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lunedì 25 novembre 2013

Big Bad Wolves

Titolo: Big Bad Wolves
Regia: Aharon Keshales, Navot Papushado
Anno: 2013
Paese: Israele
Festival: TFF 31°
Giudizio: 4/5

Una serie di brutali omicidi fa incontrare e scontrare la vita di tre uomini: Il padre dell'ultima vittima in cerca di vendetta, un investigatore che usa spesso operare aldilà dei confini della legge e il principale sospettato degli omicidi, un insegnante di religione arrestato e rilasciato a causa di un errore della polizia.

Il secondo lavoro della coppia israeliana è ancora più interessante di KALEVET aka RABIES, con cui avevano già avuto modo di distinguersi all'interno dei festival di tutto il mondo.
Big Bad Wolves è un accesissimo confronto tra diverse diversi personaggi caratterizzati tutti in modo sorprendente. La coppia di registi ha dato luce a un genere che sembrava sconosciuto e non appartenere ad un paese come quello della terra promessa e i due manco a farlo apposta catturano gli elementi più scomodi e nascosti girando due film con dichiarate venature horror poco inclini alla filmografia copntemporanea israeliana.
Il fatto che siano arrivati con un film che non solo è interessante per le scelte di camera, il soggetto e la messa in scena, ma è di una crudeltà mostruosa rispettando così le regole del genere impreziosendole con elementi culturali a noi sconosciuti e scherzando come fanno in alcuni dialoghi tra ebrei e palestinesi.
La critica feroce sui modi di agire della Mossad, il linguaggio sporco ma spesso efficace e tuttavia ironico e trasgressivo senza essere mai pacchiano ma sempre molto innovativo.
Un thriller venato di cinico humor nero post-contemporaneo che parla di sospetto, violenza, colpa e i lati oscuri dell'animo umano. Continua così il discorso già iniziato nel primo film che qui però diventa indubbiamente più maturo con due atti principali che determinano la struttura del film.
Coadiuvato da grandissimi attori davvero tutti molto bravi, si aspetta solo come farà il qui presente, il loro terzo lavoro, sperando che non siano solo i festival ad interessarsi a opere di così grande valore estetico e morale come questo.