Titolo: Bertoldo, Bertoldino e
Cacasenno
Regia: Mario Monicelli
Anno: 1984
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
Buffoni svagati e balordi, ma provvisti
di un'astuzia contadinesca e di un buonsenso ruspante che permette
loro di cavarsela nelle situazioni strampalate in cui si vanno a
cacciare, si passano il "sapere" da una generazione
all'altra. Grazie a tali doti, Bertoldo riesce a reggere il difficile
confronto con il re Alboino, che lo farà barone, e a dare il
benservito al mistificatore Fra' Cipolla.
Dalla novella di Giulio Cesare Croce e
dai racconti villaneschi, ambientato nell'anno mille, questa commedia
grottesca e bislacca certo vale più di una visione per i perfetti
tempi in cui vengono collocate le scenette frivole e mediamente
divertenti che tentano con l'utilizzo del linguaggio e del cast di
destreggiarsi al meglio. La commedia cialtronesca pone personaggi
villici, sornioni, astuti come in questo caso il contadino che di
solito appare sempre come un ignorante e nel caso di Bertoldo uno
spiantato villano dalla favella svelta coadiuvato nel bene e nel male
dalla sua famiglia con la moglie Marcolfa e il figlio Bertoldino.
Tra ulteriori goffaggini e imprese
scriteriate e sballate, nella galleria di scenette incontriamo re con
mogli che millantano l'indipendenza della donna con tanto di cintura
di castità e una vera e propria rivoluzione. Lo stesso re Alboino si
trova con una corte di sgraziati con i soliti intrecci dove deve dare
la figlia sposa al debole e anziano gobbuto Esarca di Ravenna e in
questo la parte delle gobbe in cui ancora una volta viene chiesto
consiglio dalla giovinetta a Bertoldo con il risultato di farsi
dipingere anch'essa piena di gobbe.
Dall'altra parte il peso del clero con
un prete sgraziato come Fra Cipolla un gaglioffo e un mistificatore,
l'intreccio che parte dall'oca, continua con le ali dell'angelo
Gabriele, l'anello da nascondere e infine l'incontro di un'altra
bifolca che sposerà Bertoldino e assicurerà con Cacasenno la
continuità della stirpe, il nome appunto nasce da sè dopo la
benedizione di Frà Cipolla e dopo che il nascituro gli caga addosso.
Che dire di questa commedia
cialtronesca molto ispirata, in cui a farla anche da padrone a parte
il trucco, i costumi, la scenografia, sono i dialoghi praticamente
perfetti, tra dialetto misto veneto/romano improntati su una
tradizione letteraria che spazia dall'Aretino al Boccaccio, fatta di
volgarità, sagacia popolare e sfrontatezza.