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lunedì 17 giugno 2019

Into the wild


Titolo: Into the wild
Regia: Sean Penn
Anno: 2007
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il viaggio alla ricerca di sé di un ragazzo appena diplomato. Direzione, con “biglietto” di sola andata: l’Alaska. Dal romanzo di Jon Krakauer.

Into the Wild è un film spesso sopravvalutato. Quasi un film manifesto per generazioni di giovani figli della televisione e del consumismo inebetiti che guardando alle gesta del protagonista come un mito della caverna dove possano finalmente uscire dalla loro vita noiosa e vedere fuori cosa offre il mondo. Penn è furbo e ha creato quello che per i giovani è tata la Beat Generation.
Sean Penn è un attore e regista estremamente sopravvalutato, un uomo furbo ed egoista che come tanti attori di successo a preso parte a progetti internazionali dimostrando a se stesso che voleva aiutare gli altri e salvare il pianeta. Questo viaggio on the road, alla fine non è altro che una via di mezzo spicciola tra Siddartha e la Beat Generation.
Ne esce uno spaccato che seppur con alcune abili intuizioni o meglio verosimiglianze con la realtà (è parlo della parte migliore del film, il finale, oltre che i luoghi e la natura) rimane combattuto proprio nella parte legata agli intenti. Cosa vuole davvero raccontare il film che non hanno già fatto molti documentari tra l'altro con molta più esperienza sul campo e non improvvisati a dovere.
Into the wild è un film che va ad esplorare i vicoli più profondi dell'animo umano, un film intriso di contemplazione emozionale suggellato da una ribellione spirituale che però lascia insoddisfatti come se tutta l'operazione abbia in realtà ben altri intenti e tutto accade troppo velocemente senza dare i giusti spazi al protagonista che appare continuamente sballottato da una parte all'altra senza cognizione di quello che sta realmente succedendo.