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domenica 27 marzo 2022

Diabolik


Titolo: Diabolik
Regia: Manetti Bros
Anno: 2021
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Clearville, fine anni '60. Dopo aver messo a segno un altro colpo, Diabolik riesce a sfuggire alla polizia dopo un inseguimento. L'ispettore Ginko, con la sua squadra, sta facendo di tutto per prenderlo ma fino a questo momento i suoi tentativi sono andati a vuoto. Intanto in città è arrivata Eva Kant, una ricca ereditiera cha ha con sé un diamante rosa, un gioiello dal valore inestimabile. Giorgio Caron, vice-ministro della Giustizia, è perdutamente innamorato di lei ma non è ricambiato. Una sera, Diabolik si introduce nella stanza dell'hotel di Eva per rubarle il prezioso diamante, assumendo l'identità del suo cameriere personale. Appena si vedono, scatta il colpo di fulmine. Il "Re del Terrore" però poi viene catturato dall'ispettore Ginko e portato in carcere e Lady Kant farà di tutto per farlo evadere e salvarlo dalla ghigliottina.
 
Diabolik sembra un film fatto su commissione dai Manetti. La loro regia è fantasma, non c'è anima e nessuna delle componenti del cinema dei fratelli romani. E questo è molto male. Diabolik è un film che dura tanto, esageratamente patinato, senza colpi di scena, tutto basato sulla forma e sui tempi alcuni dei quali dilatati in maniera eccessiva. E' un film che si lascia vedere senza sbadigliare ma di cui sinceramente mi aspettavo qualcosa di diverso dove a confronto il film di Bava del '68 sembra sfoggiare un ritmo, una classe e una messa in scena molto più innovativa e con delle soluzioni grafiche che qui rimangono sterili e dove infine le prove attoriali sfumano salvando forse solo Alessandro Roja (peraltro in un ruolo fastidiosissimo) e dove Marinelli è mono facciale, Mastrandrea recita Mastrandrea e la Leone pur essendo di una bellezza mozzafiato non riesce a misurarsi con il talento che fu di Marisa Mell.
Quasi due ore e mezza dove tra inseguimenti, scambi di persona, maschere, armi infallibili e come dicevo colpi di scena telefonati, per ragioni legate alla produzione o ad un certo tipo di scrittura, sembra un Diabolik senz'anima dove non ho percepito mai la presenza dei Manetti che stimo.

martedì 27 aprile 2021

Gantz O


Titolo: Gantz O
Regia: Yasushi Kawamura, Keiichi Sato
Anno: 2016
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Alcune persone morte di recente vengono riportate in vita e dotate di armi ad alta tecnologia per sconfiggere un esercito di mostri che ha invaso Tokyo e Osaka.
 
Gantz pur essendo un fanservice come ormai se ne vedono molti, soprattutto quando parliamo di franchise, video giochi o manga, è una goduria per gli amanti del genere.
Un'opera visivamente piena di mostri, azione e combattimenti, sparatorie e squartamenti con alcuni deboli colpi di scena ma un ritmo devastante. Un'arena, un gioco mortale, un massacro di mostri e creature che sembrano uscire fuori da tutta la mitologia e il folklore giapponese.
Pur non avendo letto il manga da cui è tratto, Gantz è un prodotto furbo, un ibrido di generi mischiando scifi, azione, avventura, arti marziali, splatter e molto altro ancora.
I mostri poi e la loro caratterizzazione a volte riescono davvero ad essere accattivanti con un boss finale che da quando vediamo quel povero vecchietto farsi avanti ci aspettiamo il male assoluto.
Gantz O parla anche di contractors, una squadra speciale senza regole e limiti permettendosi di fare ciò che vogliono arrivando perfino a mostrare una ferocia ancor più cruenta di quella dei mostri con un certo piacere nel vederli soffrire.


Sweet Home


Titolo: Sweet Home
Regia: Lee Eung-bok, Jang Young-woo, Park So-hyun
Anno: 2020
Paese: Corea del Sud
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

Agosto 2020. Dopo la morte della propria famiglia in un incidente stradale, il solitario adolescente Cha Hyun-soo si trasferisce in un nuovo appartamento all'interno di un grande, fatiscente e affollato condominio, situato in un quartiere popolare di Seul.
La sua vita tranquilla viene tuttavia presto interrotta da alcuni strani avvenimenti che iniziano a verificarsi nell'edificio, che coinvolgono in primis l'inquilina della porta accanto e il custode del palazzo.
Così, mentre le persone attorno cominciano a trasformarsi in mostri che prendono la forma dei loro desideri nascosti, il giovane e altri residenti devono cercare il modo di sopravvivere.

Mostri, pandemia, violenza e sangue e per finire umani forse peggiori delle stesse creature che cercano di attaccare la palazzina. Inizia senza tanti indugi questa fortunata serie Netflix tratta da un webtoon (fumetto online) mostrando personaggi ormai al collasso, tra chi cerca piaceri effimeri e chi cerca solamente di farla finita disegnando così un clima cinico e pervaso da una frustrazione interiore e una meschinità di fondo. Allo stesso tempo assistiamo ad un altro interludio ovvero il mezzo finale con l'intento di uno dei protagonisti, l'hikkikomori e i militari che lo devastano di pallottole.
Sweet Home parte bene con i mostri, alcuni decisamente ottimi come il titano, il gremlins senza testa, il blob, l'essere tentacolare che cerca di entrare nella palazzina del Green Home, i vampiri, il fauno e poi ancora ragni giganti e molto altro ancora. Tutto questo per mostrare poi che cosa si nasconde fuori con una pletora di mostri di tutte le grandezze che come predatori si uccidono e si mangiano tra di loro ribadendo la legge del più forte.
Una stagione corale per una parabola sociale con diversi personaggi costretti con le loro differenze e difficoltà a stringere un'alleanza arrivando a formare una comunità dove se per alcuni la caratterizzazione è buona, altri rimangono troppo marginali, tutti seguendo un loro principio cardine dagli inclusivi agli egoisti, perseguendo la legge della sopravvivenza in un mood da "home invasion"per una desamina della natura umana quando le condizioni imposte da un'apocalisse liberano l’uomo delle imposizioni civili



martedì 12 gennaio 2021

Wonder Woman 1984


Titolo: Wonder Woman 1984
Regia: Patty Jenkins
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Ambientate negli anni Ottanta, le avventure di Wonder Woman, che si ritrova ad affrontare nuovi pericolosi nemici come Cheetah, formidabile combattente dall'agilità di un felino.

Forse sarò l'unico a pensarla così ma a me il sequel è piaciuto più del primo, contando comunque che nessuno dei due mi ha entusiasmato.
I perchè sono svariati nonostante non abbia a cuore l'eroina Dc e trovo il mito delle Amazzoni sfruttate e senza la giusta analisi che le riesca ad elevare per quello che nella letteratura hanno dimostrato.
Un film d'azione diviso in tre atti di più di due ore e mezza come è solito per il marchio di fabbrica di questi comics. Diana è sola senza Steve. Si trova a dover proteggere i cittadini come può con qualche azzuffata nei centri commerciali che la vedono sprecata quando invece lei potrebbe affrontare un intero esercito come succede tra l'altro nel deserto. Ormai a parte la bellezza esteriore sembra appassita come se non ci fosse più un motivo per andare avanti in una società sempre più egoista in cui ognuno cerca la propria scalata al successo o il benessere personale.
Ed è qui che arriva la gemma magica ad esaudire ogni desiderio. Come sempre ci sarà la contro causa e come effetto si vedranno il meglio e il peggio delle persone.
Parte lento il film, descrittivo, facendo un analisi anche lucida della società per poi decollare come un aereo invisibile nella metà ed esagerare fino a mettere a repentaglio come sempre tutto il mondo, il quale è stato soverchiato dalle possibilità date ai cittadini da Maxwell Lord in grado di esprimere ogni desiderio. Il villain di turno interpretato dal mandaloriano Pedro Pascal è l'elemento che funziona meglio. Il personaggio convince nella sua presa di potere cambiando le sorti del mondo nel giro di pochissimo tempo e arrivando fino ai vertici della Casa Bianca. Il finale come dicevo ha troppe pecche, la mdp non riesce a coordinarsi e tutto il mondo che esprime i propri desideri e li vede esauditi istantaneamente è una particolarità che non poteva essere tradotta in immagini seppur con le migliori intenzioni e gli esiti più nefasti. Rimane un prodotto d'intrattenimento con tante cadute ed elementi che proprio non tornano, ma intrattiene al meglio sfoggiando tutto ciò che ha e osando più del voluto con risultati altalenanti.

giovedì 17 dicembre 2020

Cyborg 009 vs Devilman


Titolo: Cyborg 009 vs Devilman
Regia: Jun Kawagoe
Anno: 2015
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5

Cyborg 009 racconta la storia di Joe Shimamura e altri otto ragazzi, trasformati in cyborg da un'organizzazione malvagia. I nove cyborg decidono quindi di combattere l'organizzazoone con i poteri acquisiti. Devilman tratta invece di un uomo che per combattere i demoni, che hanno deciso di invadere il mondo, si fa possedere dal più potente dei demoni, che riesce a controllare grazie al suo animo puro.

Tre episodi di 30'. Il risultato è un concentrato dove si cerca di portare l'azione ai massimi livelli, dando per scontato il background dei personaggi e le loro storie legate alla trilogia dei film di Go Nagai e al film di Masayuki Akehi del 1980. Questo crossover per quanto palesi un certo sforzo di fondo non riesce minimamente a reggere il confronto con i film storici. Il perchè è legato a varie questioni come ad esempio motivare la scelta così da un momento all'altro di inserire due mondi diversi a confronto come quello dei demoni e gli esperimenti di laboratorio e quello dei cyborg con i Black Ghost.
Nutrite schiere di cyborg che ricordano le classi dei Cavalieri dello Zodiaco, in un crescendo dove si parte dalle divinità (all'inizio combattono con Apollo & company) fino ad arrivare a cyborg di ultimo livello dotati di un potenziale da far invidia a quello capitanato da 009.
Dall'altra parte Akira abita ancora in casa con la compagna di scuola, inserendo dunque il film prima del capitolo finale Devilman-Amon. 009 e Devilman uniranno le forze contro un essere potentissimo, Seth, l'unione tra Demone e Cyborg in un incontro finale dove i due protagonisti faranno molta difficoltà a rivaleggiare contro questo impressionante villain.
Tante le scelte derivative, il fatto che alcune scene d'azione vengono ripetute, alcuni personaggi passano decisamente in secondo piano, i demoni riescono nel loro piccolo a rimanere cruenti al posto gusto e per finire possiamo definirlo un prodotto di puro intrattenimento senza nulla aggiungere a due capisaldi dell'animazione giapponese come a voler soddisfare un certo pubblico che voleva vedere insieme i cyborg e i demoni assieme.

giovedì 3 dicembre 2020

Boys-Seconda stagione


Titolo: Boys-Seconda stagione
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Usa
Stagione: 2
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Tutti aspettavamo con trepidazione la seconda stagione di una delle serie più originali degli ultimi anni scritta da quel folle di Garth Ennis autore di opere ambiziose come PREACHER, DISCESA ALL'INFERNO, CROSSED, HELLBLAZER, PUNISHER, DREDD, WORMWOOD.
L'altra faccia di Grant Morrison, un autore sboccato, volgare, originale, ambizioso, politicamente scorretto (se date una lettura a Wormwood vedrete cosa ha in riserbo per la Chiesa).
Siamo di nuovo alle prese con la decostruzione dei super eroi, invertendone la polarità, rendendoli cattivi, degli outsider mediatici controllati dal governo in una trappola di interessi, complotti, tradimenti e molto altro ancora.
La seconda stagione è decisamente più perfida, più politica, ambiziosa e non mi sorprende che i primi episodi siano quelli piaciuti meno. In realtà la progressione in termini di scrittura e di potenziale, rende gli otto episodi un concentrato apocalittico, una galleria di soluzioni narrative, di personaggi esemplari (standing ovation anche in questo caso per il numero one Homelander). Proprio su Patriota/Starr bisogna spendere qualche parola dalla sua ormai patologica ambiguità in cui non sappiamo mai cosa aspettarci, con un finale grandioso e una scena assolutamente fuori dall'ordinario senza spoiler quando "incontra" Stillwell, a mio avviso uno dei momenti più alti della stagione.
Composto V, la disfatta dei Boys che dopo la morte di Stillwell sono costretti a convivere forzatamente in uno scantinato con Butcher che sta progressivamente impazzendo dalla rabbia e dalla voglia di rivedere la moglie e proteggerla dal Patriota. Stormfront, la psicopatica nazista manipolatrice completamente assuefatta dai social e dalla risposta mediatica che incarna tutte le piaghe della società asservite ai meme su Internet. Starlight al confine tra chi la vuole morta e il suo dividersi tra senso del dovere e amor proprio. L'omosessualità e il coming-out forzato di Queen Maeve, i viaggi allucinogeni di Abisso e la sua lotta con A-Train per tornare nei Sette dopo essere stati cacciati. Fiaccola e il suo bisogno di redenzione.
In questa seconda stagione gli sceneggiatori ingranano la marcia rendendo tutto ancora più falso, perbenista, malizioso, una società ormai tutta basata sull'immagine, sulla pubblicità, sui follower, dove i Sette arrancano, dove l'esibizionismo è performativo curandolo all'ennesima potenza, dove consumismo e consensi diventano gli unici valori lasciando tutto il resto in una deriva transitoria e superflua. La stessa relazione tra Homelander e Stormfront sembra deragliare da tutto ciò che si potrebbe definire normale, arrivando a sprofondare in ogni perversione e sottomissione, ribaltando completamente i ruoli tra dominatrix e maschio alfa.
Pur arrivando tardi e col fiato corto alla resa dei conti ovvero la carneficina finale, i climax e i colpi di scena ridaranno enfasi tra scene splatter, torture, momenti epici, fini ingloriose tra chi viene spara flashato o chi decide di darsi fuoco, rivelando parti oscure e fragilità inattese.



domenica 11 ottobre 2020

Devilman-La Genesi


Titolo: Devilman-La Genesi
Regia: Tsutomu Lida
Anno: 1987
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

La vita da teenager di Akira viene sconvolta dal suo amico Ryo Asuka quando questi gli svela un terribile segreto (pagato con la vita da suo padre, un famoso archeologo). A quanto pare la Terra sta per essere invasa dai demoni, esseri mostruosi ibernati per secoli nei ghiacci e che stanno per tornare in superficie. Secondo Ryo i demoni avrebbero vissuto sulla Terra prima della comparsa dell'uomo, e adesso ne rivendicherebbero il possesso.L'unico modo per sconfiggerli sembrerebbe quello di prendere il controllo dei poteri dei demoni stessi, così da combatterli "ad armi pari". Ryo coinvolge quindi l'amico in un terribile Sabba, durante il quale Akira si fonde con Amon, il più potente e terribile dei demoni, e si trasforma in Devilman. Solo lo spirito puro del ragazzo e il suo grande amore per la bella Miki gli permette di controllare Amon, e di utilizzare i poteri del demone per difendere il genere umano.

Il primo Oav di Devilman parte con una sorta di genesi dove i demoni al tempo popolavano la Terra. Uccisioni, massacri, predominazione e la legge del più forte erano i soli ingredienti primordiali. Così esseri dotati di un potere enorme (delle sorte di fate diaboliche) distrussero parte del creato per permettere una nuova nascita di elementi meno truculenti e non solo dediti alla distruzione.
Arriviamo a noi dove scopriamo Rio Asuka con lo scopo di comprendere cosa è successo a suo padre e da quel momento una sorta di patto di sangue con la natura demoniaca pronta, nella fattispecie dell'amico Akira/Amon, a trovare una vittima sacrificale con cui plasmarsi.
Devilman-La genesi a quindici anni dalla nascita dell'opera di Go Nagai che ha letteralmente stravolto e stuprato il concetto stesso di violenza, di soprusi e di malvagità. Un concentrato a cui nulla fino ad allora si era avvicinato soprattutto nel giocare continuamente sul tema della liberazione dei propri istinti primordiali e della lotta perenne contro le proprie paure ancestrali.
Il demone che vive dentro di noi in grado di compiere ogni atrocità possibile è una metafora pazzesca soprattutto di un popolo e di un paese che ha dovuto inghiottire senza potersi vendicare uno degli abomini storici più eclatanti mai avvenuti. Da qui il lato oscuro dell'autore il quale esprime a piena potenza un nichilismo e un pessimismo cosmico in una visione ineguagliata di inusitata violenza della crudeltà implicita nella vita e nell'essere umano.

Devilman-Arpia Silen


Titolo: Devilman-Arpia Silen
Regia: Umanosuke Lida
Anno: 1990
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

Casa Makimura: una telefonata inquietante scuote Akira Fudo, ormai mutato nell"aspetto e nel comportamento, e lo spinge a recarsi in un condotto della rete fognaria. Le grida di una donna torturata risvegliano i ricordi di Amon, il demone nel corpo di Akira, e portano alla coscienza del giovane il nome del suo nemico: Ginmen.

La trilogia di Devilman ha letteralmente stravolto ogni concetto di animazione violenta, splatter con tinte gore e colpi di scena letteralmente spiazzanti. Messa da parte la storia che nel primo capitolo viene narrata molto bene senza lasciare di fatto nessun dubbio, il secondo capitolo è puro action adrenalinico, un combattimento vertiginoso e acrobatico tra una delle serve di Satana tra le più potenti Silen e il nostro Akira/Amon. Arti spezzati, morsi, location ovvero città devastate da forze senza eguali che non accennano a risparmiare nulla. Un lungo e indiscusso combattimento dove nonostante Silen sia una donna, il nostro Akira/Amon non avrà nessun tipo di indulgenza.
Il tema del sacrificio è molto presente nel film dove viene sacrificata la stessa madre di Akira incastonata insieme ad altri membri della famiglia nella corazza del primo demone che incontra, Jimmel, fino al sacrificio di Kaim, una sorta di rinoceronte preistorico che decide pur sapendo che morirà di fondersi con Silen nell'attacco finale ad Amon.

Devilman-Amon, l'apocalisse di Devilman


Titolo: Devilman-Amon, l'apocalisse di Devilman
Regia: Ken'ichi Takeshita
Anno: 2000
Paese: Giappone
Giudizio: 5/5

Per molto tempo Akira Fudo ha combattuto l'invasione demoniaca della Terra con i suoi poteri di Devilman, dominati dal suo forte equilibrio interiore che reprimeva l'indole bestiale del mostruoso Amon attraverso l'amore per Miki. La morte di quest'ultima a opera degli umani ha però fatto uscire di senno il ragazzo che, lasciatosi corrompere dal suo animo malvagio, perde ogni legame con la razza umana divenendo un mostro sanguinario. Per Akira c'è solo una speranza di tornare alla normalità: sconfiggere nel suo subconscio il terribile demone...

Arriviamo alla resa dei conti dove nemmeno a farlo apposta moriranno tutti coloro che abbiamo visto nei precedenti capitoli nonchè i nuovi Devilman. Alcuni momenti prima dello scontro finale i quali servono a portare Akira allo strazio finale come quello della casa di Miki dove vengono uccisi lei e il fratello sono di una violenza senza pari. Il bambino a cui viene sparata una freccia in testa e poi decapitato fino a Miki a cui viene anche a lei mozzata la testa in quanto strega, sono forse i momenti più crudeli dell'intera opera insieme alla scena in cui Amon anzichè salvare il corpo del piccolo Devilman facente parte della squadra dei Devilman trucidati dai demoni, comincia a strapparne gli arti mangiandoseli davanti a tutti.
Ryo che già compariva nel secondo Oav cercando di aiutare Akira/Amon contro Silen, qui sceglie il lato oscuro diventando l'angelo prediletto da Dio, quel famoso Satana con cui ci sarà uno scontro finale. Sterminio, battaglia coi demoni e scontro finale con Satana. Tre parti gestite molto bene nonostante la critica e il pubblico con questo terzo Oav siano state molto negative senza comprendere appieno lo spirito e l'analisi dell'opera che chiude in maniera magistrale un trittico che rappresenta uno dei capisaldi dell'animazione mondiale. Un'opera densa e matura dove viene chiamata in causa la discesa negli inferi di Dante, dove le forme e i colori danno risalto ad un world building esagerato e pieno di esseri indicibili e di una morale pessimista e nichilista che vorrebbe i demoni al posto degli umani a riprendersi ciò che in passato era loro.

lunedì 27 luglio 2020

Justice League-Gods and monsters


Titolo: Justice League-Gods and monsters
Regia: Sam Liu
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Superman, Batman e Wonder Woman, i quali indagano su alcuni misteriosi omicidi ai danni di Ray Palmer, Fries Victor e Silas Stone. In questo film la versione di Superman che vedremo è quella del figlio del Generale Zod, così come Batman non sarà Bruce Wayne ma Kirk Langstrom mentre Wonder Woman è una dei Nuovi Dei, sposa di Orion

Gods and monsters è davvero difficile da definire nel senso che riscrive completamente personaggi, trama dando originalità in tutti i comparti e con personaggi nuovi e interessanti e un plot maturo e avvincente. Con un'atmosfera tetra e dark ci viene narrato questo DC Universe alternativo, dove la Justice League mantiene l’ordine con forza brutale e non esita ad uccidere i suoi nemici.
Il triangolo è composto da Superman, alias Hernan Guerra, figlio del Generale Zod e superstite di Krypton cresciuto da due immigrati messicani; Batman, alias Kirk Langstrom, scienziato trasformato in un sanguinario vampiro; e Wonder Woman, alias Bekka dei Nuovi Dei.
Quando alcuni eminenti scienziati vengono uccisi, i sospetti ricadono ovviamente sulla Justice League che opera seguendo regole completamente diverse da quelle che conoscevamo.
I tre insieme formano un gruppo di vigilanti super umani spietato e anti-eroico, in continuo contrasto con il governo degli Stati Uniti, rappresentato dalla presidente Amanda Waller.
Finiranno per fronteggiare una minaccia sconosciuta ma letale, che metterà il mondo intero contro la Justice League


martedì 14 luglio 2020

Mezzo forte


Titolo: Mezzo forte
Regia: Yasuomi Umetsu
Anno: 2000
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Mikura Suzuki, membro di un gruppo di assassini mercenari, viene ingaggiata da un uomo misterioso per rapire Momokichi, proprietario di una squadra di baseball. Il problema è che Momokichi è un boss malavitoso e sua figlia, Momomi, è una talentuosa pistolera, nota per essere violenta e contorta più di suo padre. Mikura e la sua squadra deveno escogitare un piano per portare al termine la missione, sperando che nulla vada storto.

A Kite sapeva essere tante cose, muovendo generi e stili completamente diversi e una grafica da urlo. Umetsu ritrova le stesse qualità e abilità in questi due Oav che in parte riprendono le tematiche affrontate in precedenza (sci-fi, cyborg, AI, contractors) infarcendo lo scenario con i suoi elementi che sappiamo apprezzare di più dalle scene kitsch di sesso esplicito e gratuito, sparatorie e inseguimenti mozzafiato, quel gusto sadico per la violenza e la truculenza e infine l'ambientazione ormai di degrado assoluto e il background criminale.
Il tutto con una storia mai banale approfondita da dialoghi tagliati con l'accetta e un umorismo politicamente scorretto al massimo dove nessuno sembra salvarsi e dove l'umanità ormai è degenerata in maniera assoluta.



Lupin III - La menzogna di Fujiko Mine


Titolo: Lupin III - La menzogna di Fujiko Mine
Regia: Takeshi Koike
Anno: 2019
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

La storia si apre con una Fujiko nelle vesti di governante, al servizio di un ragioniere ricercato per essersi appropriato indebitamente di 500 milioni di dollari. In poche parole, il ragioniere in questione sa che verrà scovato prima o poi e decide di farsi esplodere assieme alla sua stessa casa mentre affida a Fujiko le sorti del suo pargolo (ottima scelta, vero?). Ma presto proprio il bambino diventerà l’obiettivo della compagnia alla ricerca del padre, inviando un assassino imbattibile che lo costringerà a confessare dove si trova il denaro. Naturalmente Fujiko sarà disposta a tutto pur di non farsi sfuggire quella somma più che cospicua…

Ultimo della trilogia nonchè caposaldo nel raccontare nello specifico che cosa abbia creato i killer visti in questo capitolo e nei precedenti. Si scopre così una compagnia, Godfrey Mining, che crea appunto assassini spietati prodotti artificialmente e con doti metaumane nonchè contractors che si contraddistinguono per avere ognuno una caratteristica insolita e letale. La storia di Fujiko è forse quella più drammatica, c'è un bambino da salvare (a volte nella sua disperazione davvero insopportabile), un segreto da mantenere, un malloppo che fa gola a molti, una fuga da un duo di criminali che si portano dietro il mostro, Bincam (una sorta di mezzo vampiro albino in grado di ipnotizzare le persone) di turno caratterizzato davvero bene, una creatura controllata dai suoi stessi aguzzini.
E poi c'è lei, finalmente una Fujiko che a differenza del primo capitolo non la vediamo inerme completamente nuda alle prese con una creatura con un fallo enorme roteante per una pletora che sembra uscita dal capolavoro di Kubrick, questo capitolo finale non prevede gag (le quali comunque sono quasi sempre state assenti nella trilogia) con personaggi sempre seri e misurati dove Lupin ad esempio non ci prova mai con Fujiko anche quando questa gli si addormenta sulla spalla quasi con le tette al vento. E'proprio lei comunque la protagonista assoluta, Lupin e Jigen fanno da comparse,
diventando un crogiolo di sfacciata sensualità e sottile perfidia, pronta ad usare il suo corpo come un'arma facendo innamorare di sé persino le pietre ma al momento giusto a conficcare pugnali nella schiena di chi è tanto incauto da avvicinarsi.




Lupin III-Lapide di Jigen Daisuke


Titolo: Lupin III-Lapide di Jigen Daisuke
Regia: Takeshi Koike
Anno: 2014
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Lupin e Jigen progettano il furto di un tesoro chiamato Little Comet, custodito nel paese di Doroa Est, ma si ritrovano invischiati nel conflitto spionistico con Doroa Ovest: Jigen viene preso di mira da un misterioso cecchino chiamato Yael Okuzaki, che si dice prepari la tomba alle sue vittime prima di eliminarle.

A Koike è stato dato il progetto di mettere in scena la trilogia dei film di Lupin. Una serie di lungometraggi (divisi in due episodi caduno) che prendono un personaggio in particolare e disegnano una storia fatta a puntino e scandita da una profondità nello stile e nella messa in scena.
I risultati sono stati meglio di quanto potessi desiderare a parte qualche sospensione dell'incredulità nel battere il nemico finale, trovando sempre quella strategia assurda e in fondo appartenente a questo tipo di genere e alla mente folle e ai piani ingegnosi di Lupin.
Il character design poi riesce a rendere in maniera sublime l'estetica oltre che un lavoro incredibile di scenografia nella ricostruzione dei paesaggi e degli edifici.
Uno degli elementi che ho apprezzato di più è la libertà concessa al regista, la violenza che non lesina mai, il sangue che scende copioso e dei dialoghi mai fine a se stessi ma funzionali a dare carattere e polso alla storia. Una trilogia che rimarrà impressa e che continua una carriera artistica incredibile di un regista che si era fatto apprezzare per Redline e Animatrix.
Lupin III-Lapide di Jigen Daisuke è il primo dei tre a cui faranno seguito Lupin III-Uno schizzo di sangue per Goemon Ishikawa e Lupin III - La menzogna di Fujiko Mine


lunedì 20 aprile 2020

Justice League vs the Fatal Five


Titolo: Justice League vs the Fatal Five
Regia: Sam Liu
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La Terra è in pericolo e la Justice League deve affrontare una nuova e potente minaccia, i Fatal Five. Superman, Batman e Wonder Woman cercano di trovare soluzioni mentre i viaggiatori del tempo Mano, Persuader e Tharok tengono in scacco la città di Metropolis alla ricerca della Lanterna Verde Jessica Cruz. Attraverso l'aiuto involontario di lei cercano di liberare gli altri membri dei Fatal Five, ossia Emerald Empress e Validus, per portare a termine la loro missione. La Justice League tuttavia non è stata a guardare e ha scoperto di avere anche un valido alleato da un’altra epoca, Star Boy.

Al 34°lungometraggio d’animazione Dc continuo a rimanere sorpreso per i mezzi capolavori ancora in grado di essere sviluppati come questo, dove in particolare si punti ad una solida scrittura per una trama e una serie di intuizioni davvero interessanti che mischiano azione, colpi di scena, viaggi nel tempo, caratterizzazione dei personaggi e molto altro ancora.
Sam Liu ormai lo cito continuamente, rappresenta per l’animazione in casa Dc un mentore, un punto di riferimento, un Jason Blum dell’horror, un paladino a cui bisognerebbe affidare quasi tutti i progetti di film non d’animazione della Dc. A rigor di logica questo suo ultimo film sembra quasi la nemesi di Spider Man-Un nuovo universo per quanto riesca a mischiare così tanti elementi, eroi e villain, senza far mai mancare la materia celebrale e dando risalto alle scene d’azione con un tasso molto alto di adrenalina.
Jessica Cruz diventa la vera protagonista, esaminando così un nuovo personaggio, una lady tanto fragile quanto potente capace da sola di stravolgere le sorti di un pianeta intero, così come il personaggio di Star Boy a tratti sopra le righe, ma dai poteri anch’esso imprevedibili e in grado di pareggiare i conti con qualsiasi membro della JL.

giovedì 16 aprile 2020

A Kite


Titolo: A Kite
Regia: Yasuomi Umetsu
Anno: 1998
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Sawa, ragazzina all'apparenza inoffensiva e Oburi, timido cassiere di un discount hanno più di una cosa in comune: sono killer professionisti e entrambi sono orfani di genitori morti in circostanze misteriose. Assoldati da due poliziotti, i due devono uccidere chiunque "sia scomodo", da attori di soap opera a uomini corrotti. Quando Oburi si rende conto che i due poliziotti vogliono toglierlo di mezzo, Sawa decide di stare dalla sua parte pur di sfuggire al suo "lavoro" e a vendicare i suoi genitori...

In poco più di un’ora Umetsu condisce con sangue, esplosioni, sesso e budella, una storiellina distopica e sci-fi davvero niente male, un noir nero controverso e anarchico con alcune incursioni nell’universo dei cyborgs di Mamoru e molto altro ancora.
Politicamente scorretto, violento quanto basta, l’opera dell’autore si contraddistingue per un’atmosfera cupa e perversa che passa dall’azione frenetica a scene romantiche e in tutto questo un ritmo che non passa certo inosservato tratteggiando dei personaggi non semplici, intrappolati in una ragnatela di accordi e disaccordi con poliziotti corrotti e uomini di potere affamati di sesso e con rimandi a stupri e pedofilia.
A Kite sa essere tante cose, cinico, commovente con una trama che lascia subito presagire come soprattutto le macchine vengano sfruttate per interessi beceri e fine a se stessi senza mai essere presi davvero in considerazione. Davvero i rimandi sono molteplici ma la storia e la messa in scena sanno sganciarsi da quanto visto finora. Ottima la scelta del tipo d’animazione, dialoghi mai scontati e una trama che riesce a infilare al punto giusto dei colpi di scena mai banali danno al film quella marcia in più e tratteggiano poi due losers, due assassini che non possono fare altro, per tirare avanti, in una realtà sottolineata da un degrado morale devastante.

sabato 14 marzo 2020

Batman vs Teenage Mutant Ninja Turtles


Titolo: Batman vs Teenage Mutant Ninja Turtles
Regia: Jake Castorena
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una serie di furti di tecnologia mette sulla stessa strada Batman e le Tartarughe Ninja. Il Cavaliere Oscuro dovrà unire le forze con Raffaello, Michelangelo, Leonardo e Donatello per salvare ancora una volta Gotham!

E’incredibile come i prodotti sul cavaliere oscuro non accennino a diminuire, anzi. Negli ultimi anni ne ho recensiti così tanti di lungometraggi d’animazione sull’uomo pipistrello da poter scrivere un saggio in materia.
E’devo anche ammettere che proprio per gli stili, gli autori, gli universi messi l’uno accanto all’altro, si è arrivati a dei risultati insperati, originali e pieni di azione folle e che metteva assieme personaggi strampalati senza denigrare sul sangue o sula violenza. Questo mix di fattori e incontri hanno portato a questa opera di certo tra le più interessanti degli ultimi anni, tratto dal primo grapich novel dove i super eroi della notte e delle fogne si incontravano per sancire un prodotto d’azione mai banale che prende tanti elementi mischiandoli e sfruttando villain di entrambi i mondi per portare in scena Shredder, Ra’s al Ghul, l’Ooze, la lega degli assassini e il clan del piede. Il tutto condito con un impianto ironico che regala azione a profusione, scontri mai visti e che non vedremo mai più, alleanze strane ma funzionali e una battaglia finale dove il concetto di trasformazione raggiunge i fasti portando i nemici a trasformarsi in creature animali davvero sorprendenti.
Un’opera ambiziosa dove le sfumature legate a tante e diverse produzioni negli anni fanno capolino nei titoli di coda come se fosse una ricerca sulle fonti davvero brillante che ha saputo dare enfasi alle produzioni dagli anni ’60 in avanti. Sulla carta pensavo fosse una goliardata prodotta per attirare i gonzi fan di entrambi i mondi ma il risultato è quanto di meglio potessi aspettarmi.

mercoledì 22 gennaio 2020

Città delle bestie incantatrici


Titolo: Città delle bestie incantatrici
Regia: Yoshiaki Kawajiri
Anno: 1989
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Da mille anni la razza umana e quelle dei mostri del lato Oscuro, combattono una guerra segreta ma fortunatamente alcuni soggetti definiti "illuminati" sono riusciti a stipulare un trattato di pace, tuttavia il trattato in questione sta per scadere ed una nuova guerra è alle porte...

Kawajiri di cui ho recensito tutte le opere è un regista straordinario, un precursore e un innovatore che ha saputo dare enfasi e prestigio all'animazione passando da un genere all'altro senza troppi problemi, regalando perle rare, cult di tutto rispetto che ancora oggi rimangono pietre miliari.
Noir, horror, fantasy, poliziesco, hard boiled, grottesco, erotico, thriller. Ci sono così tanti generi e sotto generi nelle sue opere che servono a dare sostanza, atmosfera, in un viaggio oscuro e decadente nei meandri della civiltà popolata da creature inquietanti e mostri sotto fattezze umane.
Ricco di azione e avventura, il film sbaraglia ogni tabù mostrando violenza a profusione con arti squartati e sangue in grosse quantità e scene erotiche fortemente esplicite.
La fotografia, i colori della notte, pervadono l'opera dandole sempre un equilibrio perfetto tra l'atmosfera opprimente che si respira, i continui colpi di scena e combattimenti, gli inseguimenti, i sacrifici e infine poi un'animazione tetra più che convincente.
Uno dei più bei film d'animazione horror per adulti che a trent'anni di distanza non fa una piega rimanendo spettacolare e incisivo sotto tutti i punti di vista.



Justice League vs Teen Titans


Titolo: Justice League vs Teen Titans
Regia: Sam Liu
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una misteriosa presenza demoniaca s’intromette in uno scontro tra la Justice League e la Legion of Doom che si conclude con l’ennesimo intervento sconsiderato di Robin, alias Damian Wayne, figlio di Batman. Nel tentativo di rimetterlo in riga ed insegnargli a fare gioco di squadra, il padre lo costringe ad unirsi ai Teen Titans. Mentre Damian cerca di integrarsi, la sua nuova compagna di squadra Raven è perseguitata dal padre, il demone Trigon.

Ancora una volta alla regia c'è l'instancabile Sam Liu e se non è lui è Jay Oliva.
Di nuovo un ottimo film d'animazione della Dc che come dico spesso dimostra di saper gestire molto bene i lungometraggi d'animazione a differenza di altre opere.
Libertà, violenza, combattimenti sempre ad un livello molto alto, scene truculente, distruzioni di massa, dialoghi mai banali e con un linguaggio a volte volgare. Il film è incentrato sui Teen Titans dopo vari film legati al nuovo Robin alias Damian Wayne e al suo cambio d'intenti mostrando un'altro volto e temperamento legato alle sue origini dopo Son of BatmanBatman vs Robin e Batman: Bad Blood. Dunque il primo della serie di film d’animazione direct-to-video DC Universe ad essere dedicato al giovane super gruppo che ha già al suo attivo una serie animata durata cinque stagioni. La Justice League ha un ruolo molto marginale ed è spinta nella storia a forza con scene di fatto che più che vederli contro i giovani ragazzi gli vedono alle prese soprattutto nel terzo atto con il demone Trigon e il suo obbiettivo di distruggere il pianeta assumendo una forza e grandezza senza eguali.


martedì 7 gennaio 2020

Son of Batman


Titolo: Son of Batman
Regia: Ethan Spaulding
Anno: 2014
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Batman scopre di aver avuto un figlio dalla relazione con Talia Al Ghul. Si tratta di Damian, un letale e geniale ragazzino cresciuto e addestrato dalla Lega degli Assassini. Investigando sul rapimento di Kirk Langstrom e della sua famiglia, il Cavaliere Oscuro deve tenere a bada la sete di vendetta del figlio per la morte di Ra’s Al Ghul, ucciso da Deathstroke. Scegliere tra la propria brama di sangue e gli etici ideali di Batman potrebbe fare di Damian il nuovo Robin.

Come per Justice League vs Teen Titans e Batman vs Robin, rispettivi sequel cronologicamente, il Robin quello cazzuto finalmente fa la sua comparsa, mettendo subito tutti in riga su quello che sarà un cambio d'intenti decisivo soprattutto nel rapporto complesso con Bruce e di vederci chiaro sulla storia della discendenza famigliare.
Spaulding è un mestierante abbastanza novizio anche aveva girato Justice League-Throne of Atlantis in questo piccolo ma sempre più interessante universo Dc tutto animato dove continua il lavoro svolto dai leggendari Oliva e Liu capaci da soli di risollevare l'animazione dei comics.
La storia del film è abbastanza complessa e stratificata vedendo una rosa di nomi decisamente importanti che hanno saputo dare enfasi e carattere alla storia a partire da Il Figlio del Demone, scritta da Mike W. Barr e disegnata da Jerry Bingham, al termine della quale si scopriva che il Cavaliere Oscuro aveva avuto un figlio con Talia Al Ghul fino a Grant Morrison per dare inizio della sua lunga run sulla serie regolare di Batman nel 2006 con la story-arc Batman e Figlio e infine tenetevi pronti come sceneggiatore niente poco di meno che il prolifico e leggendario Joe R. Lansdale (di cui credo di essere uno dei pochissimi ad aver letto tutto e possedere tutti i suoi libri, nonchè fumetti) il quale essendo avvezzo alla materia riesce a creare un nuovo intreccio mantenendo i punti essenziali dell’opera originale senza alterarne contenuti e personaggi.

giovedì 26 dicembre 2019

Batman vs Robin


Titolo: Batman vs Robin
Regia: Jay Oliva
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Damian Wayne, figlio di Batman, è il nuovo Robin ma è insofferente alle regole restrittive del padre che frenano i suoi istinti omicidi e lo costringono a vivere da recluso. Durante una ronda, Robin viene avvicinato ed incoraggiato da Talon, primo sicario della Corte dei Gufi, una pericolosa e potente loggia segreta che vuole controllare Gotham City. Convinto di aver trovato un nuovo mentore, Robin si ribella a Batman e lo affronta.

Robin non è mai stato un personaggio facile da amare. Un co-protagonista reso quasi un buffone in alcuni film del passato e in parte una macchietta, una piccola ombra dietro il possente Cavaliere Oscuro. L'impresa dunque era ardua traendo spunto dalle story-arc a fumetti "La Corte dei Gufi"e "La Notte dei Gufi", scritte da Scott Snyder ed essendo di fatto il sequel di Son of Batman.
I pregi di questo ennesimo lungometraggio d'animazione targato Dc e diretto dal prolifico Jay Oliva sono in un qualche modo contigui ad altri due film Batman: Bad Blood e Justice League vs Teen Titans dove finalmente scopriamo un Robin molto cazzuto, facilmente irritabile, di indole violenta e vendicativa, scoprendo di essere il figlio di Talia al Ghul ed essendo stato addestrato dalla Lega degli Assassini diventando egli stesso un letale assassino.
Il primo atto con Anton Shott, il Fabbricante di Bambole, che ha soggiogato i giovani ragazzini facendoli diventare il proprio esercito personale è decisamente fantastico e rompe ancora una volta quel muro dell'infrangere alcuni tabù mostrando un linguaggio a volte volgare e scene di pura violenza.
La ricerca del rapporto padre-figlio tra Damian e Batman che si ripercuote sulle sue scelte e altri fattori viene trattata in maniera alquanto riduttiva e prevedibile con Batman che sembra gongolare per tutto il tempo senza capire cosa stia succedendo e chi è il mandante. Il film comunque colpisce per la sua crudezza, tra serial killer, sette e spietati assassini
L'azione, poi, sia per le animazioni che per la coreografia delle scene, rimane uno degli aspetti più interessanti di un altro capitolo della Dc così da non farsi mancare per i fan del noto super eroe e soprattutto vedendo e rendendosi conto di cosa può essere davvero Damian quando perde il controllo.