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venerdì 20 febbraio 2015

Small Town Muder Song

Titolo: Small Town Murder Song
Regia: Ed Gass-Donnelly
Anno: 2010
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

In un villaggio dell’Ontario in cui vive una comunità mennonita, un poliziotto dal passato violento convertito ai cristiani evangelici indaga sull’omicidio di una ragazza.

Il film di Donnelly ha due meriti che emergono fin da subito prima di capire cosa non funziona o non piace nella trama e nell’esecuzione del film.
Da un lato le musiche dei Bruce Peninsula davvero suggestive e intense che ci fanno entrare subito nel cuore del secondo merito che è la descrizione della comunità mennonita (i mennoniti sono grosso modo come gli amish, anabattisti, chiusi e non violenti) ennesima costola del monoteismo cristiano. Dunque due elementi che mobilitano l’interesse.
E poi c’è la descrizione della storia affidata a quel pazzo fuori di testa di Peter Stormare, la capacità di creare con quello sguardo enigmatico, dubbi dove non ci sono e quindi sfidando continuamente il pubblico su false piste e tutto ciò che è più lontano dalla complessità.
Un film provocatorio che verrà sicuramente accusato ingiustamente di essere fastidioso, perchè lo è, dando la sensazione di far sentire lo spettatore consapevole di quello che sta per succedere, mentre invece ribalta tutto, senza inserire colpi di scena, suspance, niente di tutto questo, mostra solo quella che potrebbe essere definita la banalità del male.

Questa scelta può o non piacere, anche se per certi versi è originale, azzerando tutto il bisogno del pubblico di creare collegamenti e congetture, come cercare di dare senso alla narrazione per capitoli che rimandano ai comandamenti della religione mennoita o al nostro bisogno che ci sia sempre un unico cattivo, un responsabile, quando invece c’è la sola lotta di un uomo contro se stesso e contro le regole di una comunità.