orge, i baci saffici e i nudi, non vengono usati in maniera gratuita ma sono messi al servizio della storia per dare quell'elemento in più e arrivando ad alcuni momenti in cui per la prima volta D'Antona raggiunge l'apoteosi nel suo concetto di horror. Per quanto concerne l'estetica, è un'opera in cui color correction, post produzione, sound designer, fotografia e montaggio fanno la differenza a volte in maniera troppo massiccia quasi a voler rincorrere un modello come quello di Refn giusto per fare un nome e poi un uso a mio avviso del sogno troppo abusato.
Caleb è un film di cui andare orgogliosi, un'opera matura e raffinata. Un continuum di soluzioni narrative, di cambi di rotta, di cinema di genere, osando e sfidando le avversità come in una tempesta ma uscendone con incisivi limati a dovere e tanta sete di sangue che spero continui ad accompagnare le avventure del giovane autore.



domenica 11 ottobre 2020

Vampiro a Brooklyn


Titolo: Vampiro a Brooklyn
Regia: Wes Craven
Anno: 1995
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Maximilian è l'ultimo sopravvissuto di una stirpe di vampiri di un'isola caraibica, e deve trovare una compagna per non far estinguere la linea. Giunto a Brooklyn, trova Rita, il cui nonno era un vampiro, che soffre di incubi che non riesce a comprendere; Max prova a portarla verso un futuro da succhiasangue, ma la ragazza è combattuta...

Wes Craven è un regista che soprattutto negli ultimi anni non è riuscito a dare il meglio di sè come ha fatto con i suoi esordi imponendosi come uno dei cineasti horror più importanti e prolifici di sempre (NIGHTMARE,COLLINE HANNO GLI OCCHI,SCREAM). L'unione di fatto con la famiglia Murphy che ha voluto e prodotto il film, nonchè scritto e molto altro ancora, rimane una delle operazione commerciali meno riuscite dove il tocco del maestro rimane distante, lontano da un'opera che non riesce mai a far ridere e tantomeno a far paura. Ghoul, una galleria di personaggi afro, trasformazioni ed esecuzioni dozzinali (l'estrazione del cuore all'inizio nella sua pochezza è la scena più splatter se vogliamo), un cast dove Eddie non riesce a dare brio ed enfasi al suo personaggio alternando le solite pose e senza mai dare quell'estro che lo caratterizza.
La Brooklyn metropolitana con il suo degrado è la parte migliore, ma il film dopo il primo atto annoia e verosimilmente lo spettatore non sa mai cosa aspettarsi finendo per digerire una black comedy dove la demenzialità è la vera protagonista.

lunedì 20 luglio 2020

Racconti Della Cripta - Il Piacere Del Sangue


Titolo: Racconti Della Cripta - Il Piacere Del Sangue
Regia: Gilbert Adler
Anno: 1996
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Vincent Prather riporta in vita Lilith, la signora di tutti i vampiri per scopi inizialmente religiosi. Infatti il reverendo J.C Current ha aperto un bordello di vampire in modo da attirare i maschi libidinosi e farli uccidere come punizione dei loro peccati. L'unico modo per tenere a bada Lilith è una chiave contenente il sangue di Cristo (la stessa apparsa ne Il cavaliere del male).

I racconti della cripta non hanno mai puntato a fare paura quando a divertire e regalare storie strampalate con tanto ritmo e mostri. I risultati sono altalenanti . Il CAVALIERE DEL MALE è sicuramente il migliore grazie a Billy Zane e anche RITUAL è migliore rispetto a questa farsa sui vampiri diretta dal buon mestierante Adler. Sceneggiato da Bob Clark e Robert Zemeckis, il film vola continuamente da una citazione all'altra, mostra Lilith la regina dei vampiri, vixen dalle tette siliconate, un reverendo corrotto ma dal cuore buono, il solito detective che non aggiunge molto ad un personaggio stereotipatissimo e i vari figuranti come Corey Feldman e Chris Sarandon (il reverendo) già visto nel primo Fright Night(1985).
Tanto goliardismo, una mattanza nel bordello che sembra figlia di DAL TRAMONTO ALL'ALBA, tanto senso dell'umorismo e ignoranza eroica portata agli estremi, un film che per i fan è nostalgia pura e avventura più che horror, un film semplice, accattivante che regala solo qualche momento splatter ma per il resto fa sorridere molto e fa rimpiangere un certo tipo di cinema mainstream che sembrava un enorme giocattolo con scenografie traballanti e make-up old school.
L'antefatto tra Crypt keeper e la Cosa figlia del dottor Frankenstein è l'aspetto più triste e scialbo.


martedì 14 luglio 2020

Fright Night 2


Titolo: Fright Night 2
Regia: Tommy Lee Wallace
Anno: 1988
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Una nuova diva della tv (in una trasmissione horror) è in realtà una vera vampira che vuole vendicare il fratello, ucciso qualche tempo prima da uno studentello e da un "cacciatore di vampiri"

Cambia la regia per un sequel tutto sommato gradevole anche se minore rispetto al precedente. Wallace quello di It(1990) e Halloween 3, i suoi due miei cult, dirige con piglio nemmeno così personale, quasi come se fosse un incarico da mestierante, un film sui vampiri che di fatto si colloca temporalmente dopo il primo, cogliendone gli obbiettivi (la vendetta) e mostrando gli stessi personaggi con il Ghoul della protagonista interpretato dal mascherone cattivo di Brian Thompson.
Il ritmo purtroppo è molto più debole del precedente così come gli effetti speciali, il gore e lo splatter che a parte un paio di scene come quella del ventre squarciato da cui escono vermi e insetti, oppure la testa usata come palla da bowling, non cercano quasi mai niente di originale.
Appare fin da subito un film svogliato dove la storia dei protagonisti ormai la conosciamo e il gruppo di vampiri e mostri risulta dopo i costumi di Ragazzi perduti parecchio più eccentrico in cui l'aspetto trasgressivo è solo di facciata, più glamour e colorato che mortifero e inquietante.

Fright Night(1985)


Titolo: Fright Night(1985)
Regia: Tom Holland
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un ragazzotto scopre che il suo vicino di casa è un vampiro, ma né la polizia, né la madre, né la fidanzata gli credono. Dovrà cavarsela da solo, con l'aiuto, ben pagato, di un divo dei film dell'orrore: Peter Vincent.

Fright Night di cui visto il successo uscì un sequel pochi anni dopo, è un classico horror sui vampiri che assieme a Ragazzi perduti condivide una certa tematica teen in una modalità davvero apprezzabile e che riesce a non snaturare l'anima del film.
Il film di Holland, regista horror che ha saputo nella breve filmografia regalare qualche perla, puntava sulla modernità di alcuni stereotipi visti in passato con ambientazione moderna, la casa e il vicinato, i protagonisti giovani e molto comuni, il vampiro che non ti aspetti e altre varianti che riuscivano a dare linfa e originalità ad un filone sempre in continua crescita.
Il tutto regalando tematiche che non avevano modo di esprimersi come il viaggio di formazione del protagonista e del suo mentore il quale dovrà mettere da parte il suo scetticismo, una riflessione sull'adolescenza che aprirà la strada a diversi film che affrontano quel certo tipo di tematica, dando il difficile compito all'anti-eroe protagonista di crescere attraverso una dura battaglia contro un nemico potentissimo e gli amici e la famiglia di Charlie che non gli credono. Almeno inizialmente.
Fright Night coniuga una buona componente di maschere e make-up funzionale, un'estetica splatter e sanguinolenta incisiva e per finire un perfetto mix di umorismo.
Un film che seppur dai toni da commedia riesce a regalare alcune scene davvero grottesche come quella dell'atroce morte di Evil, l'amico di Charlie che se ne va tra infiniti e mutevoli dolori mentre implora aiuto al suo carnefice


mercoledì 1 luglio 2020

Lesbian vampire killers


Titolo: Lesbian vampire killers
Regia: Phil Claydon
Anno: 2009
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Mentre tutte le donne della ridente cittadina di campagna Welsh vengono morse e rese schiave da un manipolo di vampire lesbiche risvegliate grazie ad un'antica maledizione, la popolazione maschile congiunge le proprie speranza in una coppia di due giovani smidollati, inviati come sacrificio nella brughiera.

Gli inglesi e le parodie di solito vanno sempre a braccetto. Lesbian vampire killers dal titolo molto accattivante cerca di infilare in un cocktail di sangue svariati ingredienti vampiri, lesbismo, satira, ultra gnocche, paesino sconosciuto e pieno di bifolchi e giovani protagonisti ingrifati che fuggono dalla realtà scegliendo il paesino in questione dove troveranno di tutto in pub affollati da redneck e cacciatori di vampiri con figlie vergini.
Il film in sè ha un buon ritmo, non si avvale di una storia corposa dove a metà del secondo atto diventa un film d'azione/horror tra combattimenti, preti che inseguono leggende millenarie e streghe che cercano di tornare in vita grazie alle loro adepte per conquistare il mondo.
Insomma un bel troiaio che però riesce a divertire e intrattenere senza nulla di originale ma dosando con astuzia un budget di certo non oneroso e l'idea di non prendersi mai davvero sul serio.



lunedì 20 aprile 2020

Stakelander


Titolo: Stakelander
Regia: Dan Berk e Robert Olsen
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Quando la sua casa di New Eden viene distrutta da una fratellanza di vampiri rivitalizzata e dal suo nuovo leader, Martin si ritrova da solo nei calanchi americani. A fargli compagnia e da guida avrà solo il lontano ricordo del suo mentore, un leggendario cacciatore di vampiri.

Ho aspettato 4 anni prima di vedere il sequel di uno dei film indipendenti sui vampiri più belli della nuova generazione.
Stake Land è l’amore profondo per il cinema di genere sublimato da un duo di artisti che adoro e che come me amano uno degli scrittori di narrativa horror e noir più importanti di questi tempi Joe Lansdale.
Jim Mickle e Nick Damici sono la formula magica nell’horror moderno.
Qui in cattedra abbiamo però solo Mister Damici, in un prodotto che cerca di mettercela tutta con limiti e prove di ignoranza eroica che riescono a dare toni macabri e soluzioni visive interessanti.
I risultati e l’approssimarsi di una nuova era dopo l’Apocalisse vampiresca portano ad un road movie, un survival movie dove tra umani indecenti, vampiri sempre in fase di trasmutazione condannati a diventare qualcos’altro. Una specie nuova, un’orda selvaggia e matriarcale dove sempre più è la gerarchia della specie a dettare legge e formule di sopravvivenza.
La differenza più grossa tra i due film è la scrittura. Il primo era micidiale, cattivo, rassegnato, grottesco, con un’atmosfera e una solitudine spaventosa. I vampiri erano ancora più cattivi e facevano paura soprattutto quando erano preti e cadevano letteralmente dal cielo. La messa in scena poi era ben altra cosa mentre qui a tratti soprattutto per la fotografia sembra un prodotto televisivo. Qui l’aria è la sostanza è di un b movie che non è certo una critica, anzi, ma il film procede senza guizzi narrativi e colpi di scena, facendo il suo e mostrando alcune schiere di vampiri che sembrano non morti di qualche saga televisiva indecorosa.
Si guarda, il ritmo certo non manca, qualche volta morde come Damici impone nella sceneggiatura, ma sarà il faccino dolce del protagonista o l’assalto finale che mi è sembrato di vedere Fantasmi da Marte girato dalla Asylum.


lunedì 23 marzo 2020

Outsider


Titolo: Outsider
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

The Outsider inizia seguendo un'indagine apparentemente semplice sull'omicidio raccapricciante di un ragazzo. Ma quando un'insidiosa forza soprannaturale si fa strada nel caso, un poliziotto esperto e un investigatore poco ortodosso sono portati a mettere in discussione tutto ciò in cui credono.

Strappo un 3/5 al pelo con un più no che sì. Una serie tv abbastanza fiacca, dell’onnipresente King ancora una volta riadattato per un pubblico di fan che vuole incessantemente che i lavori del maestro del brivido vengano sdoganati nella settima arte. Il cinema ha più volte dimostrato, a seconda anche dei talenti posti alla regia e alla scrittura, quali si siano salvati e quali no e sono tanti da entrambe le parti.
Parto con una premessa. Di solito quando scrivo le recensioni dei film di King leggo sempre anche i libri.
Si millanta tanto questa serie come se fosse finalmente quella via di mezzo che riadatta il folk-horror e la narrativa fiabesca e mitologica con funzioni apotropaiche, mischiando elementi di It e i Vampiri di Salem, Dracula di Stoker, godendo di un budget faraonico e mettendo insieme un crew di attori tutti, o quasi, in parte. Capitanati da Mendelsohn, un attore che adoro che riesce a comunicare ed essere espressivo pure con gli occhi chiusi, si scoperchiava un vaso di Pandora con elementi horror, drama, sci-fi, poliziesco, mistery e tanto altro ancora. I drammi per bambini scomparsi erano solo il segmento finale per costruire una analisi complessa sul dolore e farci finire dentro la maggior parte dei personaggi in una comunità marcia dove l’irrazionale strisciante assume diverse forme e identità. La stessa comunità divisa da una purulenta e potenziale malvagità insita in ognuno di noi dove infine il soprannaturale convive sullo stesso piano della nostra realtà e sembra questo il tema su cui la serie Hbo si concentra maggiormente ma a differenza di serie intoccabili come True Detective-Season 1 (e qui le similitudini non vanno nemmeno prese in considerazione) il bello del lavoro di Pizzolato era puntare ad un impianto di semina e raccolta dove il personaggio arrivava prima dell’evento in sé agendo in un ambiente definito da regole precise e subito individuabili mentre qui l’impianto è stato ribaltato con effetti nefasti.
Outsider parte molto bene (i primi due episodi), ha una parte centrale noiosissima e riempitiva (4-5-6) in cui i dettagli delle sotto storie vengono ampiamente sottolineate ed evidenziate da Holly nel monologo in cui mostra a tutti con cosa avranno a che fare (forse uno dei momenti più alti della serie) e finisce maluccio, mettendo l’acceleratore all’interno di quella caverna dove credo tutti si aspettassero qualcosa di più.
Outsider inquadra molto bene alcuni problemi legati alla serialità, alla mancanza di riuscire a trasformare quei non detti del romanzo, a dover spesso ripetere formule e dettagli già ampiamente trasmessi al pubblico se non in maniera palese, come dovrebbe essere il cinema, con dei dettagli per stuzzicare l’attenzione e la voglia di coinvolgersi magari prendendo qualche appunto.
La divisione bene e male non è mai stata divisa in maniera così netta, lo stesso ruolo della comunità che con maestranze diverse si stringerà al dramma successo per combattere lo straniero, questa strana calamità che chiede nutrimento prendendo le sembianze umane. “Perché i bambini?” chiede nel finale uno dei protagonisti al vampiro aka l’uomo nero aka El Cuco e la creatura risponderà “perché sono più buoni”
Fate attenzione perché il vero colpo di scena arriverà dopo i titoli di coda dell’ultimo episodio.