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sabato 8 agosto 2020

Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno


Titolo: Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
Regia: Mario Monicelli
Anno: 1984
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Buffoni svagati e balordi, ma provvisti di un'astuzia contadinesca e di un buonsenso ruspante che permette loro di cavarsela nelle situazioni strampalate in cui si vanno a cacciare, si passano il "sapere" da una generazione all'altra. Grazie a tali doti, Bertoldo riesce a reggere il difficile confronto con il re Alboino, che lo farà barone, e a dare il benservito al mistificatore Fra' Cipolla.

Dalla novella di Giulio Cesare Croce e dai racconti villaneschi, ambientato nell'anno mille, questa commedia grottesca e bislacca certo vale più di una visione per i perfetti tempi in cui vengono collocate le scenette frivole e mediamente divertenti che tentano con l'utilizzo del linguaggio e del cast di destreggiarsi al meglio. La commedia cialtronesca pone personaggi villici, sornioni, astuti come in questo caso il contadino che di solito appare sempre come un ignorante e nel caso di Bertoldo uno spiantato villano dalla favella svelta coadiuvato nel bene e nel male dalla sua famiglia con la moglie Marcolfa e il figlio Bertoldino.
Tra ulteriori goffaggini e imprese scriteriate e sballate, nella galleria di scenette incontriamo re con mogli che millantano l'indipendenza della donna con tanto di cintura di castità e una vera e propria rivoluzione. Lo stesso re Alboino si trova con una corte di sgraziati con i soliti intrecci dove deve dare la figlia sposa al debole e anziano gobbuto Esarca di Ravenna e in questo la parte delle gobbe in cui ancora una volta viene chiesto consiglio dalla giovinetta a Bertoldo con il risultato di farsi dipingere anch'essa piena di gobbe.
Dall'altra parte il peso del clero con un prete sgraziato come Fra Cipolla un gaglioffo e un mistificatore, l'intreccio che parte dall'oca, continua con le ali dell'angelo Gabriele, l'anello da nascondere e infine l'incontro di un'altra bifolca che sposerà Bertoldino e assicurerà con Cacasenno la continuità della stirpe, il nome appunto nasce da sè dopo la benedizione di Frà Cipolla e dopo che il nascituro gli caga addosso.
Che dire di questa commedia cialtronesca molto ispirata, in cui a farla anche da padrone a parte il trucco, i costumi, la scenografia, sono i dialoghi praticamente perfetti, tra dialetto misto veneto/romano improntati su una tradizione letteraria che spazia dall'Aretino al Boccaccio, fatta di volgarità, sagacia popolare e sfrontatezza.