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lunedì 5 ottobre 2015

True Detective 2

Titolo: True Detective 2
Regia: AA,VV
Anno: 2015
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Nell'immaginaria città della contea di Los Angeles, Vinci, si verifica l'omicidio di un importante politico locale. Le indagini vedranno il coinvolgimento dei detective Raymond "Ray" Velcoro, Antigone "Ani" Bezzerides e dell'agente di polizia della California Highway Patrol Paul Woodrugh. L'assassinio determina forti ripercussioni anche nella vita di Francis "Frank" Semyon, un imprenditore che sta cercando di riciclare il suo passato criminale.

Pizzolato mi piace e come scrittore ha confermato il suo talento descrivendo qualcosa di ancora più complesso e difficile rispetto alla prima stagione anche se ai più non è affatto piaciuto.
Anch'io, come quasi tutti del resto, sono rimasto estasiato dalla prima stagione soprattutto essendo un grande amiratore di Chambers e del suo Re Giallo e del McConaughey 2013/2014.
Però non bisogna fare confronti e paragoni, le due serie sono completamente diverse e non hanno nulla in comune se non la penna che sta dietro la storia.
Credo che tutto sommato non abbia nessun interesse Pizzolato a far sì che il suo prodotto piaccia alla critica o al pubblico. L'importante è che rimanga un buon lavoro.
True Detective è sporco, cattivo, spietato, senza nessuna deriva di salvezza o speranza (forse il finalissimo che però non poteva mancare) e sottolinea ancora di più la corruzione dilagante e i perfidi intrecci di potere.
Il sapore decadente di una città che è andata troppo oltre è messa in evidenza senza troppi fronzoli e
Ben Caspere, il mantra su cui sembra svolgersi l'indagine, è solo una scusa per mostare e sondare gli intrecci di alcuni personaggi davvero marci e senza indugi.
La seconda stagione da una svolta edipica, sembra arrovellarsi su un hard disk pieno di importanti uomini delle istituzioni che fanno cose di sesso impresentabili e descrive dei personaggi reali e molto interessanti.
True Detective 2 può inserirsi tranquillamente in quel percorso virtuoso, andando a esaltare l’idea stessa delle potenzialità innumerevoli della rappresentazione e puntando sempre su un'ottima qualità nella messa in scena tecnica e quelle bellissime riprese dall'alto sugli "intrecci" stradali che sembrano strizzare l'occhio ad alcuni elementi del cinema di Lynch.
Ritornando al concetto di pesantezza e la devastazione della speranza, c'è un finale con quasi tutti i protagonisti uccisi (Woodrugh alla fine del penultimo episodio) e in particlare il viaggio di redenzione di Ray Velcoro è quello che più colpisce lo stomaco: dall’iniziale speranza di salvarsi come per la collega, alla necessità di vedere il figlio un’ultima volta, per finire con la sconfitta del messaggio vocale non inviato, mentre il nostro cercava di combattere i cattivi guardando il cellulare in un crescendo quasi surreale in boschi silenziosi che nasconderanno per sempre la realtà dei fatti.
Soprattutto nel finale si capta un sapore quasi western con poche ma efficacissime scene d'azione (la sparatoria con gli spacciatori e quella finale nei boschi) anche se dall'altra ci sono altre scene che purtroppo stonano di brutto come quella al centro commerciale.

Forse l'unica vera critica che si può fare a Pizzolato è quello di aver scritto un giallo molto macchinoso nemmeno così originale alla fine ma slacciato completamente dalle solite intenzioni e intenti di moltissime serie andando controcorrente in una critica di un cinismo spietato.