Titolo: Willard il paranoico
Regia: Glen Morgan
Anno: 2003
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Willard, quarantenne introverso al
limite della patologia, trascorre il proprio tempo curando la vecchia
madre malata e lavorando come impiegato nell'azienda fondata dal
padre defunto. Protagonista passivo di una vita di umiliazioni, a
casa e sul posto di lavoro, troverà nel morboso rapporto con i topi
che abitano la sua cantina una valvola di sfogo per le proprie
frustrazioni, e, giunto all'esasperazione, un singolare strumento di
vendetta.
Willard sembra una via di mezzo tra
Norman Bates e Lionel Cosgrove. Un personaggio con cui non è facile
empatizzare e distinguere se è un buono o un cattivo a tutti gli
effetti. Fa parte di quella galleria di protagonisti psicolabili e
basta.
Willard remake di WILLARD E I TOPI,
riesce per tutta la durata effettiva del film, a sfruttare bene
l'unica location, la casa, in un home invasion dove sono proprio i
roditori ad essere i co protagonisti ed esercitare poteri e paranoie
ai danni del suo protagonista.
E 'un film che si chiude molto dentro
se stesso, puntando su pochi elementi e cercando di lavorare per la
maggior parte del tempo sull'atmosfera, il dramma grottesco e le
macabre atmosfere soffocanti che rimangono anche le parti migliori.
Il risultato poteva essere molto più deludente è così per fortuna
non è stato.
Morgan ha una buona mano e di fatto
questo rimarrà il suo film migliore all'interno di una sfortunata e
magra filmografia che annovera un brutto remake del bellissimo BLACK
CHRISTMAS e alcuni episodi della serie X-Files-Season
10
Quando uscì venne accolto forse troppo
bene dal momento che la pellicola vive di alti e bassi che non
riescono a farla decollare in modo completo, se non altro nella
ripetizione di alcuni momenti e dialoghi che Willard sembra
fagocitare per se stesso e che altalenano un ritmo e un montaggio non
sempre adeguato contando che il film dalla sua è un racconto sulla
solitudine, l'incomunicabilità e il disagio mentale.