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giovedì 18 luglio 2019

Mustang(2018)


Titolo: Mustang(2018)
Regia: Laure de Clermont-Tonnerre
Anno: 2018
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Un prigioniero violento ha l'opportunità di partecipare ad un programma di riabilitazione che coinvolge cavalli selvaggi. Legherà con un cavallo particolarmente complesso, portando alla superficie ricordi pieni di emozioni.

Quando lasci a briglie sciolte un attore massiccio, un vero fisic du role del calibro di Matthias Schoenaerts (uno degli attori più in gamba del momento) il risultato vista tutta la sua filmografia precedente, non può che essere convincente.
Mustang sembra fin dall'inizio avere pochi elementi con cui giocarsela.
Il carcere, la redenzione, un mentore che gli fa scoprire un lato di sè che non conosceva, la horse terapy o meglio animal terapy che alle volte il cinema indaga e infine la consapevolezza di non diventare un gregario al soldo del boss della prigione e via dicendo.
Roman sente il richiamo della bestia in una scena emotivamente molto bella dove entrambi, l'uomo e la bestia, sentono di non poter essere contenuti dove il primo addirittura ammette fin dal dialogo iniziale con la psicologa del carcere di non essere bravo con le persone (una frase che riassume molti altri non detti).
Mustang è reale, pienamente convincente anche se alcuni sviluppi sono presto riassumibili e alcuni dialoghi molto didascalici ("Se vuoi controllare il cavallo, prima devi controllarti") ma si concentra sulla potenza e il carisma del protagonista che sempre di più dimostra un cammino di maturità e di scelta di film spesso anti commerciali.
Mustang poi vince una sfida tutt'altro che semplice per la regista di girare negli Stati Uniti e confrontarsi con due generi molto emblematici del grande West americano, il film di prigionia e l’immersione in un ambiente di cowboy, un'ambiente molto maschile tra detenuti e cow-boy in un connubio spesso anomalo ma che riesce ad avere un suo significato e una sua precisa collocazione.