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venerdì 18 marzo 2011

Funny Games U.S

Titolo: Funny Games(2007)
Regia: Michael Haneke
Anno: 2007
Paese: Gran Bretagna/USA/Francia/Austria/Germania/Italia
Giudizio: 3/5

Funny Games ritorna in versione Usa come doveva essere nelle intenzioni del regista dopo la precedente versione austriaca del '97.
Se allora lo scopo era quello di attaccare un sistema che mostrava la violenza come un tipico prodotto di consumo Haneke realizzò un capolavoro assolutamente "non a norma", un film "scorretto" commercialmente parlando, un pugno nello stomaco che attaccò volutamente lo spettatore e anzichè spettacolarizzarne le immagini risaltandone quindi la finzione le cercava invece di adattare secondo il gusto e la suspence dello spettatore, mostrandogli ciò che lui stesso voleva vedere, dandogli la possibilità di "scelta"spiegandogli le fasi del gioco e fino a dove l'orrore poteva spingersi con tanto di telecomando alla mano proprio per ridicolizzarne gli aspetti strutturali.
Non puoi dare per scontato quello che nello stesso concetto di finzione viene volutamente cambiato e riadattato secondo il proprio volere senza poterti dare la speranza di "salvezza"ed uscendo quindi dalle dinamiche convenzionali.
La trasposizione è uguale (forse qualche piccolo dettaglio su alcuni movimenti per esempio come cade il cadavere del cane dalla macchina ma non ci giurerei) ma soggetto e tutto il resto combacia con l'originale. Cambiano gli attori, la lingua, inglese anzichè tedesco, il colore dei capelli di Paul, Gerry o come lo si vuol chiamare ma non cambia niente neanche nelle musiche e nella struttura.
Il risultato spiazza.
Si respira come doveva essere, la stessa allucinata atmosfera, morbosa e umilante per lo spettatore che si identifica con il perfetto esempio di famiglia borghese, il perfetto gioco che Haneke ha riservato per un pubblico sempre più esigente e annoiato.
La strana e insolita e che per la prima volta un remake viene fatto dallo stesso regista che non cambia nulla dell’originale spiazzando critica e major, ma non a caso stiamo parlando di Haneke.