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venerdì 19 dicembre 2014

Chaser

Titolo: Chaser
Regia: Hong-jin Na
Anno: 2008
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

L'ex poliziotto e attuale pappone Jung-ho si insospettisce dopo che un po' delle sue ragazze scompaiono nel nulla. Temendo una fuga o peggio un acquisto sottobanco da parte di terzi, decide di indagare per conto suo sul mistero, finendo così per scoprire un orrore ben più profondo.

The Chaser è un esordio brillante, un noir che strizza l'occhio ad un certo genere della cinematografia coreana, piazzandosi con tutta una sua nutrita valenza di elementi originali che contribuiscono a dare forma al genere.
Partendo dall'intreccio narrativo funzionale e travolgente con il distretto di polizia, il sindaco, il serial killer e Jung-ho intrappolati in una lotta contro il tempo, si arriva mano a mano che la narrazione procede a un'indagine che già dopo la prima mezz'ora sembra risolta e conclusa.
Come spesso capita, l'opera prima del 35enne è stato il caso che ha sbancato il box office coreano e che ha fatto il giro del mondo, rimanendo però inedito in Italia.
Quello che stupisce è la maturità tecnica del regista che non trascura nessun particolare e porta anche le sotto-trame ad avere un inizio ed una fine ben precise senza esagerazioni o buchi di sceneggiatura.
Purtroppo nel secondo atto il film fatica un pò a procedere, sicuramente a causa del plot e dell'intricata matassa di elementi da sbrogliare che rimane un pò troppo macchinosa.
Quando la sfiducia cronica nei confronti delle istituzioni, già presente nel sontuosissimo MEMORIES OF MURDER, continua a procedere allora Jung-ho muove da solo il gioco, senza però, e qui l'aspetto interessante sulla caratterizzazione dei personaggi, farlo diventare un revenge-movie o un thriller in cui lo shock è l'elemento predominante.
Hong-jiin spinge tutto sui sentimenti e le emozioni che predominano i personaggi, mostrandoli, (sopratutto il serial-killer) in tutta la loro difficoltà a mostrarsi per come sono veramente.
Ancora una volta il martello diventa l'arma preferita dei serial killer e l'eleganza e lo stile con cui vengono messi in scena alcuni particolari del film, tende a rimanere una caratteristica sud-coreana e di come vengano sempre tenuti sotto controllo tutti i minimi particolari facendo, come nel caso di questo film, un lavoro molto minimale e azzerando completamente il suono nelle scene madri del film e nel fortissimo climax finale, aumentando come da tradizione, l'effetto di suspance e pathos dello spettatore.