Titolo: Ghostland
Regia: Pascal Laugier
Anno: 2018
Paese: Francia
Giudizio: 4/5
In seguito alla morte della zia,
Pauline e le sue due figlie ereditano una casa. La prima sera, però,
degli assassini penetrano nella residenza e Pauline è costretta a
combattere per salvare le sue figlie. Dopo la notte da incubo che
hanno vissuto, le due ragazze reagiscono in maniera diversa e le loro
differenze di personalità si acuiscono. Mentre Beth diventa una
scrittrice di letteratura horror, Vera cade vittima di una paranoia
distruttiva. Sedici anni dopo quella notte, la famiglia si riunisce
nella casa da cui Pauline e Vera non sono mai andate via. Strani
eventi iniziano allora a susseguirsi.
Laugier è uno di quei pochi registi
europei in grado di arrivare a valicare i miei limiti di
tollerabilità in un film come è stato MARTYRS senza eguali
nell'horror contemporaneo post 2000.
Certo ci sono stati anche altri film
horror ma spesso cadevano nel ridicolo e nel patetico cercando e
rivelandosi alla fine come deludenti torture-porn o schifezze che
cercavano di sembrare degli snuff-movie e in cui la violenza
gratuita, che non accetto, regnava sovrana.
Il merito più grande del regista
francese è stato quello di mettere in scena una violenza reiterata e
gratuita a danno delle sue giovani protagoniste in diversi film in
maniera davvero scioccante e come non si era quasi mai vista.
Incident in a Ghost Lake, produzione
franco-canadese, è sì bello ma non ha davvero niente a che vedere
con MARTYRS. In più Laugier ha purtroppo sperimentato come in
America le sue idee venissero semplicemente tradotte con Tall
Man, un thriller-horror
interessante ma debole per un talento come quello del regista.
Con l'ultimo film abbiamo però sempre
quella natura incontaminata del ritrovarsi in un incubo senza
soluzione e forse anche da questo elemento, a dispetto dell'orrore
cosmico, che viene citato il grande Howard Phillips Lovecraft (che
peraltro ad un certo punto si materializza dotato di mascellona) dove
è palese che siamo davanti a qualcosa che ci stupirà senza però
come dicevo cadere nella trappola della violenza sanguigna che non è
mai appunto gratuita ma che riesce a fondersi con il mistero della
trama, non sempre accattivante, rendendo impossibile l'esistenza di
una fine senza l'altra.
Ancora una volta per le due
protagoniste vengono varcati i limiti della realtà ma anche della
tollerabilità umana e psicologica dovuti e legati alla tortura e ai
danni che consegue seguendo le protagoniste negli oscuri meandri
della mente e dei meccanismi di autodifesa.
Qualcuno ha identificato un nuovo sotto
genere dell'horror per definire film come questi.
Vengono chiamati nerve-racking ovvero
film snervanti allo stato puro.