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venerdì 23 settembre 2016

Jane got a gun

Titolo: Jane got a gun
Regia: Gavin O'Connor
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Jane Hammond, donna di carattere sposata a uno dei peggiori criminali della città, intuisce di dover prendere la situazione in mano quando il marito ritorna a casa quasi morente e con 8 pallottole sulla schiena. Per salvare la sua fattoria e difendersi dai nemici del marito intenzionati a portare a termine il lavoro cominciato, Jane decide allora di chiedere aiuto a Dan Frost, una sua fiamma del passato che non vede da oltre dieci anni e che ora fa il ladro. Insieme, Jane e Dan metteranno a punto un'intelligente strategia che porterà i rivali fuori gioco mentre i loro sentimenti assopiti ritorneranno a galla.

I western ultimamente sono davvero tanti.
Ora a parte un paio tra questi, hanno tutti una caratteristica in comune: i protagonisti sono uomini.
Gavin O'Connor è il regista di Warrior, un film che ho apprezzato molto e che aveva delle scene di MMA all'interno della gabbia davvero all'altezza. Infatti il suo modo di usare la cinepresa, ovunque lo metti, è una piccola e piacevole sorpresa.
Il film ha una sceneggiatura travagliatissima (il perchè non è chiaro) ha cambiato attori, regia ma ha tenuto la Portman come protagonista e produttrice in quello che a sua detta “È stato il progetto più difficile a cui abbia mai partecipato”
Questo western al femminile crea una storia che ha davvero tanti punti in comune con Slow West, l'assedio nella piccola fattoria, l'ambientazione agricola che diventa fortino, due contro tutti, e riesce a sfruttare bene un cast che trova una buona alchimia soprattutto tra Edgerton e la Portman.
Per alcuni modi di giocare sporco, anche se il film lo fa poco, ricorda vagamente Homesman anche se il film di Jones non solo possiede una epicità tutta sua che in alcuni punti svetta al di sopra dei film di Tarantino e cosa più importante non è mai scontato, rimanendo cinico e struggente e muovendosi su una struttura diversa.
Il film di Connor sposa i topic ma non i clichè di genere e questo bisogna ammetterlo anche se il finale unito ad una certa linea d'intenti viene svelata troppo facilmente in modo da far cadere quell'atmosfera di ipotetici colpi di scena che non avverranno.
Nei western vige sempre la legge del più forte. Che da uccidere sia uomo o donna non fa differenza, d'altronde abbiamo imparato a veder uccidere anche bambini e indiani senza alcuno scrupolo.
Alcuni momenti come la preparazione del piano di difesa, il rapporto e i dialoghi iniziali delle due vecchie fiamme e le sparatorie sono davvero buone, dall'altra ci sono, soprattutto all'inizio, troppi flash-back, la personalità intimista di Jane non è sempre all'altezza, e i nemici capitanati dallo spocchioso McGregor, sono troppo idioti e senza alcuno spessore.
Non verrà certo ricordato come il western dell'anno ma come western al femminile merita un certo riconoscimento.