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sabato 28 dicembre 2013

Eagle

Titolo: Eagle
Regia: Kevin Macdonald
Anno: 2011
Paese: Usa/Gran Bretagna
Giudizio: 2/5

Marcus Aquila nel 140 d.C. giunge in Britannia come giovane comandante al suo primo importante incarico. Sulle sue spalle grava un pesante fardello. Suo padre tempo prima era alla guida della Nona Legione composta da 5.000 uomini tutti scomparsi. Insieme a loro è andato perduto anche il simbolo dell'orgoglio di Roma: il vessillo con l'aquila. Marcus, dopo aver mostrato sul campo il proprio coraggio ed essere tornato ferito a Roma ospite di uno zio, assiste a un combattimento nell'arena in cui ammira lo sprezzo del pericolo di uno schiavo britannico, Esca. Lo salva da morte certa e lo prende con sé. Insieme torneranno in Britannia alla ricerca dell'aquila.

Negli ultimi anni Hollywood si è molto interessata alle vicende dei gladiatori e dei romani quasi sempre sposati in un intreccio che da gloria e onore ad entrambe le parti.
Dopo il GLADIATORE si è passati per diverse pellicole e serie che ne hanno sancito l'interesse mondiale e un modesto fascino esercitato dalle lotte e dall'azione nonchè dalle trame e i colpi di scena come nei recenti CENTURION e la bellissima serie SPARTACUS.
In questo caso il regista inglese incentra tutto sul riscatto dell'onore di un uomo intrapreso da suo figlio, un giovane centurione, e sul rapporto tra quest'ultimo e il suo schiavo (catartica la battuta finale del protagonista come climax davvero telefonato) e l'epica storica sulla misteriosa scomparsa della IX Legione romana.
Il problema dell'ultimo film di Macdonald è davvero quello di concentrarsi solo su due personaggi ma allo stesso tempo discaccandosi emotivamente dagli stessi due per concentrasi di più sulle strepitose location e in un viaggio che non sembra finire mai.
Se è vero che un merito del film è sicuramente quello di affrontare la Leggenda senza istinti retorici, concedendo poco allo spettacolo roboante, mantenendo un'onesta di fondo come questa raccontandoci solo una delle possibile spiegazioni, dall'altra manca davvero la suggestività della vicenda, qualcosa che fatto in modo completamente diverso ma che avevo davvero apprezzato molto in VALHALLA RISING in cui l'aspetto onirico e sperimentale aveva dato una spinta propulsiva al film.
Tatum, l'attore di cui ultimamente Hollywood si è invaghita come fa un pò per tutti prima di sputarli in mezzo ad una strada quando il botteghino fa una smorfia, ultimamente sta facendo davvero di tutto, e uno belloccio come lui tutto preciso, davvero poco riesce a trasmettere come comandante romano.