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lunedì 24 marzo 2025

Escape the Field


Titolo: Escape the Field
Regia: Emerson Moore
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Sei estranei si risvegliano in un campo di mais, disorientati ma bloccati. Hanno a disposizione solo pochi oggetti: una bussola, una bottiglia d'acqua, una pistola con un solo proiettile. Per riuscire a scappare dal campo non possono far altro che allearsi e cercare di capire qual è il mistero che li ha fatti arrivare e ora li trattiene lì.

Escape the Field rientra in quella sotto categoria degli esperimenti ovvero di quelle persone che conosciute o sconosciute si trovano a loro insaputa (ammesso che non ci sia una spia all'interno che finge) in un luogo imprecisato dove dovranno sopravvivere scappando o nascondendosi o risolvendo enigmi. Il film di Moore è molto pasticciato, cerca di divincolarsi da quanto già visto scegliendo solo una nuova location, il campo di mais molto alto, ma per il resto invece rifugge in situazionismi banali e prevedibili che non danno mai risalto al dramma o alle scelte che faranno i protagonisti. Le facce scelte poi di certo non aiutano e Theo Rossi a parte la nota serie SOA continuo a trovarlo insopportabile ovunque venga messo e gli improbabili comprimari non hanno verve e pathos per farsi apprezzare o risultare perlomeno credibili. Senza stare a fare spoiler il finale ovvero il piano che gli ha portati lì e il perchè è qualcosa di così insufficiente da rendere questo film tra i peggiori del sotto genere

giovedì 30 gennaio 2025

Io sono l'abisso


Titolo: Io sono l'abisso
Regia: Donato Carrisi
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Lago di Como, un luogo che "se ci butti una cosa se la prende". Un addetto alla raccolta dei rifiuti colleziona spazzatura perché "la spazzatura non mente". Alla sera fa il giro dei locali notturni, nascosto dietro un parrucchino e un paio di baffi finti, e adesca prostitute, tutte bionde e tutte over 60. Una voce maschile da dietro una porta verde gli dice quello che deve fare: compreso punirsi ogni volta che ha sbagliato. Una madre cerca di proteggere le donne del luogo dalla violenza maschile e ogni tanto rivede l'ex marito, un insegnante che vorrebbe che lei lasciasse la loro ex casa coniugale. Una tredicenne con un ciuffo viola ha un rapporto conflittuale con "un padre d'acciaio e una madre distratta", e rischia di cadere nelle maglie insidiose della Rete. Questi personaggi finiranno per portare a compimento un complicato disegno del destino, che parte dall'assunto che "il Male è un cerchio".
 
Donato Carrisi non mi fa impazzire seppure sappia girare molto bene. RAGAZZA NELLA NEBBIA era un buon thriller, questo secondo me è superiore per caratura e una trama e uno svolgimento atipico per il cinema nostrano. Un film ispirato che mischia thriller, horror, poliziesco, dramma personale e giallo psicologico. Un film che parla di anti eroi, di emarginati, di abusati, di persone che in un modo o nell'altro a seconda del ceto d'origine soffrono di mali incurabili e vengono dimenticati dalla società. Quando si aprirà un varco tra di loro saranno soli contro se stessi in questa macchina infernale che si è messa in gioco. Bravo tutto il cast dove Gabriele Montesi dimostra di essere un attore molto poliedrico in grado di spaziare molto e lavorare sapientemente sul corpo e la proria immagine.

venerdì 13 settembre 2024

Immaginario


Titolo: Immaginario
Regia: Yoshiyuki Momose
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Un amico immaginario deve tornare dal suo creatore prima di essere dimenticato o catturato da un uomo malvagio
 
Senza scomodare i faraoni dell'animazione come Kon Satoshi che ancora adesso piangiamo per la sua anticipata dipartita, il film di Momose è la consacrazione di quanto possa spingersi la voglia di riflettere sul potere salvifico dell'immaginazione. Per questo solo in piccolissimi momenti ho pensato a quel capolavoro di PAPRIKA. Qui ci troviamo di fronte ad un gran bel film, sontuoso, spettacolare, pieno di mezzi e risorse, di mondi e una galleria di personaggi esaustiva.
C'è un nemico molto potente, c'è la paura di crescere e di non essere creduti dagli adulti, c'è da parte di questi ultimi la rassegnazione e la voglia di razionalizzare troppo. C'è un passaggio di consegne che nel secondo atto cambia drasticamente mondo e piano di realtà. Ci sono colpi di scena, mentori magici, scene d'azione, di inseguimenti, di fuga da qualcosa che sta spegnendo l'immaginazione nei bambini e di una creatura famelica che si ciba dei sogni e dei ricordi di questi ultimi.
Spero che questo film abbia il suo dovuto spazio per farsi largo e dire la sua in un genere quello d'animazione fantasy che non è mai appassito ma qui si punta molto in alto con metafore importantissime che sono alla base per la comprensione dei personaggi come Amanda che crea mondi e amici immaginari per elaborare un brutto lutto appena capitato

Blood (2022)


Titolo: Blood (2022)
Regia: Brad Anderson 
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

L'infermiera Jess, recentemente separatasi dal marito, si trasferisce con i due figli nella vecchia casa di campagna in cui è cresciuta. Subito dopo il trasloco, però, il figlio Owen viene morso dal cane di famiglia e sviluppa un'orrenda e misteriosa infezione. La morale di Jess viene messa alla prova nel momento in cui scoprirà che l'unico modo per tenere in vita il figlio ha conseguenze mortali. 

Blood è uno di quei film psicologici e sociali che attraverso la sofferenza e un male incurabile si dipana nell'horror perchè porta una madre a fare di tutto per far sopravvivere il proprio figlio. 
Il problema è che detto questo il film non ingrana mai, non sembra avere una sua anima e gli sforzi sono pressochè nulli o vacui. Manca il vero dramma, manca la spinta che invece porta la madre a fare le scelte più banali e scontate che possiamo aspettarci arrivando a rapire una donna segregandola in cantina per prelevarle il sangue..
Certo non era facile con queste premesse, ma il genere, la formula vampirica e tutto il resto hanno dimostrato di recente come ci sia ancora tanto da dire senza essere mediocri.

venerdì 9 agosto 2024

Mesita del comedor


Titolo: Mesita del comedor
Regia: Caye Casas
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 5/5

Un incidente domestico apparentemente banale si trasforma inspiegabilmente in un dramma che trascina un'intera famiglia in un allegorico inferno.
 
Uno dei più bei thriller degli ultimi tempi. Avvincente con un'idea semplice ma sviluppata nel migliore dei modi. Attori in stato di grazia. Un piccolo congegno dove tutto funziona alla perfezione. Tempi. Ritmo. Montaggio. Mdp. Scelta dei tempi. Dialoghi. Novanta minuti senza una minima battuta d'arresto. Un film che sfrutta così bene il suo unico incidente scatenante da farlo succedere assieme al colpo di scena e da lì e solo e soltanto suspance e atmosfera giocata all'interno di quattro mura domestiche. Uno dei film più violenti e dolorosi dell'anno sappiatelo ma con una forza e una politica d'autore così clamorosa da far svettare nell'olimpo dei registi di cinema di genere Casas dopo l'ottimo MATAR A DIOS. Uno dei film più belli e devastanti degli ultimi anni e uno dei film più belli di tutta la stagione. Si aggiunge un altro valido feudo ad una ricca schiera di importanti nomi spagnoli

Under Paris


Titolo: Under Paris
Regia: Xavier Gens
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 2/5

La brillante scienziata Sophia scopre che un grosso squalo nuota nelle profondità del fiume.

Xavier Gens è un regista da cui mi aspetto sempre qualcosa in più. Negli ultimi anni purtroppo ha deluso a causa di scelte sbagliate, flop e forse ha perso quel mordente che facevano di lui uno dei top registi horror francesi post contemporanei.
Alla prova con uno shark movie nonostante il finale resti il momento più alto del film, sembra quasi da un lato una campagna mediatica sulla Senna prima delle Olimpiadi, dall'altro un attacco ecologista, eco-revenge con le bombe sul fondale che devasteranno tutto. Nassim Si Ahmed che deve essere messo in luce e infine gli squali, i veri protagonisti che in realtà sembrano soltanto il risultato di tutta una serie di problemi. Un film confuso dove il ritmo fatica ad ingranare e ogni tanto alcune scene come quella nei sotterranei sembrano create soltanto per regalare un po di azione di cui il film scarseggia incredibilmente.

martedì 23 luglio 2024

Satanic Hispanics


Titolo: Satanic Hispanics
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una squadra S.W.A.T. irrompe in un locale di El Paso. È buio pesto. I fasci delle torce illuminano cadaveri sparsi ovunque, poggiati alle pareti e riversi a terra. C’è un solo sopravvissuto ed ha una mano ammanettata. Quando la polizia lo scopre, l’uomo, nel tentativo disperato di liberarsi e scappare, cerca di amputarsi l’arto con una mannaia. Viene fermato, portato alla centrale e sottoposto a un interrogatorio. Un interrogatorio che si rivelerà piuttosto interessante: l’individuo dirà di chiamarsi “il viaggiatore”, dirà di essere immortale e inizierà a raccontare una serie di storie all’apparenza assurde. Storie di vampiri, demoni, streghe e fantasmi…
 
Sicuramente il film strizza l'occhio a molte pellicole, dal finale nella centrale di polizia per Terminator, all'inizio con i poliziotti che entrano in quella bolgia tipo Baskin, alla stessa ironia e toni grotteschi a volte quasi delle sorte di parodie come nell'episodio in cui il ragazzo incontra la sua ex che non è lei bensì un demone e da lì parte la sparatoria. L'episodio del vampiro forse il più esilarante raccontando la macabra dipartita di un conte che ormai ha perso le staffe. Quello sui fantasmi di Damien Rugna è forse tra i migliori se non altro per l'atmosfera e qualche jump scare d'effetto mentre Nahuales impatta in quel rituale tribale abbastanza inconsistente soprattutto se non serve come fil rouge per gli altri episodi (avrebbe potuto evocare quel demone visto poi nel capitolo successivo o finale). Come raccolta o film episodico ultimamente mancavano storie e aneddoti dell'orrore dopo una galleria interessante negli scorsi anni. Si lascia vedere ma soprattutto visti i registi mi aspettavo un tasso di violenza e gore maggiore così come una certa seriosità nel trattare alcuni temi quando invece il film da questo punto di vista oscilla fortemente e non trova mai un equilibrio.

What the waters left behind scars


Titolo: What the waters left behind scars
Regia: Nicolas Onetti
Anno: 2022
Paese: Argentina
Giudizio: 2/5

Una band indie rock angloamericana finisce bloccata nella desolata città di Epecuén. I conflitti tra loro e la loro sfortuna vengono rapidamente dimenticati quando iniziano a scoprire il sanguinoso inferno che li attende.

SONNO PROFONDO e FRANCESCA erano due film interessanti, un po troppo citazionisti del nostro cinema. Girati in Argentina ma ambientati in Italia, i giallo thriller in questione erano un omaggio a due punti di riferimento dell'horror e del thriller moderno e datato, uno manco a doverlo ribadire è Argento mentre l'altra coppia invece, a parer mio, anche se in minor parte è quella composta da Cattet e Forzani, due outsider che negli ultimi anni hanno girato dei film bellissimi e assurdi.
Questo terzo film sinceramente mi ha lasciato spiazzato. Il duo Onetti abbandona il thriller per buttarsi su una copia derivativa e bruttissima del capolavoro di Tobe Hooper con la sola differenza che c'è molto meno sangue, i protagonisti riescono ad essere ancora più antipatici e le location argentine forse l'elemento più bello del film offrono le maggiori suggestioni. Per il resto è un'opera che non ha punti di forza, gira su se stessa mostrando il già visto troppe volte e anche a livello tecnico deraglia nettamente dalle opere precedenti dei registi come se fosse girato di fretta e controvoglia. In più è anche il sequel di un primo capitolo dove cambia semplicemente la dicitura aggiungendo Scars

giovedì 16 maggio 2024

Unicorn Wars


Titolo: Unicorn Wars
Regia: Alberto Vazquez
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

La storia di due fratelli orsacchiotti addestrati a combattere i loro più grandi nemici: gli unicorni. Una guerra che dura dalla notte dei tempi, e se Bluet vede questa missione come la sua ragione di vita, perché il sangue degli unicorni fa restare per sempre giovani, Tubby è invece più dolce e interessato più che altro a mangiare. Una volta entrati nella magica foresta degli unicorni, entrambi si accorgeranno che la loro missione sarà in realtà assai differente.
 
Posso tranquillamente dire che Unicorn Wars è uno dei film più violenti e cruenti dell'anno.
Tutt'altro che una favola per bambini infatti lo metterei vm 18 anni, il film di Vazquez nonostante l'esaltazione di un certo tipo di estetica violenta, è puro talento visionario strutturando un dramma come pochi che parla di tantissime cose cambiando i piani narrativi con un film rouge interessantissimo nonostante non sia poi così originale. Un film di formazione, un survivor movie, un viaggio dell'eroe, la caduta e poi la rinascita chi come difensore del male e chi come paladino del "nemico". C'è questa postilla che spiega quasi in tono biblico come si sia creata la faida tra orsacchiotti e unicorni, esiste un male interno al bosco molto simile a quella massa tumorale che compare nell'universo di Miyazaki. C'è una natura che non risparmia difficoltà mettendo alla prova i suoi soldati contro creature che danno allucinazioni e insetti che portano il corpo in cancrena.
Ci sono accenni biblici un'altra volta nel rapporto tra due fratelli in eterna competizione come una sorta di Caino e Abele dove ancora una volta l'invidia è il male maggiore. E poi c'è quel climax finale che sembra sottolineare come quando avviene un genocidio si decida di riplasmare il mondo a propria immagine e somiglianza ma bisogna capire di chi...

Fifth Thoracic Vertebra


Titolo: Fifth Thoracic Vertebra
Regia: Park Sye-young
Anno: 2022
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

Un materasso, su cui sta crescendo una misteriosa muffa, viene passato da un proprietario all’altro, testimone delle storie, di separazioni, di solitudine, di alienazione urbana. E la mostruosa creatura riesce a entrare, come un parassita, nelle vertebre delle sue vittime. Una coppia che trova casa e che si separerà, un’altra in crisi che si incontra in un love motel, una donna malata terminale che scrive la sua ultima lettera, un conducente che festeggia da solo il proprio compleanno: il filo conduttore è sempre lo stesso materasso.
 
Mediometraggio sperimentale e intimista. Un'opera che esce fuori dagli schemi per idee, messa in scena, montaggio e soprattutto l'uso del sonoro e del sound designer. Un'opera che parla di solitudine, di alienazione, risaltando alcune dinamiche di coppia, mostrando quanto ci si possa arrabattare per conquistarsi un materasso pieno di funghi. Ha dell'assurdo e diversi elementi weird l'opera di Park Sye-young che potrà probabilmente piacere ed essere compresa solo da amanti del cinema di genere. Ci sono delle similitudini con un certo tipo di Tsukamoto e tutta la fase di gestazione del fungo e la sua crescita. Quanto dura la vita di una muffa, essere che è classificabile come fungo? Corta, ci avvisa la didascalia all’inizio del film, alcuni tipi un giorno, altri una settimana, altri un mese ma comunque si tratta di durate estremamente variabili. La stessa creatura che sembra cibarsi o meglio inserire nel proprio corpo quelle vertebre che dovrebbero essere parte di una spina dorsale senza ombra di scoliosi. Eppure quando emerge sembra una ragazzina timida e impacciata una via di mezzo tra un piccolo angelo dell'innocenza e una creatura composta di sporcizia, un ammasso informe e rivoltante, di ife fungine, miceli, filamenti aggrovigliati.
Il fungo è fatto in stop-motion e il finale riesce ad essere poetico come se facesse, in parte, tutta parte di un sogno.

lunedì 13 maggio 2024

Babylon


Titolo: Babylon
Regia: Damien Chazelle
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

A Hollywood, nel 1926, nel corso di un party scatenato si incontrano l'aspirante attrice Nellie e il messicano Manny, che lavora come aiutante presso la casa di produzione Keystone. Dopo la morte per overdose di un'attrice, Nellie, bellissima e senza freni, ha finalmente l'occasione di sfondare, mentre Manny, che fin da subito s'innamora di Nellie e la protegge dal suo stesso stile di vita forsennato, diventa amico della star in declino Jack Corran. Il passaggio dal muto al sonoro stravolgerà la città del cinema: incapace di adattarsi al sonoro e travolta dalla relazione con la cantante Lady Fay Zhu, Nellie si perde in una spirale d'autodistruzione, mentre Jack vede progressivamente sparire il suo nome dai cartelloni. Il solo Manny sembra farcela, scalando i vertici del sistema, ma anche lui finirà per essere travolto dal destino della nuova Babilonia...
 
Un atto d'amore per il cinema impressionante, faraonico nel budget, nella scelta degli attori e nel mostrare l'avvento di Hollywood e tutte le sue più improbabili sfumature. Intanto Chazelle rimane uno dei nomi di punta del cinema americano post contemporaneo. WHIPLASH, LA LA LAND, FIRST MAN, sono tutte opere molto interessanti dove il gusto musicale e il senso estetico hanno un'importanza fondamentale. Qui abbiamo una delle feste più sgargianti e folli mai viste nel cinema con un piano sequenza pazzesco. Allo stesso modo abbiamo una delle discese all'inferno più raccapriccianti come quella nel finale del bunker. In mezzo abbiamo produzioni, richieste impossibili, sotto trame, moltissimi personaggi ben caratterizzati, la maledizione del successo che regala e toglie nel giro di pochi anni. Nei suoi 183' l'artista propone uno scenario molto ben nutrito e costruito di eventi, dove il ritmo è sempre costante e le riprese e il montaggio aggiungono quella forza in più al film dove dal punto di vista emotivo delle emozioni e dei sentimenti sembra di trovarsi sulle montagne russe.

giovedì 9 maggio 2024

Manodopera


Titolo: Manodopera
Regia: Alain Ughetto
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 5/5

Ughettera alla fine dell'800. Lì vive la famiglia Ughetto che attraverserà, con la propria condizione di contadini ed operai, la prima metà del '900. Vivranno le guerre a cui gli uomini saranno chiamati e saranno costretti dalla povertà ad andare a cercare il lavoro dove c'è, cioè all'estero, dove però si trova anche la discriminazione per i 'macaroni'.
 
Mio padre raccontava sempre che in Italia, in Piemonte, c’era un paese chiamato Ughettera, dove tutti gli abitanti si chiamavano Ughetto, come noi. Quando mio padre morì, decisi di andare a controllare. Era vero: UGHETTERA, la terra degli Ughetto!
La mia ricerca iniziò quel giorno di nove anni fa e, con essa, ebbe inizio anche la storia di questo film.
Dietro al mio nome ho trovato una storia: la cronaca di una famiglia originaria del Piemonte. Ho sviluppato questa storia ispirandomi alla realtà, cercando nei miei ricordi, poi in quelli delle mie cugine e cugini, dei miei fratelli e sorelle. Guerre e migrazioni, nascite e morti… e il racconto ha preso vita.
E' commovente il film d'animazione di Ughetto. Personale ma che sembra raccontare il passato di ognuno di noi, di una certa Italia, di una certa dimensione povera e contadina dove non esiste ricchezza se non quella interiore e del concetto di famiglia unita. Un film che racconta, cercando di metterci sorrisi, vite precarie di sacrifici e sforzi immani. Dove si muore per il freddo, nella guerra, si persono figli e fratelli, si diventa nomadi per costrizione, dove da Ughetteria in mezzo a costruzioni campate alla meno peggio si vive di sogni e di speranze pensando alla Francia, al mito dell'America e poi nuovamente alla Francia. Un albero genealogico che vede la Prima Guerra Mondiale, l'influenza spagnola e l'avvento del fascismo. Di case costruite e distrutte, bombardate e poi riconsolidate. Un film che parla di amore dove non bisogna mai perdere le speranze e continuare a combattere nonostante l'ambiente ostile e il disprezzo vissuto da parte degli italiani con i francesi come lo era stato per gli ebrei in Italia.


Blind War


Titolo: Blind War
Regia: Suiqiang Huo
Anno: 2022
Paese: Cina
Giudizio: 2/5

Il film racconta la storia dell'ex capitano della SWAT Dong Gu, ferito permanentemente durante una missione fallita di cui si era assunto la responsabilità. Dopo essere gradualmente uscito dalla nebbia, il suo vecchio nemico riapparve e minacciò sua figlia.

Blind War è un mega film d'azione cinese abbastanza scontato e banale che punta tutto su due elementi, far diventare il protagonista cieco e farlo combattere a fianco della sua acerrima nemica.
A parte questo è un film che cerca di infilare tutti gli stereotipi di genere per cercare di creare più coinvolgimento possibile ma di fatto non riesce nell'intento. I personaggi sono tagliati con l'accetta. Il protagonista è il classico buon poliziotto che ha creato da solo le basi per la sua tragedia agendo di testa propria. I nemici sono esageratamente fuori dagli schemi e cercare di dare enfasi alla storia facendo finire la figlia di Dong in un giro di escort e prostituzione anzichè descriverlo come un vero e proprio calvario diventa una macchietta per fare solo del sensazionalismo.

venerdì 26 aprile 2024

Vesper


Titolo: Vesper
Regia: Kristina Buozyte, Bruno Samper
Anno: 2022
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Dopo il crollo dell'ecosistema terrestre, Vesper, una ragazza di 13 anni che lotta per sopravvivere con il padre paralizzato, incontra una donna con un segreto che la costringerà a usare il suo ingegno, i suoi punti di forza e le sue capacità di bio-hacking per lottare per la possibilità di avere un futuro.
 
Fantasy distopico, uno scifi post apocalittico che sembra strizzare l'occhio al signore delle mosche, a Oliver Twist, Prometeo e ad alcune fiabe e scelte orrorifiche come i vermiformi e queste piante carnivore che si cibano della carne umana. Ci sono trafficanti di organi umani che giocano ad essere Dio creando bambini in provetta assoldandoli in un mini esercito. C'è la classe d'elite delle Cittadelle che vivono da tutt'altra parte lasciando Vesper e gli altri e condannandoli alla misera sopravvivenza come emarginati. Ci sono robot umanoidi e intelligenza artificiale
Pur non godendo di un budget faraonico e con scelte molto indie, il lavoro della coppia di registi è minimale nella ricerca e nella cura di ogni minimo dettaglio. Visivamente è stupendo rasentando la perfezione come nella scelta della fotografia, nel non cercare mai nessun accomodamento per lo spettatore ma raccontando una storia nera e drammatica dove il climax finale fa presupporre a ciò che potrebbe succedere ma senza darci la conferma.
Vesper è un adulta a tutti gli effetti che donerà le armi del riscatto all’umanità schiacciata dai nuovi Dei, i padroni del capitalismo, spargendo linfa vitale da una struttura innalzata dai Pellegrini con materiale di scarto simile alla torre di Babele questa volta però costruita non per dividere bensì per unire gli uomini in una palingenesi globale.

Aberrance


Titolo: Aberrance
Regia: Baatar Batsukh
Anno: 2022
Paese: Mongolia
Giudizio: 3/5

Una coppia separata si ritira nel bosco. Vicini inquietanti, amici frivoli e forze oscure e invisibili portano a una conclusione scioccante
 
Aberrance è un thriller psicologico abbastanza coinvolgente se non altro perchè riprendendo un tema abbastanza classico come un rapporto di coppia disfunzionale riesce soprattutto nel finale a regalare alcuni interessanti colpi di scena. Il personaggio poi di Selenge è quel tipico esempio di donna molto bella e fragile ma continuamente colpita da incubi e allucinazioni e il suo rapporto con Erkhme riesce ad avere un disequilibrio tale da lasciare sempre il pubblico col dubbio di capire cosa realmente stia succedendo. Il piano diabolico della dottoressa, questo vicino atipico, le amiche di Selenge, tutto potrebbe far sembrare ad una sorta di dramma da camera quando invece nel finale ci rendiamo conto che gli interessi e le parti in causa sono molto più crudeli e spietate arrivando a chiamare in causa una setta disposta a tutto per avere il bambino di Selenge.
C'è da dire inoltre che il cinema mongolo non ha tutto questo successo da noi come in altre parti del mondo per cui è sempre interessante visionare opere di questo tipo attraverso lenti di paesi per noi così sconosciuti

mercoledì 27 marzo 2024

Runner (2022)


Titolo: Runner (2022)
Regia: Boy Harsher
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una donna senza nome urla traumatizzata dopo essere fuggita dal luogo di un massacro in un bosco. La osserviamo girovagare in un bosco e poi entrare dentro un locale. All’improvviso, una sequenza gore ci permette di comprendere la reale natura di questa figura trovando un'ignara quanto affascinante vittima che vive in una roulotte e da lì continuare il suo misterioso cammino.

The Runner è poco più di un mediometraggio. Un exploit artistico collettivo dove c'è tanta bella musica e un'idea di cinema sperimentale con questa ragazza selvaggia che vive di eccessi e di piaceri annusando e uccidendo ciò che la circonda. Un'esperienza audiovisiva tutta al neon dove seguiamo tristi vite solitarie dove ognuna cerca di trovare piacere come può abbandonandosi a sconosciuti senza temere quali possano essere le conseguenze. E' un mediometraggio di istinti senza apparentemente avere luogo e tempo con una locandina molto anni 80' e qualche accenno di body horror. I Boy Harsher hanno poi il merito di costruire una soundtrack potente e minimale capace di dare ancora più emozioni e atmosfera a delle immagini che non hanno bisogno di parole e dialoghi ma solo di occhiate e di vibrazioni synth/electrowave. Un horror sperimentale dove la storia è solo uno spunto senza di fatto rivelarne bene le congetture e senza una vera e propria chiarezza.
Un' opera audiovisiva da godere appieno senza farsi troppe domande.

sabato 17 febbraio 2024

First Slam Dunk


Titolo: First Slam Dunk
Regia: Takehiko Inoue, Yasuyuki Ebara
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Ryota Miyagi è in seconda liceo, alto 1,68 cm e naturalmente play della Shohoku. Veloce con i piedi, ambidestro con le mani, passatore sublime tra un no look, un laser pass e un alley-oop distribuiti come cioccolatini per i compagni. Poi ci sono gli altri: Takenori Akagi, C, capitano e roccia su cui è costruita la tenuta della squadra; Hisashi Mitsui, SG, stella delle medie che si era persa nel cambio di scuola e di vita; Kaede Rukawa, SF, il predestinato che sa di esserlo e non lo nasconde; Hanamichi Sakuragi, PF, l'anima del quintetto che tra una smargiassata e un rimbalzo sposta sempre in avanti il cuore del gruppo. Questa è la squadra di basket del liceo Shohoku, questa è la storia, soprattutto, di Ryota, nativo di Okinawa, che dopo la morte del fratello maggiore Sota in un indicente in mare, decide di dedicarsi al basket cercando di soffocare il dolore della perdita e l'impotenza di continuare a vivere.
 
Da piccolo ero un grande fan del manga di Slam Dunk. Pur non amando il tema dello sport nei fumetti ero riuscito a farmi contagiare da una storia molto interessante ed alcuni personaggi memorabili che ancora ad oggi rimangono ben saldi nei ricordi. Purtroppo a causa di una distribuzione pessima da noi, non sono riuscito a vederlo al cinema dal momento che è durato pochissimi giorni in pochissime sale. A tutti gli effetti nella sua lunga durata parla di quella famosa partita di semifinale contro la squadra ritenuta da tutti imbattibile, dove infatti ci sarà un climax pazzesco contando che lo Shohoku perderà la successiva finale perchè i giocatori sono troppo stanchi senza essere riusciti a recuperare le forze dopo lo scontro diretto con gli acerrimi rivali.
Il film inframezza la partita con tanti flash back in particolare con l'arrivo di Miyagi presso la scuola e il suo rapporto con il fratello maggiore e la madre. Con uno stile d'animazione che rasenta la perfezione, First Slam Dunk appassiona, commuove, ha una grande carica e ritmo e riesce a non essere mai banale parlando di temi sociali oltre lo sport e diventando a tutti gli effetti uno dei film d'animazione più belli dell'anno.

Suzume


Titolo: Suzume
Regia: Makoto Shinkai
Anno: 2022
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

La diciassettenne Suzume scopre una porta misteriosa tra le montagne e presto altre porte iniziano a comparire in tutto il Giappone. Quando le porte si aprono, scatenano disastri e distruzione e spetta a Suzume richiuderle.
 
Suzume è uno dei migliori film d'animazione dell'anno. Come sempre i giapponesi sbagliano poco e quando si tratta di virare verso piani onirici sono sempre in prima classe contando chi ci ha lasciato e quali nuovi protagonisti stanno prendendo la scena. Oltre ad essere un monumento alla creatività, la fantasia, l'esplorazione di piani paralleli, il film adulto come spesso capita per l'animazione orientale, spinge verso riflessioni di natura temporale come l’inesorabile scorrere del tempo, della vita quotidiana della protagonista che anche qui seguendo uno stereotipo funzionale finisce per avere la vita sconvolta seguendo il classico individuo bizzarro da cui tutti starebbero alla larga.
E'un film che parla di una società in cui le persone non sembrano più in grado di comunicare tra loro e devono arrivare eventi deflagranti per creare quello sconquassamento utile a ridare vita e passione a personaggi derivativi che non riescono più a sognare.
Suzume è un'esperienza immersiva che sembra discostarsi dalle solite storie d'amore del regista per concentrarsi solamente sulla sua protagonista e il suo coming of age.

Simulacrum


Titolo: Simulacrum
Regia: Alessio Nencioni
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Un manipolo di uomini si aggira tra le macerie di un’era antropocenica dissolta… sono dei sopravvissuti, scarti di una tecnoscienza che si è completamente alienata, abbandonando la propria residuità biologica parassitaria. K. è uno di questi umanoidi smarriti, nudi, in dipendente ricerca di un segnale che possa disvelare qualche artefatto utilizzabile, una retro-tecnologia sfruttabile, una connessione interfacciabile. Ricerca disperata, cieca, insieme a compagni ostili, regrediti, afoni, in un mondo ermetico svuotato di ogni significato; sotto la cui superfice una sub umanità ancora più involuta, scorre come veleno all’interno di tunnel orrorifici.

Simulacrum per Nencioni della Magnetic Head Production con i suoi tredici minuti, è un corto sbalorditivo che riesce grazie al suo taglio distopico, fantascientifico, post apocalittico e sperimentale a mettere in scena in quasi un'unica location i residui germinali dell'umanità.
Individui spogli che sembrano tornati agli albori della società in un esistenza primitiva dove prevalgono gli istinti, la violenza e la sopraffazione. Gli scarti che sopravvivono sembrano dividersi tra chi sceglie una sorta di proto rave continuo dimenticandosi di tutto e vivendo all'interno di una caverna di perdizione. Oppure dei sopravvissuti dell'Apocalisse che c'è stata trovandosi con ciò che rimane della tecnologia, vivendo di stupri e trovando sulla propria strada personaggi inquietanti e sacerdotesse che cercano ancora un contatto con Madre Natura

Gatto con gli stivali 2-L'ultimo desiderio


Titolo: Gatto con gli stivali 2-L'ultimo desiderio
Regia: Joel Crawford, Januel Mercado
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Il Gatto con gli Stivali ha appena scoperto di aver esaurito otto delle sue nove vite, e ha incontrato un Lupo Cattivo che gli ricorda come, a questo giro, anche lui dovrà morire. Dunque Gatto va alla caccia di una stella caduta nella Foresta Oscura che possa esaudire il suo più grande desiderio: ripristinare le numerose vite perdute. Ma non è il solo ad avere una grande aspirazione esistenziale, ci sono anche Kitty Zampe di Velluto, Riccioli d'Oro e i tre Orsi e Jack Horner, un megalomane squilibrato uscito da una filastrocca di Mamma Oca. Ad affiancare il Gatto e la (sua?) Kitty c'è un microscopico cane travestito da felino che si offre volontario per la pet therapy ed è l'unico ad essere contento della propria vita così com'è. In una gara di velocità per assicurarsi la Stella dei Desideri tutti i personaggi dovranno rivalutare le loro priorità.
 
Devo ammettere che non mi aspettavo davvero così tanta roba da un sequel di un prodotto non proprio per adulti ma riuscendo come tanta animazione a sposarsi per tutti i target. In questo caso è stato fatto davvero un lavoro incredibile per tutto ciò che riguarda l'avventura, il viaggio dell'eroe, la formazione, i combattimenti, gli aiutanti, riuscendo a performare le prestazioni dei villain e creando una galleria di personaggi tutti convincenti. Dove l'antagonista principale riesce a far paura, dove le tematiche sociali puntando molto in alto e dove ironia e dramma riescono sempre ad essere ben bilanciati. Un sequel coraggioso e creativo che aggiunge cura formale, scelte interpretative inaspettate e una morale para filosofica al suo predecessore, spingendolo un bel passo più avanti