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mercoledì 20 febbraio 2019

Alita


Titolo: Alita
Regia: Robert Rodriguez
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Il dottor Dyson Ito vive ad Iron City nel 2563, trecento anni dopo la "caduta", e ripara cyborg nella propria clinica. In cerca di componenti perlustra la discarica, dove cadono i rifiuti dalla città sospesa in cielo di Zalem, e qui trova la parte centrale di una ragazza cyborg, che decide di innestare nel corpo, mai utilizzato, che aveva preparato per sua figlia Alita. La ragazza non ha memoria di sé, ma è un cyborg avanzatissimo, di una tecnologia perduta e progettata per la battaglia. È infatti combattendo che lentamente riaffiorano le sue memorie, così decide di entrare tra i cacciatori di taglie della città e poi nei ferocissimi tornei di Motorball. Si innamora inoltre di un ragazzo umano, che sogna però di raggiungere Zalem, luogo da cui una forza sinistra sembra essersi interessata ad Alita.

Alla fine ho guardato i titoli di coda e ho letto che il regista è Rodriguez. Non ci potevo credere.
Mi aspettavo Barbarella da Rodriguez ma non un prodotto senz'anima come il film in questione.
Alita è un film sci fi d'intrattenimento che cerca di cogliere alcuni importanti passi avanti della nostra società sposandoli con la robotica, il futuro distopico, qualcosa che ricorda vagamente cyber e steampunk, visto che siamo nel 557 del calendario Sputnik(2533 a.c, 26° secolo), nella Città Discarica della Terra.
Queste le premesse in un film che fin dall'inizio sembra non interessarsi alla storia, raccontando una favoletta che non si discosta molto da alcuni recenti film di genere teen e per le famiglie con produzione mega galattiche e risultati altalenanti (purtroppo anche talenti come Bloomkamp hanno appurato questa strana equazione).
Un film da cui ci si aspetta sicuramente una storia sontuosa che non venga riciclata come se fosse di fatto una porcheria per famiglie (ridateci il QUINTO ELEMENTO a questo punto) e la richiesta viene delusa forse perchè non pensavo in primis ad un antologia, forse perchè non ho mai visto Walz prendere così le distanze da un personaggio (il suo è ridicolo quando prova a fare il giustiziere in giro, il Geppetto della discarica), e ormai sdogana questa sorta di circo fumettistico dei co protagonisti (Connelly più invecchia più acquista fascino e Ali è uno dei neri del momento che bisogna spalmare ovunque) dove si cerca lo stile e la classe a discapito di una caratterizzazione spesso lacunosa e stereotipata (l'androide che perde e migliora per continuare a perdere non si può più vedere) e infine vi prego non fate più recitare Keaan Johnson che sembra il fratello minore ma più mongolo di Gosling.
Purtroppo Alita non è un grande esponente di questa sorta di contaminazione tra manga e film come è successo non molto tempo fa con il terribile Ghost in the shell(2017) o con altre baracconate come Macchine mortali.
Purtroppo questa contaminazione tra Usa e Sol levante proprio non funziona. Peccato perchè Rodriguez è uno che ci sa fare, capace di far prendere il via a progetti complessi e discutibili, ma qui sembra tutto scivolare via come se guardassimo uno show ineccepibile a livello di maestrie e computer grafica, ma che su tutto l'altro versante trasmette un vuoto cosmico che paralizza il cervello portando a interagire con il deretano e chiedere quanto tempo manca all'espulsione.